L'Italia preromana. I siti etruschi: Mantova

Il Mondo dell'Archeologia (2004)

L'Italia preromana. I siti etruschi: Mantova

Cristina Ambrosini

Mantova

Città (etr. manθva; gr. Μάντουα; lat. Mantua) della Lombardia. L’origine della città viene attribuita dalle fonti classiche, tra cui soprattutto Virgilio, a Ocno, figlio del Tevere e dell’indovina Manto dalla quale deriverebbe anche il nome.

Tra le varianti mitologiche riportate da vari autori trova però spazio l’ipotesi dell’origine etrusca. Per quanto riguarda l’estensione della città etrusca sembra di poter affermare che essa coincidesse con la cosiddetta civitas vetus, rimasta tale sino al noto intervento di Alberto Pitentino intorno al 1190, con l’ampliamento della città al suburbio e la regolamentazione delle acque del Mincio. Numerose attestazioni preromane sono state raccolte tra l’Ottocento e il Novecento, confermate dalle indagini stratigrafiche compiute a partire dagli anni Ottanta del Novecento. Si tratta sempre però di saggi di ridotte dimensioni, resi difficoltosi dal fiorente e ininterrotto sviluppo del centro urbano che ostacola l’interpretazione delle fasi più antiche e inevitabilmente più compromesse. È degli inizi del Novecento il ritrovamento delle tombe tra via Massari e via San Martino (ora via Corridoni) da cui proviene un cratere attico a figure rosse, databile intorno al 350 a.C. I più recenti scavi urbani nel sottosuolo del centro storico hanno fornito dati abbastanza numerosi e importanti non solo per le fasi romane e medievali, ma anche per quelle preromane. Da piazza Sordello, centro della città rinascimentale, provengono materiali che suggeriscono la frequentazione dell’area a partire almeno dal V sec. a.C. I saggi di scavo che hanno interessato dal 1986 al 1993 un angolo del Cortile degli Orsi all’interno del Palazzo Ducale hanno permesso di individuare materiali di pieno V sec. a.C. ascrivibili alla fase etrusca di M. L’intervento al di sotto delle fondazioni di una casa ottocentesca in vicolo Pace ha messo in evidenza alcune tracce della città etrusca di IV-III sec. a.C., oltre a quelle più recenti romano-repubblicane, romanoimperiali e infine medievali-moderne. La risistemazione del sagrato della Rotonda di S. Lorenzo nel 1987 ha fornito l’opportunità di attingere anche in questa zona i livelli preromani databili sulla base dei materiali rinvenuti tra la metà del III e la metà del II sec. a.C.

Nuovi elementi si sono recentemente aggiunti a riguardo della conferma dei limiti della civitas vetus in epoca romana: è stato possibile ricostruire i lati meridionale (via Tazzoli/via Accademia e via Cavour) e occidentale (via Montanari, area del seminario) dell’antica cinta muraria risalente all’epoca basso-imperiale (IV sec. d.C.) quando sui lati nord-nord/est si estendeva una vasta palude. Non si può escludere però che durante il periodo proto e medio-imperiale (I-III sec. d.C.) la città compresa entro le mura avesse un’estensione anche di poco maggiore. Modesti resti di edifici di età romana sono stati riconosciuti in piazza Sordello, in piazza Paradiso (oggi Paccagnini), in via Tazzoli e in piazza Erbe, accompagnati da frammenti di intonaco dipinto, lembi di mosaici e di pavimenti in mattoni sesquipedali. Scarsi sono gli elementi utili alla definizione delle aree a destinazione funeraria, gravitanti sulle strade antiche, come sembra potesse trattarsi nel caso di una necropoli ubicata tra via Pomponazzo, via Orefici e via Frattini.

I frammenti scultorei venuti alla luce nel 1971 nel cortile del seminario vescovile (due togati acefali, una statua-ritratto femminile, due ritratti maschili oltre a frammenti architettonici di particolare interesse), databili in età augustea e reimpiegati in una struttura più tarda, sono pertinenti a un monumento funerario di tipo sarsinate, con basamento a dado, colonnato e copertura a cuspide. I resti di questo mausoleo e i casi noti di stele ed epigrafi reimpiegate in edifici religiosi e civili avvalorano l’ipotesi dell’esistenza di un’area funeraria a carattere monumentale di cui però non si conosce l’esatta ubicazione. L’area del centro storico compresa tra piazza Sordello, via Cairoli, via Montanari e vicolo Pace si conferma rilevante anche per la conoscenza delle vicende medievali della città: qui sorsero il battistero dell’antica cattedrale, le chiese di S. Paolo, S. Pietro e S. Michele, l’antico centro episcopale e il capitolo. Le ricerche presso il palazzo vescovile, oltre che in piazza Canonica di S. Pietro e presso il monastero di S. Andrea, hanno restituito strutture di un edificio riconosciuto come parte del centro episcopale di cui è nota l’esistenza in questo luogo almeno agli inizi del IX secolo.

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