GOODMAN, John

Enciclopedia del Cinema (2003)

Goodman, John

Serafino Murri

Attore cinematografico statunitense, nato a Saint Louis (Missouri) il 20 giugno 1952. La sua figura corpulenta, la voce profonda e il sorriso gioviale ne hanno fatto, a partire dagli anni Ottanta, una delle figure tragicomiche più interessanti della cinematografia americana, grazie soprattutto alla collaborazione con i fratelli Joel ed Ethan Coen, da Raising Arizona (1987; Arizona junior) a O brother, where art thou? (2000; Fratello, dove sei?). Di grande duttilità nel rendere personaggi perfidi o ingenui, ha dato vita a felici interpretazioni come quella del giocatore di baseball George Herman, detto Babe Ruth, in The Babe (1992; The Babe ‒ La leggenda) di Arthur Hiller, il regista di b-movies in Matinee (1993; Matinée) di Joe Dante nonché il paramedico in Bringing out the dead (1999; Al di là della vita) diretto da Martin Scorsese.

Orfano di padre dall'età di due anni, G. studiò discipline teatrali alla Southwest Missouri State University. Trasferitosi a New York alla metà degli anni Settanta, iniziò a recitare in spettacoli per bambini e nell'ambiente off-Broadway effettuando una lunga gavetta. Dopo aver preso parte a spot commerciali, sfruttando fin dall'inizio con ironia il fisico imponente, e dopo un piccolo ruolo in Maria's lovers (1984) di Andrej Michalkov Končalovskij, ha interpretato film grotteschi e spesso triviali, come Revenge of the Nerds (1984; La rivincita dei Nerds) di Jeff Kanew, e ha avuto un ruolo minore in Sweet dreams (1985) di Karel Reisz. Uno degli incontri determinanti della sua carriera cinematografica è stato quello con i fratelli Coen avvenuto nel 1987, quando ha dato vita al personaggio dell'evaso in Raising Arizona. Ancora in ruoli di supporto ha partecipato a film come The Big Easy (1987) di Jim McBride e Always (1989; Always ‒ Per sempre) di Steven Spielberg, mentre la sua notorietà è aumentata grazie a una parte fissa nella popolare situation comedy televisiva, di grande successo, Roseanne (1988-1997). Successivamente si è affermato come protagonista dapprima in King Ralph (1991; Sua maestà viene da Las Vegas), commedia grottesca di David S. Ward, dove è il pianista yankee di second'ordine che scopre di essere discendente dei reali d'Inghilterra; poi in Barton Fink (1991; Barton Fink ‒ È successo a Hollywood) dei fratelli Coen, in cui recita nel ruolo del dissociato piazzista Charlie Meadows, il vicino di stanza dello sceneggiatore in crisi (John Turturro); quindi in The Babe. Dopo aver reso con estrema ironia il ruolo dello scombinato regista di horror Lawrence Woolsey nel grottesco Matinee, è stato il volgare milionario Harry Brock, che viene infine abbandonato dalla sua apparentemente svampita amante (Melanie Griffith) in Born yesterday (1993; Nata ieri) di Luis Mandoki, remake dell'omonimo film di George Cukor: personaggi a metà strada tra ingenuità e cattiveria, meschini sognatori e vittime dell'ideologia americana del successo. Nel 1994 è stato Fred, il padre della famiglia di cavernicoli, in The Flintstones (I Flintstones) di Brian Levant, versione cinematografica della celebre serie di cartoons di William Hanna e Joseph Barbera. Nel 1995 ha preso parte alla versione televisiva di A streetcar named desire di T. Williams diretta da Glenn Jordan, nel ruolo di Harold 'Mitch' Mitchell. Tornato a lavorare con i fratelli Coen in The big Lebowski (1998; Il grande Lebowski), nella parte di un reduce del-la guerra del Vietnam, amico del protagonista e suo compagno nel gioco del bowling, nello stesso anno è stato tra i protagonisti della commedia musicale Blues Brothers 2000 (Blues Brothers ‒ Il mito continua) di John Landis. Tra i personaggi di maggior rilievo interpretati in seguito da G., da ricordare il paramedico Larry, bulimico compagno di scorribande notturne nell'ambulanza di servizio a fianco del protagonista Frank (Nicholas Cage), in Bringing out the dead, il predicatore Big Dan Teague nel libero adattamento comico dell'Odissea dei fratelli Coen O brother, where art thou?, e quindi il detective Dehling della squadra omicidi, innamorato della femme fatale, interpretata da Liv Tyler, nel parodistico poliziesco One night at McCool's (2001; Un corpo da reato) di Harald Zwart.

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