BROWN, John

Enciclopedia Italiana (1930)

BROWN, John (detto John Brown of Ossawatomie)

Arthur Livingston

Famoso abolizionista americano, nato a Torrington (Connecticut) il 9 maggio 1800; impiccato a Charlestown (West Virginia), il 2 dicembre 1859.

Dopo tre quarti di secolo la critica americana non ha raggiunto ancora l'accordo intorno a questa imbrogliatissima figura d'uomo. È il santo martire della dignità umana, adorato ed esaltato dall'Emerson, dal Garrison, da Victor Hugo? O è il volgare truffatore, il mercante fallito e disonesto, il reo d'abigeato, l'assassino bestiale, l'egoista fanatico e ipocrita che si fa réclame coi principî liberali e mastica frasi bibliche per vuotare meglio la borsa all'amico? Dissenzienti anche i giudizî sull'efficacia della sua attività. Per alcuni è l'uomo che, con la morte eroica, ha distrutto lo schiavismo in America: per altri ha complicato ed ostacolato quella grande vittoria della civiltà americana.

Disceso da antenati puritani, B. è fin da ragazzo, un tipo inquieto, mobile, immaginativo. Lo attirano varie professioni: è conciatore di pelli, agrimensore, venditore di bestiame, mercante di lana, impiegato alle poste, agricoltore, speculatore in terreni. Spesso nelle sue imprese si sente una certa larghezza d'aspirazione: riesce a perdere quarantamila dollari in una sola operazione. Sente il fascino delle frontiere: dall'Est passa nell'Ohio, nel Kansas; torna nel Massachusetts; vuol andare nella Virginia; si stabilisce finalmente nelle montagne incolte del New York. La vita non gli è facile: deve vivere di ripieghi, non paga tutti i debiti, non mantiene tutti i contratti. La sua cultura è mediocre, ingenua. Conosce a mente la Bibbia; Dio e la parola di Dio gli stanno sempre in bocca, tanto nella conversazione intima quanto nei solenni sfoghi oratorî in pubblico. Gl'ingannati gli perdonano, i vicini lo rispettano. Predomina, da patriarca, sulla sua famiglia: i figli lo seguono nel pericolo, alla morte.

Non ha, come vuol la leggenda, dedicato tutta la vita ai Negri oppressi nella schiavitù. Soltanto dopo il 1840 comincia a pensare sul serio all'agitata questione, soltanto dopo il '47 comincia a escogitare piani d'azione, soltanto nel '54 scende in campo. In quest'anno raggiunge alcuni figli suoi che hanno comprato terreni a Ossawatomie nel Kansas, territorio nuovo contrastato sanguinosamente dagli schiavisti e dagli abolizionisti. La notte del 25 maggio 1856 B. è vicino a Lawrence con una pattuglia di "abolizionisti"; alcuni sconosciuti si presentano nelle case di cinque schiavisti, li strappano alle loro famiglie e barbaramente li uccidono. B. non ha mai assunto la responsabilità per il cosiddetto "massacro di Pottawatomie"; non l'ha mai recisamente sconfessato. Una compagnia di trenta soldati federali procede sul luogo per arrestarlo; egli li incontra con otto uomini. Abboccatosi col comandante Tate, B. riesce a premergli una pistola sul cuore: sparerà se i soldati non si arrendono. È la celeberrima vittoria di Black Jack. Il 30 agosto trecento schiavisti assaltano Ossawatomie, e sono coraggiosamente respinti. Esaltato in tutto il Nord della nazione, "Old Brown", diventa "John Brown di Ossawatomie". B. ha trovato la carriera, diventa agitatore abolizionista di professione. Nel '56, nel '57, raccoglie fondi e stabilisce relazioni per attuare un piano fantastico: stabilirsi da ribelle nelle montagne della Virginia e creare un rifugio per schiavi fuggiaschi. Fin dal '47 aveva scelto Harper's Ferry come luogo ideale per una tale impresa. Nel dicembre 1858, invade i territorî del Wisconsin, libera qualche schiavo, passa a Chatham nel Canada. Comincia a formare un "esercito" di liberatori. Racimola attorno a sé, oltre tre figli suoi, dieci Bianchi e trentacinqu̇e Negri, pazzi eroici. Nell'estate del '59 compra un podere vicino a Harper's Ferry; e cogliendo il momento favorevole, il 16 ottobre, cala con diciotto uomini sull'arsenale, occupandolo, proclamando la libertà degli schiavi, arrestando come ostaggi alcuni proprietarî. L'ambiente reagisce; B. si rifugia nell'arsenale. Arriva il giorno dopo un reggimento di soldati di marina. Dieci ribelli, fra essi due figli del B., sono presto uccisi, sei si arrendono, uno riesce a salvarsi. B., ferito, è prigioniero. Mentre il Nord ribolle di proteste in suo favore, la Virginia, offesa, insultata, si erge rabbiosa, inesorabile. Con sublime dignità, con cristiana rassegnazione, B. muore sulla forca il 2 dicembre. Diciassette mesi dopo risuonano davanti a Fort Moultrie le prime cannonate della guerra civile.

Lanciandosi in battaglia i soldati dell'Unione cantano:

John Brown's body lies a-mouldering in the grave,

But his soul goes marching on.

Quattro anni dopo non c'è più uno schiavo in America.

Bibl.: Nella vasta bibliografia sul Brown, resta insuperata e insuperabile la biobibliografia di O. G. Villard, J. B., Boston 1910.

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