NAVARRO BALDEWEG, Juan

Enciclopedia Italiana - IX Appendice (2015)

NAVARRO BALDEWEG, Juan

Paola Gregory

Architetto spagnolo, nato a Santander l’11 giugno 1939. Fra gli architetti più originali del panorama contemporaneo spagnolo, conduce la propria attività parallelamente a quella di artista (pittore, scultore, progettista di installazioni) nel quadro di una ricerca formale improntata su una medesima tensione progettuale, testimoniata anche da alcuni importanti contributi teorici.

Museo

Formatosi a Madrid alla Scuola di belle arti di San Fernando (1959-60) e quindi alla Scuola tecnica superiore di architettura (1960-65, conseguendovi il dottorato nel 1969) – dove avrebbe in seguito insegnato dal 1977, divenendone dal 2010 professore emerito – N. B. ha elaborato un linguaggio personale sostenuto da una precisa cultura visuale, capace di interpretare gli esempi del razionalismo sulla base di una raffinata rielaborazione, di cui la luce, la gravità e lo spazio costituiscono le coordinate essenziali. Grazie al suo lavoro di artista, l’attenzione alle questioni strutturali e ai nodi metodologici connessi (sempre animati da una precisa coerenza tettonica) si traduce nella ricerca di ‘disarmonie prestabilite’ in cui è la luce a giocare un ruolo fondamentale. Ne sono testimonianza la sede del Dipartimento dell’Università Pompeu Fabra (1996-2008) a Barcellona, il Teatro del Canal (2000-08) a Madrid, il Centro nazionale di ricerca sull’evoluzione umana, il Museo e il Palazzo dei congressi (2000-12) a Burgos, l’Istituto nazionale dei beni culturali (2003-09) ad Amersfoort nei Paesi Bassi, dove, con registri diversi, trasparenza e luminosità diventano protagonisti, dissolvendo la gravità della materia e sfocando i canoni compositivi in una fluttuazione continuamente differenziata. Si tratta di far vibrare le superfici, costruendo, come ad Amersfoort, dei veri e propri sfondi animati per il paesaggio urbano: sfondi talvolta arricchiti da improvvisi apparati decorativi, come nel museo a Burgos, nella distaccata maglia romboidale del teatro di Madrid o nell’articolato brise-soleil di lame rosse frastagliate e informalmente bucate sovrapposto all’involucro vetrato dell’edificio dipartimentale a Barcellona. È un lavoro di intaglio che, sovrapposto al rigore razionale, sembra tradurre la libera calligrafia della mano di N. B., sempre attenta, tuttavia, a posarsi con appropriatezza negli ambienti esistenti, di cui il progetto diviene misura e cifra esplicativa. Paradigmatici al riguardo sono gli interventi su edifici storici, dove il problema della coesistenza fra antico e nuovo diviene motivo di confronto principale.

Fra le realizzazioni più recenti: la riconversione del Mulino di Martos con il Balcone del Guadalquivir (1997-2005) a Cordova, un grande intervento di landscape urbano con un potente effetto sull’intera città, in cui il mulino, trasformato in piccolo museo idraulico, funge da catalizzatore e mediatore; la ristrutturazione della Biblioteca Hertziana (1995-2012) a Roma, una delle opere più rappresentative della capitale nell’ultimo decennio, nella quale il dialogo con una complessa stratigrafia storico-archeologica diviene misura di un intervento moderno capace di implementare il valore dell’antico senza arrendevolezza nei confronti del reale. Primo premio nel 2013 alla XII Biennale di architettura e urbanistica spagnola, nonché premio nazionale per l’architettura italiana nel 2014, il progetto della biblioteca, il cui ampliamento occupa il preesistente giardino di palazzo Zuccari, sviluppa magistralmente il tema della luce, costruendo attorno a un cortile interno e a un lucernaio trapezoidale un sistema di terrazze digradanti inondate da una soffusa luminosità.

Membro dell’Accademia europea di scienze e arti e dell’Accademia reale di belle arti di San Fernando a Madrid, nonché socio onorario dell’American Institute of architects, N. B., già insignito della medaglia d’oro Heinrich Tessenow nel 1998, ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra i più importanti: la Medaglia d’oro al merito nelle belle arti nel 2007, la Medaglia d’oro di architettura spagnola nel 2008, il premio alla carriera alla 8ª Biennale ibero-americana di architettura e pianificazione nel 2012, il premio nazionale di architettura spagnola nel 2014. Un’ampia retrospettiva del suo lavoro si è chiusa nel febbraio 2015 al Museo ICO (Instituto de Crédito Oficial) di Madrid.

Bibliografia: Juan Navarro Baldeweg. Le opere, gli scritti, la critica, a cura di F. Dal Co, J.J. Lahuerta, Á. González García, Milano 2012.

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