Konya

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(it. Conia) Città della Turchia asiatica (967.055 ab. nel 2007), posta in un bacino chiuso a 1027 m s.l.m., a N del Tauro, al centro di una ricca regione mineraria. Capoluogo dell’omonima provincia (38.157 km2 con 1.959.082 ab. nel 2007). La costruzione della ferrovia del Tauro ha ridato alla città la funzione d’importante luogo di passaggio. Molto attiva è anche l’industria.

È l’antica Iconio (gr. ᾿Ικόνιον, lat. Iconium), nella selvaggia regione della Licaonia, ricordata la prima volta al tempo della spedizione persiana di Ciro; la località era però abitata dagli Ittiti. Dai Romani venne compresa nella provincia dell’Asia propria. Ebbe importanza come centro del cristianesimo primitivo e nel 215 fu sede di un concilio; fu poi capitale del sultanato selgiuchide di Rum (12°-13° sec.) e dal 15° sec. seguì le sorti dell’Impero ottomano. Fu sovente teatro di battaglie: durante la terza crociata, quando l’esercito cristiano comandato da Federico Barbarossa sconfisse i Saraceni sotto le mura della città, che fu poi conquistata d’assalto dai crociati (1190); e durante la guerra turco-egiziana del 1832-33, con Ibrahim pascià che vi sconfisse l’esercito turco, facendo prigioniero il gran visir (23 dic. 1832).

K. è il più importante centro dell’arte medievale turca. Ebbe imponenti fortificazioni (13° sec.), palazzi, edifici religiosi, notevoli per peculiarità architettoniche e decorative: la moschea di Aladino (12°-13° sec.), con due mausolei nella corte; la moschea del Castello (1220) con santuario in forma di sala bassa sostenuta da 50 colonne; le moschee Ince Minareli, Energhe Giami, Sirçeli Medrese, Karatai Medrese, tutte del 13° secolo.

Di antica tradizione, viva fino al 19° sec., i tappeti di K., nella linea dello stile geometrico di derivazione selgiuchide, con ordito e trama di lana e superficie rasata, fondo in genere rosso, con motivi stilizzati.

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