Monod, Jacques

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Biologo francese (Parigi 1910 - Cannes 1976). Assistente nel laboratorio di zoologia della Sorbona, M. si recò nel 1936 con B. Ephrussi al California Institute of Technology, ove entrò in contatto con il gruppo del genetista T. H. Morgan. Nel 1941 ricevette il dottorato in scienze alla Sorbona con una tesi sulla crescita delle colture batteriche in cui mostrava che la crescita batterica obbediva a semplici leggi quantitative. Dopo la guerra, durante la quale aveva svolto un'importante funzione nella Resistenza, entrò all'Institut Pasteur (1945), in qualità di capo laboratorio nel servizio diretto da A. Lwoff e nel 1953 fu nominato direttore del nuovo servizio di biochimica cellulare. Pur continuando a svolgere le sue ricerche all'Institut Pasteur, M. tenne la cattedra di biochimica nella facoltà di scienze (dal 1957) per passare, nel 1967, alla cattedra di biologia molecolare al Collège de France. La lezione inaugurale al Collège fu l'occasione per presentare la sua concezione della scienza e della vita, sviluppata poi nel libro Le hasard et la nécessité: essai sur la philosophie naturelle de la biologie moderne (1970; trad. it. 1970), che ebbe notevole eco suscitando vivaci polemiche e discussioni. Nel 1965, intanto, gli era stato attribuito, insieme a F. Jacob e A. Lwoff, il premio Nobel per la medicina o la fisiologia. Il problema scientifico che interessava M. era la sintesi di enzimi, controllata da geni e indotta da un substrato, come sistema modello per lo studio della sintesi delle proteine e delle relazioni fra genetica e fisiologia cellulare. Nel 1957 M. iniziò la collaborazione con F. Jacob che lavorava sul fenomeno della lisogenia, cioè l'induzione di un virus batterico. La messa in comune dei risultati e delle tecniche di questi due settori di ricerca portò sia alla chiarificazione dei meccanismi riguardanti la regolazione genetica della sintesi proteica, sia alla definizione (1961) del concetto di RNA messaggero e delle nozioni di operone (come unità di espressione coordinata di più geni) e di interazione tra siti distinti di una macromolecola (allosteria). Nel 1971 M. divenne direttore generale dell'Institut Pasteur, carica che tenne sino alla morte.

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