MURDOCH, Keith Rupert

Enciclopedia Italiana - IX Appendice (2015)

MURDOCH, Keith Rupert

Andrea Domenico Mancuso

Editore e uomo d’affari australiano, naturalizzato statunitense, nato a Melbourne l’11 marzo del 1931. Fondatore e fino al 2013 amministratore delegato e azionista di controllo del conglomerato mediatico multinazionale News corporation, è al 32° posto della classifica degli uomini più potenti del mondo secondo la rivista statunitense «Forbes» (http://www.forbes. com/powerful-people/list/#tab:overall).

M. entrò nel settore editoriale ereditando dal padre Keith il quotidiano «Adelaide news» e progressivamente acquisì, e in alcuni casi fondò, quotidiani ed emittenti radiofoniche e televisive in Australia, Nuova Zelanda, Gran Bretagna, Stati Uniti (dove ottenne la cittadinanza nel 1985, per rispettare la legge sulla proprietà delle emittenti televisive) e altri Paesi. News corporation, fondata nel 1979 da M. ed erede della precedente News limited, fra l’altro comprendeva i canali televisivi e gli studi cinematografici del gruppo Fox (The Twentieth Century Fox), il gruppo Dow Jones con «The Wall street journal», «The Times», «The Sun», BSkyB, Sky Italia, «The New York post» e la casa editrice HarperCollins. Considerato un conservatore in politica, simbolo di ricchezza e di potere, ma anche imprenditore che tra i primi ha investito in tecnologie come la composizione elettronica per i giornali e la televisione satellitare, M. si è sempre proclamato un liberale; è stato legato in Gran Bretagna alla politica del primo ministro Margaret Thatcher, ma è stato vicino anche alle posizioni del laburista Tony Blair; negli Stati Uniti, dove nel 2004 spostò dall’Australia la sede legale di News corporation (http://news.bbc.co.uk/2/hi/business/3953407.stm), ha cercato di promuovere una politica più aperta all’immigrazione, da lui considerata necessaria per sostenere l’economia (http://www.huffingtonpost.com/2010/09/30/ murdoch-bloomberg-testify_n_745499.html).

Il 21° sec. è stato per M. segnato dallo scandalo del «News of the world», il quotidiano britannico che l’imprenditore ha dovuto chiudere nel 2011 a causa di un’inchiesta giudiziaria su una delle vicende più oscure del giornalismo mondiale. Il quotidiano era stato più volte al centro di controversie per il suo modo aggressivo di fare giornalismo e tra il 2006 e il 2007 si iniziò a parlare dell’uso sistematico di intercettazioni telefoniche, anche ai danni di un componente della famiglia reale; nel 2007 la condanna di un giornalista portò alle dimissioni del direttore, Andrew Coulson. Nel 2011 è esploso un altro scandalo per intercettazioni telefoniche ai danni di varie personalità, e il 10 luglio 2011 l’azienda ha preferito chiudere il «News of the world», dopo quasi 168 anni di vita. M. e il figlio James (il quarto dei sei figli del magnate, avuto dalla seconda delle tre mogli), al vertice di News international, la società che controllava la stampa britannica del gruppo, sono stati ascoltati sulla vicenda da una commissione della Camera dei Comuni. L’indagine della polizia britannica è risalita fino al 1999, e sono stati arrestati, fra gli altri, due ex direttori del «News of the world»: il citato Coulson (da otto mesi e fino al gennaio 2011 divenuto portavoce del primo ministro David Cameron), poi condannato nel successivo processo, e Rebekah Wade Brooks (amministratore delegato di News international), la quale è stata invece assolta.

Dopo lo scandalo M. ha annunciato una ristrutturazione di News corporation, conclusa nel 2013 con la separazione delle sue aziende in due holding: una principalmente editoriale, che mantiene il nome News corp, e un’altra per il mercato televisivo, cinematografico e multimediale, la 21st Century Fox. Quest’ultima nel 2014 ha cercato invano di acquisire un altro conglomerato mediatico statunitense, la Time Warner (http://money.cnn. com/2014/ 08/05/media/fox-time-warner-bid/index.html), nel tentativo di costituire un colosso capace di dominare il mercato.

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