L'Europa tardoantica e medievale. I territori entro i confini dell'Impero. L'Italia: Milano

Il Mondo dell'Archeologia (2004)

L'Europa tardoantica e medievale. I territori entro i confini dell'Impero. L'Italia: Milano

Marco Sannazaro

Milano

Città dell’Italia settentrionale (lat. Mediolanum), insediamento degli Insubri, sottomessa ai Romani nel 197 a.C., ottenne la cittadinanza latina nell’89 a.C. e quella romana nel 49 a.C.

Centro fiorente nei primi secoli dell’Impero, a partire dal III secolo conobbe un ulteriore sviluppo data la sua collocazione strategica in relazione con le nuove esigenze di difesa della penisola, sino ad acquisire il ruolo di sede imperiale dal 286 al 402 d.C. Nei secoli successivi, una lunga fase di declino è segnata, oltre che dalla perduta centralità politica, da saccheggi e distruzioni (Attila nel 452; conflitto tra Teodorico e Odoacre del 489-493; Goti di Uraia nel 539; conquista longobarda del 569). I segnali di ripresa che caratterizzano la piena età longobarda e quella carolingia sfociano nella grande fioritura di età ottoniana e comunale. A partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, le conoscenze archeologiche sulla città si sono largamente accresciute grazie a un’intensa e capillare attività di scavo, condotta con rigorose tecniche stratigrafiche, determinata dalla necessità di tutelare e documentare depositi messi a repentaglio dallo sviluppo edilizio; attività che è stata puntualmente registrata nel Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia (dal 1982) e proposta anche in una serie di importanti mostre, incentrate soprattutto sull’età tardoantica. Di particolare rilevanza scientifica sono risultati alcuni grandi cantieri archeologici (per la realizzazione della Linea 3 della Metropolitana Milanese; nei cortili dell’Università Cattolica; nell’area della Biblioteca Ambrosiana; in via Moneta e in via Puccini).

Il circuito murario di età cesariana, noto nel suo perimetro, venne ampliato nell’età di Massimiano sul lato occidentale per cingere il circo, sorto anch’esso in età tetrarchica, e sul lato nord-orientale per comprendere un vasto quartiere suburbano, la cui topografia venne reimpostata con la creazione di un imponente complesso termale definito “erculeo” dal soprannome dell’imperatore. Il palazzo imperiale, sicuramente già esistente nel 291, stando soprattutto alle testimonianze toponomastiche, doveva occupare un vasto quartiere tra circo, decumano e cardine massimi; ne restano pochi lacerti, in particolare le cosiddette Terme di via Brisa, un gruppo di ambienti dalla planimetria mistilinea. Intorno alla metà del IV secolo, l’edilizia d’apparato di M. capitale si arricchì di portici monumentali su pilastri che affiancavano per circa 600 m il primo tratto extramuraneo della via per Roma, sino a raggiungere un coevo arco onorario a tre fornici. L’edilizia privata è testimoniata da molti ritrovamenti urbani ed extraurbani, che hanno restituito anche mosaici, sectilia, affreschi e altre notevoli testimonianze degli apparati ornamentali: in particolare una imponente domus individuata in piazza Duomo conobbe diverse ristrutturazioni in età tardoantica e un lento degrado nel VI secolo; sui suoi resti si impostò in età longobarda un gruppo di edifici lignei che mantenevano l’orientamento delle strutture precedenti.

Sondaggi e interventi recenti hanno consentito di riconoscere le trasformazioni di alcuni grandi complessi monumentali antichi. L’area forense risulta ridotta tra IV e V secolo per la costruzione di un edificio pubblico di incerta funzione, che riutilizzava elementi architettonici di spoglio; l’ulteriore progressiva occupazione da parte di edifici privati, segnala la perdita di importanza di questo spazio aperto, sostituito nelle sue funzioni di aggregazione dalla piazza presso la cattedrale. La destrutturazione dell’anfiteatro dovette protrarsi per lungo tempo: ampie porzioni del suo apparato decorativo furono asportate già alla fine del IV secolo per essere reimpiegate in altre fabbriche; tra VI e prima metà del VII secolo sull’area si stabilì un abitato. Restano molte insigni testimonianze di edilizia paleocristiana, riflesso del ruolo importante svolto dalla Chiesa locale, soprattutto con Ambrogio, committente di grandi interventi edilizi. La comunità milanese poteva disporre di un complesso episcopale intramuraneo e di una serie di basiliche martiriali dislocate nel suburbio entro i principali cimiteri. Il complesso cattedrale, nell’area dell’attuale duomo, era composto da più edifici di culto e residenziali; sono noti e si conservano in parte: il battistero di S. Stefano, forse preambrosiano; un’imponente basilica absidata a cinque navate, riconducibile al IV secolo e con successive trasformazioni, sino a essere nota nel IX secolo con il titolo di S. Tecla; il battistero di S. Giovanni alle Fonti, imponente fabbrica ottagonale, che le recenti verifiche archeologiche hanno riconosciuto senz’altro realizzata in età ambrosiana, e una vicina aula triabsidata; origini carolingie sembra avere S. Maria Maggiore, di cui si conserva una porzione della facciata.

Il suburbio ospitava un articolato sistema di necropoli cristianizzate. A occidente, nell’ambito della chiesa di S. Vittore al Corpo sono stati riconosciuti un consistente nucleo funerario tardoantico e un mausoleo ottagonale, sorto probabilmente per ospitare le spoglie di qualche imperatore di IV secolo; l’area sacra venne definita da una recinzione monumentale ottagonale con torri semicircolari. Nell’area di S. Ambrogio si colloca invece il cimitero ad martyres; qui dovevano sorgere almeno il cosiddetto Mausoleo dei Valeri (poi S. Valeria), la basilica di Fausta (poi S. Vitale) e la memoria dei ss. Nabore e Felice, dove Ambrogio scoprì i resti dei ss. Gervasio e Protasio che trasferì nella vicina basilica ambrosiana, da lui consacrata nel 386 e che accolse anche le sue spoglie; accanto a questa chiesa sorse nel V secolo almeno il sacello di S. Vittore in Ciel d’Oro. Non lontano, nei cortili dell’Università Cattolica, è stato accuratamente indagato un sepolcreto utilizzato soprattutto tra III e V secolo.

Sulla strada per Pavia sono documentati un’ampia area funeraria presso la basilica di S. Eustorgio, sorta forse nella prima metà del IV secolo, e il complesso straordinario di S. Lorenzo. Quest’ultimo, dalla complessa pianta centrale tetraconca e dotato di un’ampia cupola, venne edificato su una platea di fondazione ottenuta riutilizzando blocchi provenienti dalla demolizione dell’anello esterno del vicino anfiteatro; anche le famose colonne, che ornavano il prospetto su strada del quadriportico antistante, vennero recuperate da un edificio, forse templare, di II secolo. La cronologia e l’identificazione del monumento, al centro di un acceso dibattito, restano un problema non del tutto chiarito, anche se oggi si propende per un’opera realizzata tra fine IV e inizi V secolo. Sulla strada per Roma la Basilica Apostolorum (S. Nazaro) dedicata da Ambrogio e di pianta cruciforme, caratterizzò in senso cristiano la via porticata di accesso alla città. Sull’importante via per Como e le Rezie, si trova la basilica di S. Simpliciano, quasi intatta nelle sue strutture, intitolata al vescovo che probabilmente ne portò a termine la costruzione intorno al 400. Sono ancora pochi i dati archeologici pubblicati relativi alle fasi pienamente medievali e postmedievali della città: in piazzetta Reale sono state riconosciute murature dell’Arengo o Broletto Vecchio (XII sec.), struttura quadrilatera a corte centrale; in via Puccini una serie di ambienti seminterrati che tra XIV e XV secolo accoglievano telai per la probabile lavorazione della lana. Sono stati inoltre accuratamente studiati le ghiacciaie e altri ambienti di servizio della Ca’ Granda e del monastero cistercense di S. Ambrogio.

Bibliografia

G.A. Dell’Acqua (ed.), La basilica di S. Lorenzo in Milano, Milano 1985, pp. 65-77.

S. Lusuardi Siena,Milano. La città nei suoi edifici: alcuni problemi, in Atti del X Congresso Internazionale di studi sull’Alto Medioevo (Milano, 26-30 settembre 1983), Spoleto 1986, pp. 209-40.

C. Bertelli (ed.), Il millennio ambrosiano. Milano, una capitale da Ambrogio ai Carolingi, Milano 1987, pp. 48-79.

R. Krautheimer, Tre capitali cristiane. Topografia e politica, Torino 1987.

M. Bolla, Le necropoli romane di Milano, Milano 1988.

A. Ceresa Mori (ed.), Le colonne di S. Lorenzo, Modena 1989.

Milano capitale dell’impero romano 286-402 d.C. (Catalogo della mostra), Milano 1990.

D. Caporusso (ed.), Scavi MM3. Ricerche di archeologia urbana a Milano durante la costruzione della linea 3 della metropolitana, Milano 1991.

F. Monfrin, À propos de Milan Chrétien, in CahA, 39 (1991), pp. 7-46.

La città e la sua memoria. Milano e la tradizione di sant’Ambrogio (Catalogo della mostra), Milano 1997.

A. Ceresa Mori (ed.), Lo scavo di via Puccini a Milano, Milano 1997.

S. Lusuardi Siena (ed.), “La Conserva di giazzo”. La ghiacciaia del monastero cistercense di Sant’Ambrogio, Milano 1997.

P. Biscottini (ed.), I chiostri di S. Eustorgio a Milano, Milano 1998.

G. Sena Chiesa (ed.), “Cellae in Hospitali existentes”. Gli scavi nei cortili della Ca’ Granda, Milano 1998.

M. Sannazaro (ed.), Ricerche archeologiche nei cortili dell’Università Cattolica, la necropoli tardoantica. Atti delle giornate di studio (Milano, 25-26 gennaio 1999), Milano 2001.

A. Ceresa Mori, Il foro romano. Indagini archeologiche durante i lavori di restauro (1990-1997), in Storia dell’Ambrosiana. Il Novecento, Milano 2002, pp. 269-89.

387 d.C., Ambrogio e Agostino. Le sorgenti dell’Europa (Catalogo della mostra), Milano 2003.

S. Lusuardi Siena - M.P. Rossignani (edd.), Dall’antichità al medioevo, aspetti insediativi e manufatti, Milano 2003.

CATEGORIE