L'estate d'oro del nuoto italiano

Il Libro dell'Anno 2011

Roberto Perrone

L’estate d’oro del nuoto italiano

Non solo Federica Pellegrini – ormai personaggio trasversale, capace di catturare l’attenzione per i suoi risultati, ma anche per la sua vita privata, finita sotto la lente d’ingrandimento del gossip – nell’estate d’oro 2011 del nuoto italiano. L’anno dispari dedicato ai campionati del mondo, che si sono disputati nell’aria fumosa di Shanghai, ha portato un bottino ricco e variegato: l’Italia è arrivata quinta nel medagliere totale (3 ori, 4 argenti, 2 bronzi), ma il dato interessante è che ha conquistato medaglie in tutte le specialità, dai tuffi (con Tania Cagnotto, bronzo nel trampolino da un metro) al nuoto (con Federica Pellegrini oro nei 200 e 400 stile libero, ma anche con due emergenti, Fabio Scozzoli, argento nei 50 e 100 rana e Luca Dotto, argento nei 50 stile libero), alla pallanuoto (oro storico del Settebello), al nuoto di fondo (argento di Martina Grimaldi nella 10 km, bronzo di Rachele Bruni nella 25 km).

Siamo un popolo di nuotatori e questo è confortante, considerata l’endemica mancanza di piscine. Fino all’inizio degli anni Novanta non era così, a parte una grande tradizione nella pallanuoto. La grande stagione del nuoto è cominciata con una politica che sintetizzava decentramento e accentramento. In pratica, fino a quel momento, se nasceva un buon nuotatore a Bergamo e uno a Napoli c’erano molte probabilità che uno dei due non fosse notato, non venissero capiti i suoi problemi, fosse abbandonato al suo destino, senza sostegno. L’anno della svolta fu il 1996, quando due giovanotti si fecero notare all’Olimpiade di Atlanta qualificandosi con il primo e il secondo tempo nei 400 stile libero: Emiliano Brembilla di Chignolo d’Isola, un paesino della Bergamasca, e Massimiliano Rosolino, napoletano verace. I due non vinsero medaglie, ma quello fu il segnale che qualcosa stava cambiando. Due italiani in una finale olimpica, nella stessa disciplina, non era un’immagine a cui eravamo abituati.

Da allora, dalla strana coppia Brembilla-Rosolino a Luca Dotto, il velocista di Tombolo, l’ultima medaglia nel nuoto ai Mondiali di Shanghai, sono passati 15 anni e un’infinita serie di successi e di campioni. Il picco è stato raggiunto all’Olimpiade di Sydney con tre ori, un argento e un bronzo, conquistati da due soli nuotatori, Domenico Fioravanti, il grande ranista di Trecate, e Massimiliano Rosolino. Ma non è finita lì. È esploso Filippo Magnini, campione mondiale dei 100 stile libero a Montreal 2005 e a Melbourne 2007, e con lui Luca Marin, argento nel 2005 e bronzo nel 2007 nei 400 misti. E poi le ragazze: Federica Pellegrini, che oggi sembra una veterana perché era già sul podio olimpico (argento nei 200 stile libero) ad Atene 2004; Alessia Filippi, romana, grande talento ora disperso a causa della mancanza di concentrazione e di volontà di sacrificio, ma anche lei capace di conquistare un argento olimpico (800 stile libero) a Pechino 2008, dove Federica è stata oro nei 200 stile libero.

Il sistema ormai funziona, malgrado la scomparsa, nel 2009, per un problema cardiaco, del più importante allenatore italiano, Alberto Castagnetti.

La Federnuoto sostiene i nuotatori e i loro tecnici sul posto, come il ranista Fabio Scozzoli che si allena a Imola, oppure lo specialista Samuel Pizzetti che nuota a Milano. Si cercano le migliori soluzioni per valorizzare gli atleti. Federica Pellegrini, per esempio, è stata sostenuta, nel 2011, nel suo desiderio di allenarsi a Parigi con il tecnico francese Philippe Lucas e, adesso, di tornare in Italia per preparare l’Olimpiade di Londra a Verona, dove è stato finanziato l’ammodernamento della piscina. Inoltre, in questi anni, l’Italia ha creato una grande scuola di nuoto in acque libere, cioè delle discipline sulle lunghe distanze che si svolgono in mare, lago, fiume, bacino. Anche in questo caso è cresciuta la capacità di reclutamento e di preparazione (con l’ausilio di programmi computerizzati, psicologi, dietologi). Ma la vera novità, rispetto al luogo comune, è che il mondo del nuoto italiano ha dimostrato in questi 15 anni una grande capacità di sacrificio, allenandosi, faticando, vincendo, conquistandosi la considerazione internazionale, spesso in controtendenza rispetto alla nazione.

I precedenti

1927 Bologna: Giuseppe Perentin vince la prima medaglia europea (argento) in acque chiuse e in competizione individuale

1950 Vienna: Carlo Pedersoli (anche noto con il nome d’arte ‘Bud Spencer’) è il primo atleta a scendere sotto il minuto nei 100 stile libero

1956 New Haven: Angelo Romani è il primo primatista europeo maschile; Melbourne: Angelo Romani (400 stile libero) e la staffetta 4x200 (Dennerlein-Galletti-Elmi-Romani) partecipano alle prime finali olimpiche maschili

1958 Budapest: Paolo Pucci vince il primo oro europeo maschile

1960 Roma: la staffetta 4x100 stile libero (Saini-Cecchi-Contardo-Pacifici) raggiunge la prima finale olimpica femminile

1965 Roma: Daniela Beneck è la prima primatista europea femminile

1972 Monaco: Novella Calligaris vince la prima medaglia olimpica (argento) femminile (400 stile libero)

1973 Belgrado: Novella Calligaris vince il primo oro mondiale femminile (800 stile libero) ed è la prima primatista mondiale femminile

1975 Calì: la staffetta 4x100 stile libero (Pangaro-Barelli-Zei-Guarducci) vince la prima medaglia mondiale maschile (bronzo)

1988 Seul: Stefano Battistelli vince la prima medaglia olimpica (bronzo) maschile (400 misti)

1989 Bonn: Giorgio Lamberti è il primo primatista mondiale maschile (200 stile libero)

1991 Perth: Giorgio Lamberti vince il primo oro mondiale maschile

2000 Sydney: Domenico Fioravanti (100 e 200 rana) e Massimiliano Rosolino (200 misti) vincono i primi ori olimpici maschili

2004 Atene: la 4x200 stile libero maschile (Rosolino-Brembilla-Cercato-Magnini) vince la prima medaglia olimpica (bronzo) per la staffetta

2006 Budapest: Alessia Filippi vince il primo oro europeo femminile (400 misti)

2008 Pechino: Federica Pellegrini vince il primo oro olimpico femminile (200 stile libero)

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