KAZAKISTAN

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1993)

KAZAKISTAN


(XX, p. 143; App. II, II, p. 136; III, I, p. 946; v. urss, XXXIV, p. 816; App. I, p. 1098; II, II, p. 1065; III, II, p. 1043; IV, III, p. 754)

Repubblica socialista sovietica dal 1936, il K. costituisce oggi una repubblica indipendente (Repubblica di K.), nell'ambito della Comunità di Stati Indipendenti (CSI) nata dalla dissoluzione dell'URSS. Il paese si estende per una superficie di 2.717.300 km2 e, secondo una stima del 1991, conta 16.793.000 abitanti. Al censimento del 1989 la popolazione era risultata pari a 15.538.000 ab., dei quali il 39,7% Kazaki e il 37,8% Russi (al censimento precedente, questi ultimi rappresentavano la maggioranza della popolazione); tra gli altri principali gruppi etnici, i Tedeschi (5,8%) e gli Ucraini (5,4%). Alma-Ata, capitale del K. dal 1929 allorché sostituì Kzyl-Orda, nel 1990 raggiungeva 1.151.300 abitanti. Altre città sono: Karaganda (614.000 ab.), Čimkent (393.000 ab.), Semipalatinsk (334.000 ab.) e Petropavlovsk (241.000 ab.). Assieme alla Siberia, il K. rappresenta la regione della CSI in più rapido e intenso sviluppo. L'economia si fonda sull'agricoltura, sull'allevamento e sulle risorse minerarie. Nei primi due settori sono stati fatti, negli ultimi anni, sensibili progressi: da una parte è stato incrementato il patrimonio zootecnico (che accanto a oltre 36 milioni di capi fra ovini e caprini, comprende 10 milioni di bovini e oltre 3 milioni di suini), dall'altra sono state messe a coltura vaste aree che erano destinate un tempo al pascolo delle greggi nomadi.

Nel 1990 l'area coltivata era pari a 221 milioni di ha, corrispondenti a oltre il 20% del totale dell'area coltivata dell'ex Unione Sovietica. L'agricoltura, totalmente meccanizzata (frequentemente sono impiegati anche mezzi aerei), produce soprattutto grano, mais (1,5 milioni di t nel 1990), barbabietola da zucchero, patate, ortaggi, frutta, uva, tabacco e cotone.

Il sottosuolo è ricco di risorse: due importanti distretti carboniferi sono ubicati nel K. settentrionale (bacino di Karaganda e bacino di Ekibastuz), mentre nel K. centrale abbondano minerali quali rame, piombo, zinco e bauxite. Questi vengono lavorati localmente, per cui il K. ha bisogno di una consistente produzione di energia, che soddisfa attingendo alle proprie risorse di carbone, con alcune centrali idroelettriche sull'Ob e sull'alto Irtyš, con l'approvvigionamento di petrolio tramite oleodotti. Lungo la valle dell'Emba è presente nel sottosuolo petrolio associato a gas; nichel e cromo si trovano nelle regioni di Kustanaj e di Semipalatinsk; nei pressi di Kustanaj si trova un giacimento ferrifero, coltivato a cielo aperto, che è il maggiore di quelli del K. e rifornisce perfino la siderurgia degli Urali. La produzione di carbone è inferiore ai 150 milioni di t l'anno mentre i minerali di ferro estratti si aggirano fra i 23 e i 25 milioni di t.

Il settore secondario è strettamente connesso alla produzione mineraria e quindi sono particolarmente sviluppati i comparti siderurgico, metallurgico, chimico e petrolchimico, meccanico; non mancano industrie alimentari e tessili, legate alla florida agricoltura.

Storia. - Con la proclamazione del 16 dicembre 1991, il K. diveniva a tutti gli effetti una repubblica indipendente, una delle ultime ad abbandonare l'Unione Sovietica. Questo evento concludeva un percorso iniziato nel settembre 1989 con l'adozione del kazak come lingua ufficiale (anche se il russo veniva mantenuto come lingua interetnica): un provvedimento che s'inquadrava, come altri analoghi in altre repubbliche, nel processo di trasformazione dell'URSS avviato da M. Gorbačëv. La seconda tappa significativa fu, il 25 ottobre 1990, la dichiarazione di sovranità da parte del Soviet supremo locale unita alla decisione di avocare al K. il controllo totale delle risorse naturali e dell'economia. Protagonista di tutta questa vicenda fu, dagli inizi, N. Nazarbaev, dal giugno 1989 segretario del Partito comunista kazako e dal febbraio 1990 anche presidente del Soviet supremo.

Sotto la sua guida il K. tenne un atteggiamento favorevole al nuovo trattato dell'Unione che fu approvato con un referendum nel marzo 1991. Ma dopo il fallito colpo di stato del 20 agosto 1991 e il progressivo esautoramento di Gorbačëv, anche Nazarbaev, dopo qualche esitazione, aderì alla nuova Comunità degli stati indipendenti, la cui nascita fu sancita dalla dichiarazione di Alma-Ata del 21 dicembre 1991. Qualche tempo prima, nel settembre, il Partito comunista aveva cambiato la denominazione in 'socialista', mentre la nuova repubblica indipendente perdeva l'appellativo di socialista e sovietica. Nei mesi successivi Nazarbaev, presidente della Repubblica con larghissimo consenso popolare dal 1° dicembre 1991, ha curato in modo particolare sia le relazioni con le regioni confinanti, proponendo fra l'altro un accordo di cooperazione economica fra le repubbliche centroasiatiche, sia quelle con numerosi paesi esteri, compiendo viaggi negli Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Francia, Germania, Turchia, Corea, ecc.

Questi rapporti internazionali miravano ad attrarre investimenti stranieri, ulteriormente favoriti dalla creazione di zone di libero scambio. Il K., sul cui territorio sono schierati numerosi e potenti armamenti nucleari, ha assicurato la comunità internazionale sulle sue intenzioni di trasformarsi in paese denuclearizzato. Questo orientamento ha trovato conferma nel maggio 1992 nell'adesione del K. al protocollo del trattato START, firmato da URSS e Stati Uniti nel luglio 1991, per una progressiva eliminazione degli armamenti nucleari strategici. Inoltre nel marzo 1992 il K. è divenuto membro effettivo delle Nazioni Unite e in luglio del Fondo monetario internazionale.

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