L'alpinismo mette il turbo

Il Libro dell'Anno 2011

Pietro Crivellaro

L’alpinismo mette il turbo

La guida alpina di 27 anni Dani Arnold, svizzero del cantone di Uri, nella mattinata del 20 aprile 2011 ha scalato la parete nord dell’Eiger da solo, in 2 ore e 28 minuti. Anche un alpinista esperto stenta a crederci. Ma ha ‘solo’ migliorato di quasi 20 minuti il record già notevole del connazionale Ueli Steck, stabilito nel 2008 sulla parete più temuta delle Alpi.

Da parte sua Steck, che è un fuoriclasse famoso, il 17 aprile sull’Himalaya ha scalato la parete sud-ovest del Shisha Pangma in 20 ore, andata e ritorno.

Così, sulle vette di casa come sugli 8000 m si polverizzano pietre miliari della storia alpinistica.

Per quanto sensazionali, non sono però queste le vere imprese che spostano più in alto l’asticella dell’estremo. E a quanto pare neppure bastano a conquistare l’attenzione dei media e a toccare il cuore della gente, ormai disorientata dalla diversificazione e dai bizantinismi delle moderne specialità dell’arrampicata sportiva, che attualmente sfida difficoltà limite, quotate 9b nella più corrente scala francese, oltre il XII grado! Da quando Reinhold Messner ha completato, nel 1985, la sua collezione di quattordici 8000 m sembra essersi conclusa l’evoluzione ‘lineare’ dell’alpinismo presente in natura e comprensibile al grande pubblico. Cosicché pare non esistano più imprese riconoscibili, capaci di segnare un’epoca. L’alpinismo continua a suscitare antiche suggestioni, ma è diventato suo malgrado un mondo separato, riservato a nicchie di praticanti agguerriti, dediti ad attività spesso ad alto rischio, a giudicare dalle frequenti disgrazie, i soli eventi di montagna che sono sicuri di ottenere l’onore delle cronache.

Per orientarsi nelle varie discipline sportive del verticale globalizzato è indispensabile consultare Internet più che le riviste, ovunque in crisi.

Il sito italiano più frequentato è www.planetmountain.com, 2 milioni e mezzo di contatti l’anno.

E per conoscere quelle che sono state le migliori imprese secondo la comunità alpinistica basta scorrere l’elenco dei Piolets d’Or, gli Oscar del settore, annualmente assegnati a Chamonix e a Courmayeur. A metà aprile del 2011, la giuria presieduta dall’australiano Greg Child ha consegnato la piccozza d’oro a due team reduci da ostiche pareti in capo al mondo: la cordata dei giapponesi Yasushi Okada e Katsutaka Yokoyama per l’ascensione di una nuova via di 2500 m, una volta e mezza l’Eiger, sul Monte Logan (5959 m) in Canada, e la squadra dei fratelli belgi Nicolas e Olivier Favresse, con Sean Villanueva e lo statunitense Ben Ditto, per l’apertura di una serie di grandi vie nelle big walls della costa sud e ovest della Groenlandia,

a picco sul mare.

L’impresa himalayana più cliccata degli ultimi mesi è la prima invernale del Gasherbrum II (8035 m) portata a termine all’inizio di febbraio dal bergamasco Simone Moro, assieme al kazako Denis Urubko e all’americano Cory Rychards.

Di Urubko, già vincitore del Piolet d’Or, è stato pubblicato in Italia il libro Colpevole di alpinismo (2010) che all’ultimo Film Festival di Trento ha vinto il premio ITAS.

Tra gli italiani si è anche distinto il valdostano Hervé Barmasse per una nuova via aperta da solo ai primi di aprile sul Cervino, montagna di casa. La via, che vince l’infida parete sud del Picco Muzio, rimarrà un esercizio di stile del brivido, perché lo stesso autore, con grande onestà, sconsiglia di ripeterla, per via della roccia marcia. Nell’arrampicata sportiva il fenomeno nuovo, che sta sconvolgendo ogni parametro, si chiama Adam Ondra ed è un ragazzo della Repubblica Ceca, 18 anni appena compiuti, che ha ripetuto le più dure vie di 9a e 9b d’Europa, linee estreme di poche decine di metri.

Nell’ottobre scorso Ondra ha lasciato tutti di stucco per le sue imprese su vie lunghe in Madagascar. Laggiù, sulla liscia big wall di granito della Tsaranoro Valley, è riuscito a ‘liberare’, cioè a salire in libera integrale, senza mai attaccarsi a chiodi, tre vie estreme lunghe da 380 a 700 m, una al giorno.

Dicono che abbia una marcia in più perché quelle vie non plus ultra erano state ‘aperte’ con sforzi di giorni e giorni, un pezzo alla volta, da team composti dai più forti climber del mondo.

Gradi di difficoltà

Il Club alpino italiano (CAI)

Il Club alpino italiano (CAI) è stato costituito il 23 ottobre 1983, a Torino, su iniziativa di Quintino Sella, Giovanni Barracco, Paolo e Giacinto di Saint Robert, con lo scopo di promuovere l’alpinismo in ogni sua manifestazione. Nel corso del tempo l’associazione si è estesa su tutto il territorio nazionale, fino a contare più di 351.000 soci, articolandosi in sezioni e sottosezioni, coordinate in raggruppamenti regionali. La sua attività, regolata dalla legge 776/1985, prevede, tra le altre cose, la formazione di operatori (istruttori, accompagnatori), il tracciamento e la manutenzione dei sentieri e delle opere alpine, la realizzazione e la gestione dei rifugi e dei bivacchi d’alta quota, di proprietà del CAI (oltre 760 strutture, per un totale di quasi 22.000 posti letto), l’organizzazione di iniziative per la vigilanza e la prevenzione degli infortuni nell’esercizio delle attività alpinistiche e speleologiche, la promozione di attività scientifiche e didattiche, nonché di iniziative culturali dedicate alla diffusione della conoscenza dell’ambiente montano (www.cai.it).

I numeri del CAI

La prima scalata italiana

Nel 1863, due anni dopo la nascita del Regno d’Italia, ebbe luogo la prima grande impresa alpinistica italiana, con la scalata del Monviso. Conquistata per la prima volta il 30 agosto 1861 dall’inglese William Mathews, la vetta della montagna da cui nasce il Po fu infatti riconquistata due anni più tardi da un gruppo di alpinisti italiani vogliosi di issarvi il tricolore; oltre a Sella, esperto alpinista e capo della spedizione, ne facevano parte il conte di Saint Robert, ex colonnello di artiglieria ed esperto di logistica, suo fratello, che già aveva tentato, invano, l’impresa, il calabrese Giovanni Barracco, che aveva scalato il Monte Bianco, e la guida Raimondo Gerthoux. Il resoconto della spedizione, pubblicato da Sella ai primi di settembre, fu la scintilla che fece nascere il Club alpino italiano.

Incontri sulla letteratura di montagna

Il più antico riconoscimento letterario dedicato alla scrittura di montagna è il premio ITAS (www.itasassicurazioni.it), dedicato alla memoria di Mario Rigoni Stern. Istituito nel 1971 dall’Istituto Trentino Alto Adige per Assicurazioni, è aperto a scrittori viventi, italiani e stranieri (le cui opere siano state pubblicate o tradotte in italiano nel corso dell’anno relativo). Una lunga tradizione vanta anche la rassegna mondiale MontagnaLibri, sezione editoriale del Trento Film Festival, nata nel 1956, ma poi interrotta e ripresa con continuità solo dal 1987. È giunta invece alla quinta edizione LetteralAltura, manifestazione di respiro internazionale che si tiene sul Lago Maggiore, articolata in percorsi tematici (www.letteraltura.it).

Una vetrina globale per il film di montagna

Il Festival del cinema di montagna ‘città di Trento’, nato nel lontano 1952 su iniziativa di Amedeo Costa di Rovereto, imprenditore e consigliere del Club alpino italiano, fu una delle prime manifestazione del genere a livello internazionale. Rinominato Trento Film Festival dal 2008 (www.trentofestival.it), si articola in diverse sezioni e riceve filmati da tutto il mondo, tanto da vantare un ricco archivio di titoli, che mette anche a disposizione per iniziative di carattere culturale e divulgativo. Tra i vincitori dell’edizione 2011, Into eternity (2009) di Michael Madsen (premio della giuria) e The Asgard project (2009) di Lee Alastair (premio del CAI, Genziana d’oro al migliore film di alpinismo o di montagna).

Siti Internet

Consigliati dal CAI

www.planetmountain.com

il sito più frequentato dagli appassionati della montagna.

www.ims.bz

sito dedicato all’International Mountain Summit, festival della montagna che si tiene annualmente in Alto Adige.

www.montagna.tv

sito che fornisce notizie aggiornate sulla montagna, non solo per alpinisti.

www.imeridiani.net

sito dell’omonima Società scientifica, dedita all’educazione ambientale.

www.discoveryalps.it

periodico web dell’arco alpino.

www.alpinia.net

sito di storia e cultura dell’alpinismo, con numerose sezioni specializzate.

www.altemontagne.it

sito degli ‘Amici della montagna’.

www.alpioccidentali.it

sito dedicato alle escursioni sulle montagne della Liguria, del Piemonte e della Valle d’Aosta.

www.alpimarittime.it

sito dedicato alle Alpi Marittime.

www.movimentolento.it

sito dedicato al trekking e al ‘viaggiare lento’, a piedi e in bicicletta.

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