MALKOVICH, John

Enciclopedia del Cinema (2003)

Malkovich, John (propr. John Gavin)

Grazia Paganelli

Attore cinematografico statunitense nato a Christopher (Illinois) il 9 dicembre 1953. Uno dei più raffinati attori hollywoodiani, a partire dalla fine degli anni Ottanta si è imposto per la sua evidente abilità nel saper aderire ai personaggi, riuscendo a ritrarli nei minimi dettagli e a renderne tutte le più sottili sfumature psicologiche. La solida esperienza teatrale gli ha inoltre permesso di poter passare da una recitazione misurata e precisa a una intensa e dai toni eccessivi.

Dopo gli studi all'Università dell'Illinois, nel 1976 fondò, con l'amico Gary Sinise, la compagnia dello Steppenwolf Theater, a Chicago, con la quale conseguì un certo successo come regista e attore in produzioni non commerciali, ricevendo però anche importanti riconoscimenti a Broadway (True West di S. Shepard). Ha esordito nel cinema con il ruolo di un reduce cieco in Places in the heart (1984; Le stagioni del cuore) di Robert Benton, per il quale ha ottenuto una nomination all'Oscar come migliore attore non protagonista. Di secondo piano, ma di rilievo, le parti sostenute in The killing fields (1984; Urla del silenzio) di Roland Joffé e, accanto a Dustin Hoffman, in Death of a salesman (1985; Morte di un commesso viaggiatore) di Volker Schlöndorff, film televisivo distribuito poi nelle sale. La sua carriera, da allora, è divenuta inarrestabile e M. ha recitato per alcuni dei più importanti registi della scena internazionale.

Abile trasformista, ha offerto le prove migliori nella parte di uomini schivi, affascinanti e misteriosi oppure immorali e scostanti: al figlio tormentato dal rimorso in The glass menagerie (1987; Lo zoo di vetro) di Paul Newman e allo spregiudicato prigioniero americano in Empire of the Sun (1987; L'impero del sole) di Steven Spielberg, è seguito il ruolo, affrontato con lo stesso talento, del genio pazzo nella commedia Making Mr. Right (1987; Cercasi l'uomo giusto) di Susan Seidelman. L'interpretazione di Valmont, cinico seduttore senza scrupoli in Dangerous liaisons (1988; Relazioni pericolose) diretto da Stephen Frears, lo ha lanciato come attore carismatico, intellettuale, ambiguo e affascinante, esempio perfetto dell'antieroe moderno, ruolo che ha riproposto in Portrait of a lady (1996; Ritratto di signora) di Jane Campion. Nell'insolita veste di produttore esecutivo ha collaborato inoltre al film The accidental tourist (1988; Turista per caso) di Lawrence Kasdan. Chiamato sempre più spesso da autori europei è stato l'intenso protagonista in The sheltering sky (1990; Il tè nel deserto) di Bernardo Bertolucci, il narratore in Al di là delle nuvole (1995) di Michelangelo Antonioni, l'inquietante studioso americano in O convento (1995; I misteri del convento) e il regista insofferente in Je rentre à la maison (2001; Ritorno a casa), questi ultimi diretti entrambi da Manoel de Oliveira. Dopo aver offerto una grande prova d'attore in Of mice and men (1992; Uomini e topi) di Gary Sinise, è stato il convincente psicopatico di In the line of fire (1993; Nel centro del mirino) di Wolfgang Petersen, per il quale ha ottenuto una nomination all'Oscar, e ha reso con sofferta umanità il ruolo dello schizofrenico in Mary Reilly (1996) di Frears, disegnando poi il paterno moschettiere Athos in The man in the iron mask (1998; La maschera di ferro) di Randall Wallace. Nel 1999 ha partecipato all'ironico e fantastico Being John Malcovich (Essere John Malkovich) di Spike Jonze, quindi in Shadow of the vampire (2001; L'ombra del vampiro) di E. Elias Mehrige, omaggio al Nosferatu del 1922, ha rievocato la figura del regista F.W. Murnau e, diretto da Liliana Cavani, nel thriller Ripley's game (Il gioco di Ripley) è tornato al suo ruolo di dandy tenebroso.

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