Laforgue ‹lafòrġ›, Jules. - Poeta e prosatore francese (Montevideo1860 - Parigi1887); esordì nella rivista Les Guêpes, ma rivelò l'essenza della sua poesia sulle pagine della Vie moderne; tentò la critica d'arte nella Gazette des beaux-arts; fu lettore (1881-86) a Berlino, alla corte dell'imperatrice Augusta. La sua lirica, sensibile e accorata, e pur tendente a celarsi dietro una maschera clownesca di sarcasmo e d'ironia, si rivela come una delle più personali posizioni di partenza del simbolismo. Opere: Les complaintes (1885); Imitation de Notre-Dame la Lune (1886); Le Concile féerique (1886). Postumi apparvero le Moralités légendaires (sei racconti filosofici in prosa, 1887) e i Derniers vers (1890). Le sanglot de la Terre, 29 liriche scritte fra il 1878 e il 1883, fu pubblicato nell'edizione delle Poésies complètes (1903).
Poeta francese, nato a Montevideo, da famiglia d'origine bretone, il 16 agosto 1860, morto a Parigi il 20 agosto 1887. Fece gli studî medî a Tarbes, città natale di suo padre, ma li completò a Parigi, dove la famiglia s'era trasferita nel 1876. Frequentò i cenacoli letterarî, si legò d'amicizia con ...