KIEL

Enciclopedia Italiana (1933)

KIEL (dal medio basso tedesco kell "golfo"; A. T., 53-54-55)

Hans MOHLE
Elio MIGLIORINI
Walter HOLTZMANN
Marcello MUCCIOLI
Manlio Udina

Città dello Schleswig-Holstein, all'estremità meridionale d'una profonda insenatura del Baltico (Kieler Förde, lungo 15 km., largo da 1 a 2,5, profondo più di 10 m.), dove ha la sua foce l'Eider, la valle del quale era già seguita nell'antichità da una strada che metteva in comunicazione il Baltico col Mare del Nord. L'influsso oceanico vi determina un clima assai mite (media gennaio 0°,8).

La città sorse già nella prima metà del sec. XIII su una penisoletta prossima alla parte più interna del golfo (Piccola Kiel), presso alcune colline coperte da faggi, in posizione oltremodo facile a essere difesa e dove agevole riusciva lo scambio fra terra e mare; essa ebbe però solo scarsa importanza in confronto ad Amburgo e Lubecca e nel 1860 aveva ancora soltanto 20 mila ab. Si risveglia poi rapidamente a partire dal 1864, in seguito al passaggio dello Schleswig alla Prussia. L'anno successivo viene qui trasportato da Danzica il comando militare marittimo e la città diventa, grazie alla sua posizione fortificata a breve distanza dal Mare del Nord, il massimo porto della marina da guerra germanica. Sulla riva orientale dell'insenatura sorgono in breve grandi cantieri statali, attrezzati modernamente e forniti di tutte le industrie connesse. Essa ha invece tratto solo limitato profitto dall'apertura del Canale di Kiel (1895), congiungente il Mar Baltico e il Mare del Nord e che sbocca 8 km. più a N. Lo sviluppo della città fu ingente, soprattutto nelle direzioni di S. e di N. Gli abitanti salirono a 32.800 nel 1871, 44 mila nel 1880, 70 mila nel 1890, 122 mila nel 1900, 226.560 nel 1910 e 245.000 nel 1918. La sconfitta della Germania, con la conseguente distruzione della flotta da guerra, ha segnato un arresto, forse definitivo, nel suo sviluppo; gli abitanti scendono a 213.800 nel 1925, per risalire poi a 220.300 nel gennaio 1932 (26ª città della Germania). Il comune ha una superficie di 59,91 kmq., di cui 13,66 costruiti. In questi ultimi tempi Kiel ha cercato di valorizzare la sua posizione allo sbocco del canale, procurando di servire da località di scambio per quelle navi atlantiche che non vogliono proseguire verso E. A questo scopo sono stati creati tre grandi bacini, uno presso lo sbocco del canale nel Baltico (Nord-hafen), un altro presso Friedrichsort (Vossbrooke Hafen) e un terzo (porto franco) presso Wik. Finora però il tonnellaggio è stato assai modesto (1929:2618 navi arrivate, stazzanti 669 mila tonn., che sbarcarono 335 mila tonn. e ne imbarcarono 84 mila); s'importano soprattutto cereali, carbone, legno. Kiel ha poi una certa importanza per la pesca e l'industria con questa connessa (specie aringhe e sardine in conserva). È sede, oltre che di un'università e di una ricca biblioteca (fondate nel 1665), dell'Accademia navale tedesca. Assai diffusa nei dintorni è la navigazione da diporto.

Monumenti. - La chiesa di S. Nicola, di stile gotico seriore, in laterizio, ha perduto con la trasformazione fattane nel 1877 gran parte del suo valore artistico. Importanti vi sono una pala d'altare intagliata e dipinta (1460), e lo stallo Ranzau (1543), il fonte battesimale, adorno di bassorilievi, fuso (1344) da Johann Apengeter. La chiesa dello Spirito Santo, già del convento dei Francescani, costruito circa il 1240, è costruzione laterizia, ben conservata, di stile gotico primitivo con navate di uguale altezza. Il castello si compone di due corpi (secoli XIII e XVI), rimaneggiati entrambi nel 1580, 1697 e 1763 e gravemente danneggiati da un incendio nel 1838. Nel museo dello Schleswig-Holstein si conservano antichità locali, e, nel museo Thaulow, eccellenti altari gotici intagliati, mobili, arredamenti d'interni, antichi prodotti d'arti minori e d'arte rustica.

Storia. - Fu fondata dal conte Adolfo IV di Holstein - quando Lubecca era riuscita (1226) ad acquistare i diritti di città libera - per assicurare le comunicazioni commerciali col nord. Nel 1242 le fu concesso il diritto di Lubecca e nei primi decennî dopo la sua fondazione Kiel andò sviluppandosi non come una rivale di Lubecca, ma come una sua alleata: già alla fine del sec. XIII Kiel aderì alla Lega Anseatica, a capo della quale stava Lubecca, e vi rimase fino al principio del secolo XVI. Lo sviluppo della sua prosperità durante il Medioevo era basato sul commercio nel Mare del Nord e sulla pesca delle aringhe. Solo la decadenza generale della Lega Anseatica portò con sé la decadenza anche di Kiel. Il suo rifiorire venne in seguito alla fondazione dell'università fatta dal duca Cristiano Alberto nel 1665 e alla riunione dei ducati Schleswig e Holstein con la Danimarca nel 1773. Il fatto di appartenere a una grande potenza rialzò l'importanza di Kiel come scalo di transito per il commercio danese; l'industria delle costruzioni vi rifiorì. Verso la fine del sec. XVIII Kiel era in modo innegabile la città principale dei ducati. Dopo la fine dell'era napoleonica, la nobiltà e l'università di Kiel si fecero interpreti delle proteste del paese contro le aspirazioni del governo danese a incorporare i ducati nel regno della Danimarca. Nel 1848 si venne a Kiel alla formazione di un governo rivoluzionario, che sparì di nuovo dopo il fallimento della rivolta dello Schleswig-Holstein. Dopo la sua annessione alla Prussia, per la pace di Nikolsburg nel 1866, cominciò di nuovo il rifiorire della città, che divenne il porto militare della marina prussiana e più tardi germanica. Nell'autunno del 1918 a Kiel, sulle navi da guerra ancorate nel porto, scoppiò una rivolta, inizio della rivoluzione del novembre e della caduta della Germania imperiale.

Bibl.: Mitteilungen der Gesellschaft für Kieler Stadtgeschichte, Kiel 1877 e segg.; F. Prahl, Chronik der Stadt Kiel, Kiel 1855; R. Haupt, Die Bau- u. Kunstdenkmäler der Prov. Schleswig-Holstein, I, Kiel 1887-89; H. Eckardt, Alt-Kiel in Wort u. Bild, Kiel 1899; A. Lichtwark, Eine sommerfahrt auf der Yacht Hamburg, Amburgo 1904; A. Gloy, Aus Kieler Vergangenheit und Gegenwart, Kiel 1925; W. Hahn, Kiel, 2ª ed., Berlino 1926; A. Glas, Aus K.s, Vergangenheit und Gegenwart, Kiel 1926; J. Wissing, Boden und Wohnverhältnisse in Kiel, Bonn 1929; E. Hädicke, Kiel, eine stadtgeographische Untersuchung, Kiel 1931.

Il canale di Kiel e il trattato di Versailles. - Il trattato di Versailles stabilisce l'internazionalizzazione, o libera navigabilità (articoli 380-386), e la smilitarizzazione (articolo 195) del canale di Kiel. "Il canale di Kiel, - stabilisce l'art. 380 - e i suoi accessi saranno sempre liberi e aperti su un piede di perfetta eguaglianza alle navi da guerra e mercantili di tutti gli stati in pace con la Germania". Stranieri e cittadini dello stato territoriale devono essere trattati alla stessa stregua per quanto riguarda l'uso del canale. Possono essere stabilite delle tasse soltanto a copertura delle spese di manutenzione e di miglioramento delle opere del canale utili alla navigazione, essendo la Germania obbligata dal trattato a mantenerlo in buone condizioni di navigabilità. Le eventuali controversie relative all'uso del canale sono portate dalle potenze interessate davanti alla Corte permanente di giustizia internazionale, e, solo quando siano di poca importanza, sono decise da una giurisdizione speciale germanica istituita a Kiel. A tale proposito merita menzione il caso del Wimbledon, piroscafo inglese noleggiato nel 1921 da una società francese per il trasporto di munizioni dirette in Polonia, allora in guerra con la Russia, attraverso Danzica, cui le autorità germaniche vietarono l'accesso nel canale per non violare i doveri della neutralità: portata la questione dinnanzi alla Corte nel 1923, questa, a maggioranza, essendo dissenzienti i giudici Anzilotti e Huber e il giudice nazionale Schücking, decise che la Germania doveva permettere anche il passaggio di navi portanti contrabbando di guerra a stati belligeranti.

Bibl.: E. Rocholl, Der Kieler Kanal unter dem Versailer Vertrug, in Deutsche Juristen-Zeitung, 1924, pp. 355-359; E. Wolgast, Der Wimbledonprozess vor dem Völkerbundsgerichtshof, Berlino 1926.