Renan, Joseph-Ernest

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Orientalista e storico del cristianesimo (Tréguier, Bretagna, 1823 - Parigi 1892). Storico e filologo acuto anche se spesso incline a trarre dai testi interpretazioni soggettive, pubblicò molti lavori di semitistica e di storia delle religioni. Enorme fama gli diede la Vita di Gesù (1863), oggetto di critiche cattoliche per la radicale umanizzazione di Gesù. Tra gli altri scritti si segnalano i Ricordi d'infanzia e di giovinezza (1883), capolavoro di psicologia e stile che ha esercitato notevole influsso sulla letteratura europea moderna, e Che cos'è una nazione (1882), con cui R. si affermò fra i maggiori teorici ottocenteschi della nazionalità, identificata con il comune passato storico e intesa essenzialmente quale eredità politica e culturale.

Vita

Rimasto orfano del padre a 5 anni, fu mandato in seminario nel 1838, ma, dopo un travagliato periodo di crisi e di dubbi, abbandonò il suo stato prima di essere ordinato suddiacono (1845). Proseguì intensi gli studi: nel 1849 fu in Italia per le ricerche sull'averroismo, tema della sua tesi, poi fu più volte in Oriente per missioni scientifiche. Prof. di ebraico al Collège de France (1862), fu privato dell'insegnamento nel 1864 per la reazione cattolica contro la sua Vie de Jésus. Riottenne la cattedra nel 1870. Nel 1878 accademico di Francia; socio straniero dei Lincei (1883).

Opere e pensiero

Ingegno sottile e scrittore efficacissimo, storico e filologo, R., dopo gli studi sull'averroismo (Averroès et l'averroïsme, 1852), pubblicò molti lavori di semitistica e di storia delle religioni (Études d'histoire religieuse, 1857; Observations d'épigraphie hébraïque, 1867; L'Ecclésiaste, 1882; e la grande Histoire du peuple d'Israël, 5 voll., 1887-93). Nel 1863 pubblicò la Vie de Jésus, opera suggestiva e di raffinata eleganza, benché talvolta lontana dal rigore filologico. La Vie de Jésus doveva essere la prima parte di una grande opera, Histoire des origines du christianisme; seguirono, infatti, con regolarità che corrisponde al sereno, infaticabile svolgersi del lavoro scientifico di R., Les Apôtres (1866), Saint Paul (2 voll., 1869), L'Antéchrist (1873), L'Église chrétienne (1879), Marc-Aurèle et la fin du monde antique (1881), opere di notevole importanza dal punto di vista storiografico per l'attenta e suggestiva ricostruzione dell'"ambiente storico" e dei personaggi, che ebbero vastissima risonanza nella cultura europea. Negli ultimi anni della sua vita, mentre attendeva ancora a grandi opere storiche (dirigeva anche dal 1881 il Corpus Inscriptionum Semiticarum), s'impegnò in scritti letterari: si ricordano i suoi numerosi Drames philosophiques (dal 1878; in vol. 1888) e soprattutto i già citati Souvenirs d'enfance et de jeunesse. Dalla sua concezione rigorosamente aristocratica del lavoro intellettuale trasse in politica opinioni conservatrici, cui s'ispirò il razionalismo antidemocratico.

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