NICHOLSON, Jack

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1993)

NICHOLSON, Jack

Francesco Bolzoni

Attore cinematografico statunitense, nato a Neptune (New Jersey) il 22 aprile 1937. Cresce in una famiglia dissestata, e la sua adolescenza è segnata da studi disorganici e da ricche esperienze di vita. Ancora ragazzo, emigra a Los Angeles ed entra nel mondo dello spettacolo: studia recitazione e trova lavoro nel settore disegni animati della Metro Goldwyn Mayer. Dopo un apprendistato in una compagnia teatrale che fornisce sbrigativi intrattenimenti a palcoscenici e schermi televisivi provinciali, N. passa al cinema.

È accolto come attore − ma lavorando anche come sceneggiatore − al seguito del produttore e regista R. Corman il quale, con film horror e western a basso costo, coltiva una sua eccentrica maniera, circondandosi di giovani cineasti spesso estrosi. La faccia mobile di N., capace di ironie e tenerezze, be

ne si adatta a film sospesi fra il rispetto di un genere e la sua parodia, quali The little shop of horrors (1960), The raven, I maghi del terrore (1963), The St. Valentine's Day massacre, Il massacro del giorno di San Valentino (1967), diretti tutti da Corman.

Protagonista delle prove iniziali di M. Hellman e B. Rafelson, registi in seguito famosi, N. diventa popolare grazie a Easy rider (1969) di D. Hopper che, con grazia naturale, rispecchia attese e passioni della ''generazione dei fiori'' che si spensero nella guerra del Vietnam. Con l'esaurirsi di una fase di contestazione e di rinnovamento nella società nordamericana, ben rappresentata da alcuni film di cui N. è interprete (Five easy pieces, Cinque pezzi facili, 1970; The last detail, L'ultima corvée, 1973, ecc.), l'attore, considerato ormai da autori rappresentativi quali l'Antonioni di Professione: reporter (1975) o il Polanski di Chinatown (1974), simbolo di una stagione, esprime le proprie possibilità soprattutto su due registri fondamentali.

In alcune occasioni (per es. in One flew over the cuckoo's nest, Qualcuno volò sul nido del cuculo, 1975), credendo ancora nella forza sociale delle immagini, dà un'impronta personalissima, di segno autobiografico, a un personaggio a rischio, un ribelle suo malgrado. Altre volte, con un sospetto di divertimento, se non di segreta derisione, eccede nel colorire i personaggi e distorce, fino al limite della caricatura, i nobili tratti del viso. Più che sforzarsi di riportare tipi eccentrici alla misura del carattere, tende a sbozzare una maschera deformata in una smorfia postmoderna di paradossale espressività: si vedano, più ancora di Shining (1980), Prizzi's Honor, L'onore dei Prizzi (1985), The witches of Eastwick, Le streghe di Eastwick (1987), e Batman (1989). Fra le sue opere più recenti: The two Jakes, Il grande inganno (1990), Man trouble, La gatta e la volpe (1991), A few good men, Codice d'onore (1992), Hoffa (1992). Come regista N. non ha avuto grande successo.

Oltre a ben sette nominations, ha vinto due Oscar (1975 e 1983), una Palma d'oro a Cannes (1974) e un David di Donatello (1975-76).

Bibl.: J. Nicholson, a cura di G. Ghigi, Venezia 1981; D. Silveston, J. Nicholson, New York 1982.

TAG

Metro goldwyn mayer

David di donatello

Disegni animati

Los angeles

Easy rider