Tuwim, Julian

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Poeta polacco (Łódź 1894 - Zakopane 1953). Legato al gruppo di Skamander e attivo anche come saggista, critico, organizzatore di cabarets artistici, fu tra i protagonisti della vita culturale in Polonia e il maggior esponente della nuova poesia polacca tra le due guerre. Riparato all'estero nel 1939, visse in Francia, Portogallo, Brasile, Canada e negli Stati Uniti; tornò in patria nel 1946. Aperta a suggestioni diverse, dalle correnti moderne alle tradizioni nazionali, la poesia di T. è caratterizzata da profonda novità tematica ed espressiva e al tempo stesso da un classico senso di controllo e dominio della parola e del verso. Oltre a numerose raccolte di versi (Czyhanie na Boga "Imboscata a Dio", 1918; Sokrates tańczący "Socrate danzante", 1920; Siódma jesień "Settimo autunno", 1922; Wierszy tom czwarty "Quarto volume di versi", 1923; Słowa we krwi "Parole nel sangue", 1926; Rzecz czarnoleska "Cose di Czarnolas", 1929; Biblia cygańska "Bibbia zingaresca", 1933; Treść gorejąca "Trama ardente", 1936), pubblicò il poema grottesco Bal w Operze ("Ballo all'Opera", 1936, pubbl. 1946), violenta satira antifilistea di una Polonia sull'orlo del baratro, considerato da molti il suo capolavoro, e il poema incompiuto Kwiaty polskie ("Fiori polacchi", 1940-44, pubbl. 1949). Magistrale l'attività di T. come traduttore. Postuma è uscita l'edizione complessiva Dzieła ("Opere", 5 voll., 1955-64).

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