Kalahari

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Regione dell’Africa meridionale, compresa all’incirca fra 20° e 28° lat. S e fra 19° e 24° long. E. I suoi confini, non definibili esattamente, sono rappresentati a N e a NE dalla valle dell’Okavango e dal Lago Ngami, a O dagli orli orientali, rilevati, del Damara e del Nama, a S dal profondo solco dell’Orange, a E da un tronco del Limpopo e dal piede dei Monti Matopo. L’area è di 700-750.000 km2; l’altezza oscilla fra 800 e 1200 m. È un lembo della grande piattaforma sudafricana, che, per essere situato sotto il Tropico, per la modesta elevazione, per la situazione interna e perché riparato dai venti umidi di SE dai rilievi del Transvaal, è molto arido; ha tuttavia piuttosto i caratteri della steppa che del deserto vero e proprio. Nel complesso è una regione molto inospitale ed è scarsamente abitato. Solo al margine settentrionale vi sono alcune oasi con centri stabili, in genere assai piccoli. Politicamente, la massima parte rientra nel Botswana; un lembo a S nella Repubblica Sudafricana e il margine occidentale nella Namibia.

Il nome K. rappresenta l’anglicizzazione del termine Kgalagari, usata per indicare gruppi bantu insediati nello Stato del Botswana, linguisticamente e culturalmente vicini ai Cwana. Questi gruppi occupano il K. dagli inizi del 19° sec., quando, in un’epoca di forti tensioni sociali e politiche, abbandonarono i Cwana cui erano legati da vincoli di dipendenza. Sono soprattutto pastori di bovini e di capre e cacciatori. L’organizzazione sociale si fonda sulla presenza di clan e lignaggi patrilineari.

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