L'archeologia del Sud-Est asiatico. Introduzione

Il Mondo dell'Archeologia (2005)

L'archeologia del Sud-Est asiatico. Introduzione

Fiorella Rispoli

L'Asia Sud-Orientale è un'area geografica relativamente omogenea dal punto di vista fisiografico, articolata in due distinte entità, entrambe residuo dell'antica piattaforma continentale pleistocenica della Sonda. La prima ‒ Sud-Est asiatico insulare ‒ è rappresentata dagli arcipelaghi indonesiano e delle Filippine, collegamento tra la porzione continentale e il mondo insulare della Micronesia, Melanesia e Polinesia; la seconda entità è formata dalla porzione continentale del Sud-Est asiatico, conosciuta anche come Penisola Indocinese, incuneata tra l'India e la Cina, tra l'Oceano Indiano a ovest e il Mar Cinese a est.

Posto a una latitudine in cui si incontrano la fascia climatica subequatoriale e quella subtropicale e tra due oceani, causa dell'alternanza dei monsoni ‒ uno proveniente da sud-ovest (Oceano Indiano) e l'altro da nord-est (Oceano Pacifico) ‒ il Sud-Est asiatico continentale non è mai stato isolato dal resto dell'Asia Estrema: a nord, infatti, il contatto con l'altopiano compreso fra le province cinesi di Yunnan/Guizhou a ovest e del Guangxi/Guangdong a est ha fatto sì che, particolarmente per quel che concerne i periodi Paleolitico, Neolitico ed età del Bronzo ‒ ma non solo ‒, sia difficile stabilire una netta linea di separazione tra l'area geopolitica tradizionalmente definita Asia Sud-Orientale e le regioni della Cina meridionale (Asia Orientale). In realtà, il Sud-Est asiatico continentale è parte integrante di una vasta regione che abbraccia diversi bacini idrografici: dallo Yangtze a nord, al Chindwin (che confluisce poi nell'Irrawaddy) a ovest, al Zhujiang a est, delineando quello che potremmo definire "il triangolo del riso". Allo stesso modo, le propaggini settentrionali della Birmania incuneate nella regione himalayana, da cui nascono due dei maggiori fiumi del Sud-Est asiatico continentale, il Salween (cin. Nujiang) e il Mekong (cin. Lancang), hanno da sempre condiviso con quest'ultima i tratti culturali specifici di "area di mezzo", divisa fra l'India e il Golfo del Bengala a ovest, il Tibet a nord e, a est, il bacino del Sichuan, l'altopiano del Qinghai e quello dello Yunnan.

L'area insulare, poi, comprende due estese regioni culturali, anche determinate dagli eventi geologici pleistocenici: le Grandi Isole della Sonda (Giava, Sumatra, Bali e parte del Borneo) che sono culturalmente legate al continente ‒ del quale, appunto nel Pleistocene, erano parte integrante ‒; al di là della netta separazione dettata dalla Linea di Wallace (o dalla Linea di Huxley) si estendono le Piccole Isole della Sonda, le Molucche e l'arcipelago delle Filippine, che condividono invece i tratti culturali tipici dei navigatori preistorici di lingua austronesiana originari della Cina sud-orientale e di Taiwan; da questo mondo insulare asiatico furono trasmessi lingua, cultura materiale e patrimonio genetico verso gli arcipelaghi del Pacifico.

Oggi come ieri, un mosaico complesso di popolazioni diverse per cultura, lingua, tradizioni e origine condivide il territorio del Sud-Est asiatico, dove il concetto di rigido confine è stato a fatica costruito solo nel corso degli ultimi secoli dagli eventi che hanno portato a formare gli odierni Stati di Brunei, Cambogia, Filippine, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar (Birmania), Thailandia, Timor Est e Vietnam. Una delle chiavi di lettura dell'intera storia dell'Asia Sud-Orientale continentale e insulare sta proprio nella tardiva istituzionalizzazione del concetto di rigido confine, di frontiera, diversa da quello spazio culturale fluido che, per millenni, ha permesso agli appartenenti a un gruppo di poter facilmente convivere, e spesso integrarsi, con quelli di un "gruppo altro". Prima del periodo coloniale (1511-1955), infatti, i confini tra realtà territoriali geograficamente e politicamente delimitate, oltre che culturalmente definite, non avevano carattere di separazione rigida, di limes invalicabile concordato tra entità confinanti o voluto dagli Stati più forti e meglio organizzati nei loro processi di espansione territoriale a scapito di comunità più deboli. Prima del fenomeno coloniale, il limite era sociale e non geografico, era la divisione tra "sé" e "i diversi da sé", e il confine, altrove protetto da valli, mura o posti di guardia, aveva qui carattere inconsistente: una linea ideale e mutevole il cui superamento poteva anche implicare l'abbandono di un gruppo a favore "dell'altro". In questa prospettiva è evidente che una separazione netta tra Estremo Oriente e Sud-Est asiatico dal punto di vista archeologico potrebbe rappresentare un artificio.

Solo per comodità di esposizione e organizzazione di una materia di per sé vastissima, si è scelto di dividere l'archeologia dell'Estremo Oriente in Asia Orientale e Asia Sud-Orientale. La presentazione dell'archeologia preistorica e storica del Sud-Est asiatico, pertanto, come per l'Estremo Oriente si articola secondo i confini dei moderni Stati, con alcune eccezioni: si è deciso di mantenere i siti archeologici degli Stati del Borneo (Sarawak e Sabah) politicamente parte della Federazione della Malaysia, del Brunei Darussalam (Sultanato indipendente) e di Timor Est, Stato indipendente formatosi di recente (1999), all'interno dell'arcipelago indonesiano, poiché tali siti alle culture di quest'arcipelago sono riferibili.

Si rinvia a:

L'archeologia del Sud-Est asiatico. Cambogia

L'archeologia del Sud-Est asiatico. Arcipelago delle Filippine

L'archeologia del Sud-Est asiatico. Indonesia

L'archeologia del Sud-Est asiatico. Laos

L'archeologia del Sud-Est asiatico. Malaysia

L'archeologia del Sud-Est asiatico. Myanmar

L'archeologia del Sud-Est asiatico. Thailandia

L'archeologia del Sud-Est asiatico. Vietnam

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