KOLHAPUR

Enciclopedia dell' Arte Antica (1995)

KOLHAPUR

G. Verardi

Città del Deccan già capitale di uno degli stati marāṭha, entrato poi a far parte, nell'India indipendente, del Maharashtra. Nota alle fonti medievali come Kollakṣetra/Kolhāpura, è forse da identificare, per un'epoca più antica, con la città di Hippokoura di cui parla Tolemeo (Geog., vii, i, 6, 83) e il cui re Ballokouros va identificato con uno dei re Kura che portarono il nome di Vilivāyakura, di cui non sappiamo se fossero rappresentanti di un lignaggio indipendente o di un ramo dei Sātavāhana.

In località BrahmapurI vennero rinvenuti, nel 1873 e nel 1877, due ripostigli con monete dei Kura e dei Sātavāhana; del secondo facevano parte anche oggetti di metallo comprendenti un piccolo stūpa, un torana in miniatura e altri oggetti rituali buddhistici. Nel corso dei primi scavi a Brahmapurī nel 1941, in un ambiente facente parte di un'abitazione databile al II sec. d.C. venne alla luce un gruppo di metalli prodotti in parte in India, in parte in Occidente. A seguito di questa scoperta, l'anno successivo furono condotti scavi regolari che misero in luce parte di un abitato risalente ai secoli II a.C.-II d.C., con abitazioni in mattoni cotti e fondazioni in pietra, ceramica rossa comune e polita (Red Polished Ware) e un consistente numero di grani di collana in pasta vitrea, lavorati secondo differenti tecniche. Lo scavo interessò tuttavia un'area piuttosto limitata (poco più di 30 x 30 m), e non gettò alcuna luce sui rapporti tra mondo indiano e mondo ellenistico-romano.

I bronzi di provenienza occidentale risalgono per la maggior parte al I sec. d.C. Un èmblema con Perseo e Andromeda che decorava una patera o un bacino ricorda l'analoga iconografia nella Casa dei Dioscuri a Pompei, e può essere datato alla seconda metà del I secolo. Una oinochòe di tipo Millingen con manico elaborato trova numerosi paralleli nell'Italia meridionale e nell'Europa settentrionale, e risale al 50 d.C. circa. Di particolare interesse sono due manici quasi identici decorati con un piccolo Bacco (o Amore) su felino, siringa, maschera di satiro, cesto di frutta e delfino, che hanno paralleli pompeiani e che erano probabilmente parte di un'anfora di tipo Schreiber Gb. .Vanno ricordati anche un largo bacino su piede di tipo Eggers 100, esso pure del I sec. d.C., e un calathiscus della stessa epoca. Questi oggetti sono probabilmente di origine campana, e Capua, piuttosto che Alessandria come si pensava in passato, può esserne considerata il luogo di produzione. Il più noto dei metalli di K., una statuetta di Posidone di buona fattura basata su un prototipo di Lisippo (v.), sembra invece essere opera del III sec. a.C. Le copie romane della prima età imperiale, che pure sono numerose, sono in genere di qualità meno buona. Anche un colino, frammentario, trova riscontri solo in oggetti etruschi del VI-V sec. a.C. Infine, tre specchi con tenone per l'inserimento di manici d'osso o avorio sono oggi considerati prodotti dell'India nordoccidentale o battriani (trovano infatti riscontri ad Ai Khānum e a Taxila), o forse copie locali di oggetti provenienti da quelle regioni.

Tra i metalli di produzione sātavāhana vanno ricordati una statuetta di elefante che porta quattro personaggi, costituente la parte superiore di un oggetto in cui era inserita, un recipiente con incise figure di animali in corsa (cavalli, grifi, oche, makara), un anello sormontato dalle teste di quattro animali simbolici, due carri coperti in miniatura, un coperchio con figura d'elefante inciso, e otto placchette traforate con gli asṣṭamaṅgala, ovvero gli otto simboli beneauguranti, rappresentati di frequente nell'arte indiana. Questi ultimi oggetti sembrano riferirsi ad ambiente buddhista, come già alcuni dei rinvenimenti fatti nel secolo scorso.

I ritrovamenti di K. sono tra quelli, numerosi, fatti nell'India meridionale, che nel documentare gli attivi scambi commerciali tra India e mondo romano sollevano diverse questioni relative all'impatto Culturale dovuto alla presenza degli Yavana in India. Gli imminenti scavi di Paithan, la capitale dei Sātavāhana, dovrebbero chiarirne almeno alcune.

Bibl.: R. G. Bhāṇdārkar, Memorandum on Some Antiquarian Remains Found in a Mound in the Brahmapuri Hill, near Kolhāpur, in The Journal of the Bombay Branch of the Royal Asiatic Society, XIV, 1878-1880, pp. 147-154; M. Rama Rao, Coins of the Kura Kings from Brahmapuri, in JNSI, XVII, 1955, pp. 58-88; H. D. Sankalia, M. G. Dikshit, Excavations at Brahmapuri (Kohlapur) 1945-6, Puna 1952; K. Khandalavala, Brahmapuri. A Consideration of the Metal Objects Found in the Kundangarh Hoard, in Lalit Kalā, VII, i960, pp. 29-75; R. D. De Puma, The Roman Bronzes from Kolhapur, in V. Begley, R. D. De Puma (ed.), Rome and India. The Ancient Sea Trade, Madison 1991, pp. 82-112.

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