Ōe, Kenzaburō

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Scrittore giapponese (Uchiko, pref. di Ehime, Shikoku, 1935 - Tokyo 2023). Considerato a lungo uno degli scrittori più scomodi, sia per il suo rifiuto di una prosa convenzionale sia per i ripetuti attacchi al sistema politico ed economico giapponese, Ō. ha ottenuto un riconoscimento a livello internazionale nel 1994, con l'assegnazione del premio Nobel per la letteratura. La ricchezza immaginativa, la polivalenza del linguaggio, il carattere sperimentale sono gli aspetti più significativi della sua opera, in cui è evidente una profonda assimilazione della cultura occidentale (da V. Turner, M. Bachtin, Ju. Lotman a W.B. Yeats, W. Blake, F. O'Connor e soprattutto M. Twain, esempio e stimolo fin dagli anni della giovinezza). D'altra parte, Ō. si presenta come una figura isolata, di difficile approccio, inquietante per il messaggio che propone, lontano dal grosso pubblico al quale non offre alcuna visione rassicurante o ottimistica della realtà.

Vita e opere

Il cammino letterario di Ō. ha seguito alcuni percorsi che si sono via via arricchiti di valenze sempre nuove, pur mantenendosi fedeli al discorso iniziale. Sin dai primi racconti si è segnalato per la decisione nell'affrontare temi politici e sociali e per la scrittura difficile e complessa, sorretta dal ricorso a una varietà di immagini, di espedienti e di toni, dall'iterazione al grottesco alla parodia: Kimyōna shigoto («Uno strano lavoro», 1957); Shisha no ogori («L'orgoglio dei morti», 1958); Shiiku (1958; trad. it. L'animale da allevamento, nella raccolta Insegnaci a superare la nostra pazzia, 1992). La sua consacrazione è giunta con il romanzo Kojintekina taiken («Una questione personale», 1964), che trae spunto, come altre opere successive, dalla sua esperienza di padre di un bambino affetto da malformazione congenita. Fra gli altri suoi romanzi: Man'en gannen no futtobōru («La partita di pallone del primo anno dell'era Man'en», 1967; trad. it. Il grido silenzioso, 1987); Atarashii hito yo mazameyo («Risvegliatevi uomini nuovi», 1983); Jinsei no shinseki (1989; trad. it. L'eco del paradiso, 1989); la trilogia Moeagaru midori no ki («Il verde albero che brucia») composta da Sukuinushi ga Nagurareru made («E il Salvatore sarà percosso», 1993), Yureugoku («Vacillamento», 1994) e Oinau no Hi («Verso il grande giorno», 1995); Torikae ko (Chenjiringu) (2000; trad. it. Il bambino scambiato, 2013); Ureigao no dōji («L'infante con il viso malinconico», 2002); Sayōnara, watashi no hon yo! («Addio, libri miei!», 2005); Chugaeri (trad. it. Il salto mortale, 2006); Rotashi Anaberu Rii sokedachitsu mimakaritsu (2007; trad. it. La vergine eterna, 2011); Suishi (2009; trad. it. La foresta d'acqua, 2019); Bannen yōshikishū. In reito sutairu (2013).

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