Goytisolo, Juan

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Narratore spagnolo (Barcellona 1931 - Marrakesh 2017), fratello di José Agustín e Luis. Calandosi negli ambienti popolari o nella piccola borghesia catalana, G. ne ha ritratto gli usi, le inquietudini, l'impotenza della rivolta, ora con un dinamismo stilistico che ricorda modelli americani (soprattutto Truman Capote), ora con ambizioni di struttura corale più vicine ai modelli spagnoli di Cela e di Baroja. La sua produzione ha goduto di rapida fortuna anche all'estero, perché in essa si riflette, più che una manifestazione di autentica poesia o di rigore di stile, un documento allucinante della precaria società spagnola del nostro tempo. Vincitore del premio Juan Rulfo nel 2004 e del premio Cervantes nel 2014, tutti i suoi scritti in prosa sono confluiti nei cinque volumi di Obras completas (2005-2008), in cui è documentata anche un'intensa produzione saggistica.

Vita

Intellettuale ribelle al franchismo, ha scelto la via dell'esilio volontario trasferendosi nel 1959 a Parigi, per poi risiedere negli Stati Uniti, dove tra il 1969 e il 1975 ha insegnato letteratura nelle università di California, Boston e New York, e quindi stabilirsi a Marrā′kesh.

Opere

Dopo i primi lavori (Juegos de manos, 1954; Duelo en el paraíso, 1955; El circo, 1957; Fiestas, 1958; La resaca, 1958; La isla, 1961; e i racconti di Para vivir aquí, 1960), improntati a uno spietato realismo col quale interpreta gli ambienti popolari e la piccola borghesia catalana, è divenuto rapidamente famoso anche all'estero; la sua opera è infatti un documento allucinante delle misere condizioni di esistenza di alcuni strati sociali nella Spagna dell'epoca di Franco.

Tra le opere successive, in cui ricerca nuove tecniche narrative, ricordiamo la trilogia Señas de identidad (1966), Reivindicación del conde don Julián (1970), Juan sin tierra (1975), violenta requisitoria contro i miti della vecchia Spagna, Makbara (1980), Paisajes después de la batalla (1982; trad. it. 2009), Las virtudes del pájaro solitario (1988), La cuarantena (1991), El sitio de los sitios (1995), Carajicomedia (2000), Telón de boca (2003; trad. it. Oltre il sipario, 2004). Con Cuaderno de Sarajevo (1993) racconta la guerra nell'ex Iugoslavia; è del 1993 anche La saga de los Marx (trad. it. Karl Marx show, 2005), romanzo picaresco sulla famiglia Marx ai tempi del crollo del Muro. Notevole anche la produzione saggistica (El furgón de cola, 1967; Crónicas sarracinas, 1982; De la Ceca a la Meca. Aproximaciones al mundo islámico, 1997; Cogitus interruptus, 1999; España y los españoles (2002, trad. it.  2005). Nel 2002 ha pubblicato Memorias, in cui sono riediti anche Coto vedado (1985) e En los reinos de taifa (1986). Oltre ai già citati cinque volumi delle Obras completas, tra i suoi lavori più recenti occorre ancora segnalare El exiliado de aquí y allá (2008; trad. it. 2014).

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