JACOPO da Varazze (o de Voragine, de Varagine)

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1996)

JACOPO da Varazze (o de Voragine, de Varagine)

P. Réfice

Scrittore domenicano, nato tra il 1228 e il 1230, J. entrò nell'Ordine nel 1244 e fu provinciale di Lombardia nel 1267-1277 e poi nel 1281-1286; sei anni più tardi egli accettò la cattedra arcivescovile di Genova, città dove morì nel 1298.Tra gli anni cinquanta e sessanta del sec. 13° J. attese alla compilazione della sua opera agiografica, la Legenda sanctorum, nota anche come Historia Lombardica - in relazione a un passo sulle vicende dei re longobardi - e principalmente come Legenda aurea. Essa si configura come un corpus di vite di santi (Le Goff, 1984), organizzato in base al calendario liturgico, nel quale confluiscono i vari filoni della tradizione orale e le fonti collazionate nelle raccolte agiografiche precedenti, soprattutto domenicane, quali l'Epilogus in gesta sanctorum di Bartolomeo di Trento e lo Speculum historiale di Vincenzo di Beauvais, ambedue composti intorno al 1244 (Boureau, 1984).La Legenda aurea ebbe un'immediata, enorme diffusione - testimoniata dai ca. mille manoscritti conservati -, che seguì tre direttrici fondamentali a partire dai principali centri dell'Ordine, dall'Italia padana verso il Nord della Francia e poi nelle Fiandre e in Inghilterra, da Colonia verso la Germania settentrionale e ancora da Parigi attraverso tutta la Francia e la Spagna, per ritornare infine in Italia (Fleith, 1990). Tale diffusione appare direttamente connessa alle finalità originarie dell'opera, compilata per servire all'edificazione dei religiosi e come repertorio di exempla da cui attingere per la predicazione, e quindi affine nei contenuti alla vasta produzione di sermoni, che - insieme alla Chronica de civitate Ianuae, scritta negli ultimi anni della sua vita - completano l'opera di Jacopo. Tra questi, particolare rilievo assumono i sermoni mariani, che, insieme agli episodi riportati nella Legenda aurea, contribuiscono a definire il quadro dei temi mariologici dell'epoca, quali la morte, i funerali e il seppellimento come preludio al privilegio della risurrezione integrale, in anima e corpo, dopo tre giorni. Questi episodi, tratti indirettamente dalla tradizione apocrifa e orientale e illustrati da J. con una serie di corollari - per es. quello dell'incredulità di Tommaso che, giunto in ritardo al momento dell'Assunzione, avrebbe ricevuto come prova tangibile dell'accaduto la cintola lasciata cadere dal cielo da Maria -, avvicinano la sorte eccezionale della Madre a quella del Figlio e corrispondono largamente alla tematica iconografica espressa a partire dal sec. 12° nei cicli culminanti con l'Incoronazione della Vergine (Verdier, 1986).In generale l'agiografia di J. costituisce un repertorio di motivi di grande diffusione nella cultura gotica, frequenti nei cicli con storie di santi , con i quali la Legenda aurea condivide il carattere enciclopedico e didattico; da essa è possibile attingere chiavi interpretative di singoli episodi allora popolari, come il diavolo che, in veste di pellegrino, assassina un bimbo nelle Storie di s. Nicola eseguite da Ambrogio Lorenzetti (Firenze, Uffizi), e di immagini corrispondenti a differenti tradizioni dei grandi temi della cultura religiosa, per es. il purgatorio come luogo situato accanto all'inferno, oppure nell'aere, o nella zona torrida (Le Goff, 1981).Rispetto alla diffusione di tali immagini l'opera assunse un'importante funzione: da un lato contribuì a un arricchimento degli elementi iconografici legati ai santi più largamente rappresentati - da J. deriva per es. il motivo inconsueto dell'angelo con il libro inserito nella scena della Crocifissione di s. Pietro nel giottesco polittico Stefaneschi (Roma, Mus. Vaticani, Pinacoteca; Hug, 1929; Gardner, 1974) - e dall'altro assecondò la tendenza all'affermazione di nuovi soggetti. In generale i santi sono descritti non già in rapporto a una tipologia statica attinta dalla più antica tradizione ecclesiastica - apostoli, martiri, vergini, confessori, dottori o papi, evangelisti, eremiti, vescovi (Le Goff, 1984) -, ma piuttosto enfatizzandone la funzione di mediatori con il divino attraverso la dettagliata descrizione di scene di martirio o di fatti miracolosi. Questa tendenza, trasportata nell'ambito della rappresentazione iconografica, corrisponde a un'accentuazione dell'elemento narrativo.Il giudizio negativo sulla Legenda aurea dato dagli umanisti a partire dal sec. 16° - per es. Juan Luís Vives (De disciplinis) - e poi dalla critica agiografica, ivi compresi i Bollandisti, è connesso con la non verificabilità delle fonti dell'opera, in gran parte orali, secondo i criteri della metodologia filologica e storica moderna.I manoscritti miniati con le varie redazioni della Legenda aurea risentono a loro volta delle iconografie diffuse nei più noti cicli agiografici monumentali: un esemplare con la traduzione francese commissionata a Jean de Vignay da Giovanna di Borgogna, eseguito intorno al 1348 (Parigi, BN, fr. 241), si ispira largamente a modelli cimabueschi e giotteschi e raffigura con caratteristiche generiche i santi rappresentati meno di frequente (Maddocks, 1986).

Bibliografia:

Fonti. - Jacopo da Varazze, Legenda aurea, a cura di T. Graesse, Dresden-Leipzig 1849 (rist. anast. Osnabrück 1965); id., Sermones aurei de Maria Virgine Dei Matre, Venezia 1590; J.L. Vives, De disciplinis, II, Bruges 1531; AASS. Ianuarii, I, Antwerpen-Bruxelles 1643, pp. 19-21.

Letteratura critica. - W. Hug, Quellengeschichtliche Studie zur Petrus und Paulus. Legende der Legenda aurea, Historisches Jahrbuch 49, 1929, pp. 604-625; P. Saintyves, En marge de la Légende dorée. Songes, miracles et survivances. Essai sur la formation de quelques thèmes hagiographiques, Paris 1930; E. Mâle, L'art religieux du XIIIe siècle en France, Paris 1948⁸ (1898), pp. 497-602; J. Gardner, The Stefaneschi Altarpiece: a Reconsideration, JWCI 37, 1974, pp. 57-103: 82; J. Le Goff, La naissance du Purgatoire, Paris 1981, pp. 430-433; A. Boureau, La Légende dorée. Le système narratif de Jacques de Voragine (+1298), Paris 1984; J. Le Goff, ivi, pp. I-VII; Legenda Aurea: sept siècles de diffusion, "Actes du Colloque international, Montréal 1983", a cura di B. Dunn-Lardeau, Montréal-Paris 1986; P. Verdier, Les textes de Jacques de Voragine et l'iconographie du couronnement de la Vierge, ivi, pp. 95-99; H. Maddocks, Illumination in Jean de Vignay's Légende Dorée, ivi, pp. 155-162; Jacopo da Varagine, "Atti del Convegno, Varazze 1985", a cura di G. Farris, B.T. Delfino, Genova 1987; Raccolte di vite dei santi dal XIII al XVIII secolo. Strutture, messaggi, fruizioni, a cura di S. Boesch Gajano, Fasano 1990; B. Fleith, Legenda Aurea: destination, utilisateurs, propagation. L'histoire de la diffusion du légendier au XIIIe et au début du XIVe siècle, ivi, pp. 41-48; id., Studien zur Überlieferungsgeschichte der lateinischen Legenda aurea (Subsidia Hagiographica, 72), Bruxelles 1991.

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