Skelton, John

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Poeta inglese (n. forse Diss, Norfolk, 1460 circa - m. Londra 1529). Laureatosi (1493) a Cambridge, fu sino al 1500 precettore del principe Enrico, poi Enrico VIII. Nel 1498 aveva preso gli ordini sacri. Rettore (1504) del suo beneficio di Diss, fu perseguitato per lo spirito burlesco e satirico dei suoi discorsi e scritti e costretto a rifugiarsi nell'abbazia di Westminster, dove trascorse gli ultimi anni. Delle sue opere, di cui molte perdute, fece egli stesso un elenco nel poemetto Garlande of laurell in linguaggio aulico e in rhyme royal (stanze di sette pentametri giambici). Il suo spirito satirico si espresse in poemetti quali The bowge of courte (1509 circa), satira contro vizî e pericoli della vita di corte, ancora secondo i modi dell'allegorismo quattrocentesco; Colyn Cloute (1519), violenta e diretta satira contro il clero in genere e in specie contro il cardinal Th. Wolsey di cui era stato amico e che poi attaccò in epigrammi e nella virulenta satira Why come ye nat to courte?; The tunnynge of Elinoure Rummynge, realistica descrizione di donne ubriache in una taverna; The booke of Phyllyp Sparrowe (1503-07), imitazione della poesia di Catullo sul passero di Lesbia, piena di capricciose divagazioni; Speke, parrot, poemetto satirico; Skelton Laureate against the Scottes, violenta ballata contro gli Scozzesi a celebrazione della vittoria di Flodden, e tre opere drammatiche, di cui rimane una sola, Magnificence, che è uno dei migliori esempî di "moralità". Il suo spirito deliberatamente popolaresco e sboccato trovò consona espressione nel metro cosiddetto skeltonico (senarî di varia lunghezza, liberamente rimati), che ebbe il merito di rompere la monotonia dei metri di decasillabi, già inariditi con i poeti del sec. 15º.

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