L'archeologia delle pratiche funerarie. Mondo egeo

Il Mondo dell'Archeologia (2002)

L'archeologia delle pratiche funerarie. Mondo egeo

Luigi Caliò

Le aree, le sepolture, i corredi e i riti

Nel Neolitico aceramico e nel Neolitico antico in Egeo, come in Oriente ed in Europa, il defunto veniva inumato e seppellito in genere all'interno dell'abitato, senza un ordine apparente. Le tombe sono a fossa irregolare lunghe 1 m circa, le sepolture solo occasionalmente multiple. Ad eccezione degli infanti, sepolti in pithoi, il cadavere è deposto in terra, accovacciato su un fianco, vestito e adornato, con un corredo povero, costituito da qualche utensile e vaso. La cremazione, di cui i primi esempi si datano al Paleolitico, era praticata sporadicamente. Nel Neolitico medio le tombe continuano ad essere inserite nell'abitato e sono generalmente isolate. L'inumazione resta la pratica dominante, ma nel corredo compaiono anche statuette di terracotta. Nel Neolitico recente alcune tombe sono ancora situate all'interno dell'abitato, soprattutto quelle di bambini, ma si seppelliva anche in grotta. Nei Balcani nord-orientali, a Ceo, in Tessaglia si iniziano a costituire necropoli fuori dell'abitato. L'inumazione in tombe a fossa resta predominante, ma esistono tombe più complesse di origine orientale, come un tipo a fossa con le pareti rivestite di piccole pietre e chiusa da lastre; meno diffusa è la tomba a cista. Gli infanti sono deposti in pithoi fino all'età di un anno, gli altri in posizione contratta o, se uomini, appoggiati sul dorso. Il defunto è sepolto vestito con i propri oggetti personali o coperto da un sudario. Il corredo è povero e consiste in utensili, vasi e statuette. Esistono evidenze archeologiche di riti successivi alla deposizione, come alcuni segni di combustione sulle ossa e sul corredo, che provano l'uso di fuochi; in alcune tombe lo scheletro è scomposto, i crani spesso ammucchiati e il corredo disperso, per preparare le tombe per nuove deposizioni. In Tessaglia, a Zarkos e a Souphli è attestata la pratica della cremazione, con i defunti sistemati in vasi e disposti in tombe a fossa. Si riscontrano anche dei cenotafi, caratteristici a Varna e a Goljamo Delèevo, in cui il defunto era rappresentato da una testa modellata a bassorilievo sul suolo della tomba. Nel Bronzo Antico (BA) I si iniziano a costruire tombe, secondo una pratica che compare già nel Neolitico finale, come a Kefala (Kea), ma le usanze funebri sono ancora di tradizione neolitica. Qualche tomba di infante e di adulto è ancora situata nelle zone abitate, ma per lo più si seppellisce all'esterno o in grotte. Nelle Cicladi e a Creta le tombe all'inizio del periodo crescono di numero e si organizzano in cimiteri, mentre poche testimonianze provengono dalla Grecia continentale. Nel BA II si trovano negli abitati solo tombe di bambini, le altre sono tutte all'esterno o in grotte. Le tombe si organizzano per lo più in necropoli che in alcuni casi raggiungono parecchie centinaia di tombe (600 a Chalandriani, intorno a 4000 a Manika). L'inumazione è generalizzata, anche se alla fine del periodo è attestata la cremazione a Stenò. Nel BA le pratiche funebri vere e proprie sono rimaste semplici; il defunto è sepolto in posizione contratta, forse sistemato in modo da guardare l'entrata della tomba, spesso è dotato di un corredo che va da pochi semplici vasi alla presenza di vasellame bronzeo, gioielli, statuette e armi; tuttavia esistono anche alcuni elementi di novità come il raggruppamento di tombe in nuclei, la differenziazione del corredo, la presenza di semata, la costruzione di muri di cinta e di piattaforme, almeno nelle necropoli più vaste, dove erano svolti i riti. Dovunque in Egeo le necropoli sembrano imitare quelle cicladiche per il tipo di tomba o per la presenza di ceramica cicladica, ma vengono anche costruite tombe di tipo diverso, con camere tagliate nella roccia (Haghia Fotià e Manika), e diventano più comuni le sepolture multiple. In Grecia continentale si trova qualche tumulo circolare in mattoni crudi (Tebe) o in terra mista a ghiaia (Stenò a Leucade), chiaramente destinati a raggruppare e a mettere in evidenza determinate tombe. In Eubea (Manika) tombe a camera trapezoidale con dromos di accesso, che contengono deposizioni multiple, sono scavate nella roccia. La sepoltura in pithoi è praticata per i bambini in Anatolia occidentale, nel Nord-Est dell'Egeo e in Tracia settentrionale, ma a volte si applica anche agli adulti. Si pratica esclusivamente l'inumazione: il defunto, su un lato con le gambe ripiegate e con le mani presso il viso, è seppellito vestito con gli oggetti d'ornamento e con un corredo generalmente povero. A Creta resiste la tradizione neolitica della deposizione in grotta, ma si trovano anche tombe a cista di origine cicladica. Nella Messarà e nelle regioni limitrofe sono in funzione le tombe circolari, cui sono poi aggiunte costruzioni accessorie per i nuovi defunti, nelle quali è praticata la sepoltura collettiva. Le necropoli sono contigue all'abitato e di dimensioni ristrette (da una a tre tombe collettive). Il corpo veniva depositato con la testa verso est in posizione distesa o contratta, insieme ad una piccola quantità di oggetti personali. Il rinvenimento di rhytà antropomorfici o zoomorfici segnala l'uso di libagioni e il vasellame trovato nella tomba indica la consuetudine del banchetto funebre. Questo rituale veniva praticato all'inizio all'interno della tomba stessa e più tardi in una delle camere accessorie o all'aria aperta. Il corredo era composto dagli utensili per la cerimonia, da oggetti personali del defunto e in alcuni casi anche da beni di prestigio come sigilli o oggetti di importazione. Dopo la sepoltura la tomba veniva chiusa con pesanti lastre. Successivamente veniva riaperta e lo scheletro manipolato forse in modo rituale o forse per rendere la tomba libera per nuove deposizioni; questa fase si concludeva con un rito di purificazione, probabilmente accompagnato da cerimonie estensive, indicato da uno strato con segni di affumicazione o di carbonizzazione sulle ossa e a volte sull'intero contenuto della tomba (Tholos A di Platanos; tomba Y2a di Lebena), sul quale era in seguito steso un nuovo sottile strato di sabbia pulita. Dopo la purificazione, la tomba era riutilizzata con le ossa degli antenati ammucchiate ai lati della tomba o spesso eliminate completamente così come il corredo. A partire dal Minoico Antico (MA) III - Minoico Medio (MM) I i corredi diventano più ricchi e molti cimiteri sono dotati di un recinto pavimentato, ma che probabilmente serviva per praticare offerte e libagioni; in alcuni casi, come a Kamilari, sono state trovate alcune strutture che possono far pensare ad altari, presso i quali a volte si è trovato un ampio numero di vasi. In periodo prepalaziale inizia anche l'occupazione della necropoli di Mochlos, con corredi ricchi che comprendono vasi di pietra, palette di pietra, probabilmente utilizzate per colorare il defunto, gioielleria d'oro, compresi diademi in lamina d'oro ritagliata di chiara destinazione funebre, vasi per libagione a forma di donna o di toro. Il MM non segna una rottura col periodo precedente: a Mallia le fosse sistemate nelle faglie delle rocce presso il mare sono ancora in uso. Nella pianura di Lassithi le grotte come quelle di Trapeza o di Meskinì servono ancora come luogo di sepoltura. Numerose tombe circolari della Messarà sono utilizzate fino alla fine del MM II e certe anche oltre; nuove sono costruite nel MM I a Apesokari, Archanes (Tomba B), Kamilari. Nelle tholoi ancora in uso troviamo deposizioni singole in pithoi o in sarcofagi di terracotta che enfatizzano la sepoltura individuale secondo una innovazione del MM. Inseriti non solo in strutture più antiche, come ossari, tholoi e grotte, i sarcofagi costituiscono a volte delle necropoli intere (Pachyamnos, Sfoungaras), nelle quali il corredo è composto solo da qualche vaso di terracotta. Nel MA II aumentano le tombe quadrangolari (house tombs) tipiche della Creta orientale e vengono utilizzate fino al MM II. Queste tombe familiari, che presentano la stessa dispersione d'ossa di quelle della Messarà, hanno un corredo molto ricco (vasi di pietra e di terracotta, sigilli, oggetti di bronzo). Contesti funebri venivano ancora utilizzati per riti comunitari: a Kamilari o presso la tholos di Aeskophari, dove nell'anticamera è stata trovata in una nicchia una concrezione rocciosa scolpita in forma umana e all'esterno un altare. In Grecia continentale nell'Elladico Antico (EA) III riprende l'inumazione all'interno dell'abitato e si generalizza nell'Elladico Medio (EM). Necropoli extraurbane compaiono solo alla fine dell'EM; al contrario nelle Cicladi si seppellisce in necropoli e continua il tipo a cista. Durante il Bronzo Medio in Grecia si diffonde il tumulo, al centro del quale è una struttura a ferro di cavallo, forse un cenotafio o per il rogo. I tumuli sono modesti, raggruppati o inseriti all'interno di necropoli; le tombe al loro interno non differiscono dalle altre e contengono generalmente un solo inumato, a volte due o tre. I morti sono deposti su un fianco, le braccia sul petto e le ginocchia sotto il mento, ma in alcuni casi il corpo è in posizione allungata. Non c'è un orientamento particolare delle tombe o dei corpi. Il corredo è raro e modesto e si limita spesso alla ceramica e solo alla fine del periodo si trovano gioielli d'oro, d'argento, di bronzo, come nei corredi cicladici. Le pratiche cerimoniali hanno lasciato poche tracce: alcuni indizi fanno sospettare il sacrificio di animali per accompagnare il seppellimento e sulla tomba a volte sono stati deposti alcuni vasi. Nelle Cicladi alcune piattaforme costruite presso le tombe hanno, come già a Creta, una probabile funzione rituale. Nel Minoico Tardo (MT) I a Creta le necropoli sono pressoché sconosciute; le house tombs, sviluppatesi durante il MM III, sono attestate nel MT I solo nella regione di Cnosso e in genere si utilizzano necropoli già esistenti. In Grecia parecchi tumuli come a Maratona e a Thorikos in Attica sono eretti durante la fase di transizione e si sviluppa il tipo a camera e la tholos, apparsa già nell'EM in Messenia. I corredi sono costanti e non variano secondo il tipo di tomba, né la scelta del tipo di tomba riflette una divisione sociale, anche se le tholoi sono state identificate come tombe reali, nonostante il loro numero in Messenia e a Micene dimostri un impiego esteso, mentre mancano a Tebe e ad Atene, dove pure esisteva un palazzo. La rarità del tipo a Creta e nel resto del mondo egeo suggerisce piuttosto una tradizione locale e familiare. Come le tholoi, anche alcune tombe a camera presentano una notevole ricchezza, come la tomba n. 12 di Dendra, detta "della Corazza", con corredo paragonabile a quello della tholos coeva, dell'Elladico Tardo II - IIIA1 (ETII - IIIA1), trovata nello stesso sito. Accanto ad usi funebri ancora di tradizione mesoelladica, per la pratica delle inumazioni nelle fosse e nelle ciste e per la natura del corredo che tuttavia diventa più abbondante e vario (vasi, armi, gioielli, oggetti di uso corrente), troviamo le novità delle maschere funebri di metallo prezioso dalle tombe a fossa di Micene e della cremazione in una fossa ad Argo, che testimonia un rituale eccezionale per l'epoca; si ristabilisce l'uso di riaprire la tomba per sepolture successive, conosciuto già nel mondo egeo, ma scomparso nell'EM; si generalizza la posizione allungata del defunto e l'uso di feretri di legno. In due delle più antiche tombe a tholos alcuni indizi suggeriscono l'utilizzazione del carro funebre, caratteristico della Grecia micenea, già all'inizio dell'ET I. Le tombe a fossa dei Circoli A e B di Micene, che si datano in un momento di transizione tra l'EM e l'ET, sono la testimonianza più ricca di questo nuovo orientamento. Segnate da stele scolpite a rilievo con scene di carro o con decorazioni astratte, hanno un ricco corredo con spade finemente ornate, daghe e coltelli decorati, punte di lancia e di freccia, vasellame di bronzo, d'argento e d'oro di forme minoiche, ma anche di gusto continentale. Presentano molti vasi di foggia particolare come il rhytòn argenteo in forma di testa di toro, su modello minoico, o i rhytà con scene di battaglia e di assedio o quello in forma di cervo, su modelli orientali. Tra i beni di lusso bisogna annoverare ancora vasi in pietra, sigilli gioielli e oggetti in ambra, mentre legate alla ricchezza del rito funebre sono le maschere d'oro. La ceramica comprende vasi continentali, cretesi o di imitazione minoica, cicladici. La provenienza di questa improvvisa ricchezza è tuttora molto discussa, tuttavia è indubbio che ci troviamo di fronte ad un fenomeno unico per quanto riguarda i riti funerari. In genere nell'ET il defunto era sepolto vestito: spilloni e fibule sono stati trovati in situ sui loro corpi. I preziosi erano destinati ai capi e alle loro famiglie, o ai bambini e agli infanti e spesso erano prodotti proprio per la sepoltura, come conferma il ritrovamento di alcuni residui di lamina d'oro lasciati dagli artigiani nella tholos di Kazarna. Ad Argo un diadema ritorto intorno alle mani del defunto era forse offerto insieme ad una ciocca di capelli (cfr. Il., XXIV, 135 e 152-53). I corpi venivano avvolti probabilmente in bende o in tela, come sembrano indicare tre deposizioni ad Argo in cui il defunto era prono invece che supino, forse perché il sudario ha reso impossibile distinguere la fronte. Pratiche funebri, come la vestizione, le lamentazioni nella processione funebre, l'esposizione del defunto sono state dipinte su alcune larnakes da Tanagra datate all'ET IIIB; se il defunto era importante erano utilizzati nella processione animali da tiro, negli altri casi era trasportato su una lettiga insieme alle offerte per la tomba e alle provviste per la vita ultraterrena. Le offerte, vasi contenenti cibo e bevande, statuette, armi e utensili, appartenuti al defunto stesso, sono di norma disposte intorno al corpo. Alcuni vasi, come gli alabastra piatti o alcuni vasi di stagno, erano peculiari dell'area funeraria. La quantità e la qualità delle offerte variano, ma due tipi di vaso erano indispensabili e ricorrono costantemente: una brocca e una coppa per bere, che potevano essere di argilla, argento, oro o altro materiale. Nelle tombe di bambini e di infanti si deponevano vasi miniaturistici, poppatoi e giocattoli. In un caso il defunto sembra aver avuto dei fiori nelle mani. Prima della chiusura della tomba venivano sacrificati animali, in particolare cani, più raramente cavalli, che erano poi sistemati nella tomba con il defunto. Dopo la tumulazione si chiudeva l'entrata con un muro, si riempiva il dromos di terra e si deponevano vasi nelle vicinanze o sulla tomba stessa: su una tomba di bambino è stato trovato un cestino pieno di piccole brocche. A volte si sistemava un sema di pietra o di legno, forse per svolgere riti presso la sepoltura: alcune lastre di copertura presentano fori per le libagioni e alcuni segni di fuoco indicano che nell'area si compivano sacrifici. Nel Tumulo A di Argo (uno dei più antichi nel sito) libagioni e sacrifici erano fatti su un'area costruita al centro del tumulo. Nel Tumulo C vi erano tre aree sistemate in periodo miceneo e le coppe trovate probabilmente erano per le offerte di libagione. Spesso la tomba veniva riaperta e i cadaveri già sepolti spostati verso i lati di essa; la camera, vuotata parzialmente e purificata mediante fumigazione, accoglieva nuove deposizioni. Il numero di sepolture è molto vario: la tholos di Volo, usata solamente nell'ET II, contiene più di 20 corpi, la Tholos I di Trapana, utilizzata dall'ET I all'ET IIIC una trentina. A Dendra la tomba con la corazza ha una sola deposizione. In media si trovano da 3 a 5 cadaveri per tomba, un massimo di 10 a Peratì, 20 a Micene, 47 a Derveni in Acaia; alcune tombe erano utilizzate come cenotafi. Dopo la caduta dei palazzi micenei, il seppellimento individuale è la pratica più ricorrente, anche se tombe multiple sono ancora attestate in Tessaglia, in Messenia e soprattutto a Creta, in tombe a camera o in tholos. In Grecia tombe a cista o a pozzo rappresentano il sopravvivere di una pratica dell'EM, ma prende piede l'incinerazione, anche se il fenomeno deve essere ridimensionato. A Peratì, in necropoli in uso dall'ET IIIB fino ad una fase avanzata dell'ET IIIC, non si contano che 18 cremazioni su 500 inumazioni e i resti bruciati di individui dei due sessi erano depositati tra i corpi inumati. Queste incinerazioni appartengono a volte alle tombe più antiche della necropoli, ma la pratica comunque è conosciuta anche prima dell'ET IIIB, come a Trapana nella Tholos B. In alcune necropoli dell'ET IIIC (Salamina, Atene, Lefkandì, Medeon in Focide) la cremazione per gli adulti diventa sistematica ed è associata all'impiego di ciste o di fosse, ma i bambini continuano ad essere inumati nei pithoi o in tombe a cista. In periodo miceneo a Creta si costruiscono nuovi tipi di tombe. Nel MT II una tholos micenea è edificata a Kefala presso Cnosso, una seconda ad Archanes è anteriore alla distruzione di Cnosso (1370 a.C.). Tombe a fossa, tombe a camera e tombe a camera multiple dell'EM III - ET I esistono a Creta a partire dal MT II. L'uso dei sarcofagi di legno riprende nelle diverse necropoli e si diffonde il tipo della "tomba del Guerriero", conosciuto principalmente intorno a Cnosso, ma anche, nel MT IIIA, ad Archanes, Festo, Chania e caratterizzato da un corredo ricco di materiale metallico: armi (spade, pugnali, lance), ma anche vasi di bronzo o di metallo prezioso, rasoi, specchi, gioielli. Si tratta di un fenomeno limitato e il loro uso finisce, come quello di sarcofagi di legno, nel periodo successivo. Dopo la caduta di Cnosso si conoscono più le necropoli che gli abitati. Ad Armenoi, presso Rethymno, è stata trovata una vasta necropoli di tombe a camera che contenevano alcuni sarcofagi con decorazione dipinta. Le tombe familiari sono le sole diffuse, i corredi avevano vasi di terracotta, ma in qualche caso il materiale era più ricco (Gournes, Chania), con armi, vasi di bronzo, sigilli e gioielli, in gran parte ereditati dal periodo precedente. Più rare le tholoi che, a volte raggruppate come a Erganos o Apodoulou, sono caratterizzate per le loro piccole dimensioni (2-3 m di diametro). Qualche necropoli formata da pithoi è ancora di tradizione del MM. Alla fine dell'età del Bronzo, le tombe a camera restano la sepoltura abituale, soprattutto in Grecia centrale, ma nuove tholoi si costruiscono ad est di Creta. Riappaiono antichi costumi, come l'inumazione dei bambini sotto il suolo delle case, attestata a Cnosso, e, soprattutto nella Creta orientale, si introduce l'incinerazione con il parallelo sviluppo in Grecia continentale. In diversi siti le stesse tombe contengono sepolture miste.

Bibliografia

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