IVAN III, granduca di Moscovia e di tutta la Russia

Enciclopedia Italiana (1933)

IVAN III, detto qualche volta il Grande, granduca di Moscovia e di tutta la Russia

Giorgio Vernadskij

Nacque il 22 gennaio 1440 dal granduca di Mosca Vasilij II e dalla principessa Maria Jaroslavna. L'epoca del regno di I. III è uno dei periodi più importanti della storia russa.

Per la politica seguita da I. il principato Moscovita, dopo aver conquistato quasi tutte le città della Russia nord-orientale (Novgorod, Tver′), divenne il regno della Grande Russia. Oltre a ciò I. fu il primo che indirizzò le aspirazioni degli zar russi verso la Russia sud-orientale (che faceva allora parte del regno lituano) e sotto il suo regno fu raffermata l'indipendenza del regno moscovita dall'Orda d'Oro, mentre la politica estera fu caratterizzata da una larghezza d' idee fino allora sconosciuta in Russia. Ebbero inizio rapporti non solo con i regni dell'Oriente musulmano e ortodosso, ma anche con l'Occidente cattolico, e architetti, artisti, ingegneri, medici italiani furono chiamati a lavorare in Russia. La sua epoca fu inoltre caratterizzata da una grande tensione del pensiero religioso russo per le dispute fra i seguaci del cristianesimo spirituale e quelli della disciplina esteriore ecclesiastica, e il fiorire della cosiddetta "eresia giudaizzante".

L'aspirazione di I. a creare un regno russo al posto di singoli principati si manifestò fin dai suoi primi anni di regno. Suo padre, Vasilij II, preso dai principi e accecato (1446), poi liberato e tornato al potere cieco, cercò di mettere in grado il figlio di governare nel più breve tempo possibile. Già all'età di otto anni I. portava il titolo di granduca, cioè fu messo ufficialmente al fianco del padre nel regno. All'età di 12 anni gli fu data in sposa la principessa di Tver′, Maria Borisovna (1452), e a 22 (1462) salì al trono. Appena iniziato il suo regno, I. cercò subito di limitare l'indipendenza di alcuni principi (di Jaroslav, di Verejsk); ma solo verso la fine degli anni 1460-70 la sua politica comincia a farsi più attiva. Da una parte fu dato inizio alla guerra coi tartari di Kazan′; dall'altra I. decise di porre le mani su Novgorod, il più importante centro commerciale e culturale della Russia medievale, allora diviso tra due partiti: quello aristocratico tendente verso la Lituania, il democratico verso Mosca. Nel 1470 vinse il partito lituano e I. non volendo cedere la città alla Lituania marciò nell'anno seguente contro Novgorod. L'aiuto aspettato dalla Lituania non venne, e Novgorod dovette riconoscere il potere sovrano di I. (1471) pur conservando la sua autonomia interna. Nell'anno seguente I., mortagli la prima moglie (1467), sposò Sofia (Zoia) Paleologo, nipote dell'ultimo imperatore bizantino Costantino.

Sofia era stata educata nella religione cattolica, e col darla in moglie a I., il papa aveva sperato di facilitare la propaganda cattolica a Mosca. Ma queste aspettative andarono deluse in gran parte, poiché Sofia si dichiarò ortodossa a Mosca. Dopo due anni venne dietro a Sofia una schiera di artisti e di operai italiani. Il matrimonio di I. con Sofia Paleologo fece di questo principe moscovita il successore dei Cesari bizantini agli occhi del popolo russo. I. stesso cominciò a usare ogni tanto il titolo di zar nei documenti diplomatici.

Sull'inizio della primavera del 1477 I. espresse la volontà di porre un limite all'autonomia di Novgorod. A Novgorod scoppiò una rivolta, che ebbe per conseguenza la marcia di I. contro questa città, che fu costretta ad arrendersi alla grazia del vincitore (1478). Quanto ai rapporti suoi col mondo mongolo, I. seppe con grande arte trar profitto dei disaccordi che correvano fra i singoli stati. Nel 1474 egli riuscì a concludere un trattato d'amicizia col khān di Crimea Mengli-Girej, che rimase in vigore anche dopo che il khān di Crimea ebbe riconosciuta la sovranità del sultano di Turchia, e costituì la pietra angolare della politica di I., rendendogli un servizio inapprezzabile nella lotta con l'altro khān mongolo, quello dell'Orda d'Oro. Nel 1480 Achmat, il khān dell'Orda d'Oro, marciò contro Mosca, calcolando sull'aiuto della Lituania. L'esercito moscovita affrontò Achmat sulle rive del fiume Ugra. Dopo alcuni scontri incerti, Achmat, poiché l'aiuto della Lituania era mancato, ed egli era minacciato alle spalle dal khān di Crimea, ripiegò. Questa ritirata di Achmat è passata nella storia col nome di "caduta del giogo tartaro". In realtà però già dai tempi di Vasilij II il principe moscovita aveva cessato di considerarsi soggetto al khān dell'Orda d'Oro. Dopo aver respinto l'attacco di Achmat, I. ebbe le mani libere per agire con più energia contro il regno di Kazan′. Nel 1487 Kazan' si arrese ai generali russi e lo zar di Kazan' divenne vassallo di I. che accrebbe la sua pressione sui principi russi ancora indipendenti.

Nel 1481, dopo la morte di suo fratello Andrea, egli aveva annesso a Mosca l'appannaggio di Andrea, Vologda, per un debito non pagato. Nel 1482 egli ereditò, da un altro parente suo, Beloozero. Nel 1483 morì il principe di Rjazan′, sposato con la sorella di I., e i suoi due figli, che avevano spartito fra di loro Riazan′, divennero effettivamente dei vassalli del granduca di Mosca. Infine nel 1485 fu annessa Tver′ a Mosca. Nel 1486 I. concluse un accordo coi suoi fratelli, per cui essi riconobbero la sua sovranità.

Nello stesso tempo la diplomazia di I., sotto la direzione del djak (segretario degli affari esteri) Teodoro Kuricyn, lavorava per l'isolamento del nemico che Mosca aveva nell'Occidente, il regno polacco-lituano. L'amicizia di Ivan col gospodar moldavo, Stefano il Grande, fu coronata dal matrimonio di Elena, figlia di Stefano, con Ivan il Giovane, figlio di I. III, avuto dalla prima moglie (1483). Poi fu concluso un trattato di amicizia col re d'Ungheria Mattia Corvino (1486) e furono iniziate delle relazioni con Massimiliano d'Austria (1488-90). Così il desiderio di conquistare libertà di navigazione nel mare Baltico per il regno moscovita (conseguenza naturale dell'annessione di Novgorod a Mosca) portò verso relazioni con la Danimarca (1492). Morto nel 1492 Casimiro, re di Polonia e granduca della Lituania, I. trasse partito per attaccare la Lituania. La guerra riuscì favorevole a Mosca, e con la pace del 1494 il granduea di Lituania Alessandro dovette riconoscere Ivan sovrano di tutta la Russia (essendo riconosciute così le ulteriori pretese di I. sulle terre russe, che facevano parte del granducato lituano). La pace fu confermata con un matrimonio: Elena, figlia di I. e di Sofia Paleologo, fu data in sposa ad Alessandro di Lituania (1495). Verso la fine del sec. XV, I. aveva raggiunto il massimo suo successo diplomatico, e anche il consolidamento all'interno del regno moscovita aveva trovato la sua espressione giuridica nel sudebnik (Codice di leggi, 1497), che migliorava notevolmente la procedura giuridica, e accentuava l'accrescimento del potere centrale e l'indebolimento dei privilegi feudali locali. Gli ultimi anni del regno di Ivan III furono turbati dalla lotta dei partiti nell'interno e dagl'intrighi fra i cortigiani.

Negli anni 1480-1490 la politica amministrativa del regno di I. si trovava sotto l'influenza del partito diretto da Teodoro Kuricyn, che era in stretti rapporti con la cosiddetta "eresia dei giudaizzanti". Questo partito agiva in favore della secolarizzazione dei beni della Chiesa, sostenendo pure l'idea dell'indipendenza del potere secolare della Chiesa. La lotta politica si complicò con intrighi personali. Il figlio di I., Ivan il Giovane, e la moglie di lui Elena di Moldavia, sostenevano i "giudaizzanti". Sofia Paleologo e suo figlio Vasilij (il futuro granduca Vasilij III) caddero in disgrazia. Fu dichiarato erede Dimitri, figlio di Ivan il Giovane e di Elena (Ivan il Giovane era morto nel 1490). Nel 1498 Dimitrij fu solennemente incoronato. Ma già nell'anno seguente il partito di Sofia e di Vasilij ritornava vincitore. Dimitrij fu arrestato e fu dichiarato erede Vasilij. Nel 1504 ebbe luogo un concilio ecclesiastico (Sobor) per procedere contro gli eretici, e i capi dei "giudaizzanti" furono mandati sul rogo.

Un anno dopo Ivan III morì (1505) lasciando fama di uno dei regnanti più notevoli dei suoi tempi e di uomo politico d'eccezione per forza di carattere, costanza e prudenza.

Bibl.: N. M. Karamsin, Istorija gosudarstva rossijskago, VI, 6ª ed., 1852; S. M. Solov′ev, Istorija Rossii, V, 1855; D. I. Ilovajskij, Istorija Rossii, II, 1898; notizie sul viaggio di A. Contarini v. in A. Manuzi, Viaggi, 1565; P. Pierling, La Russie et l'Orient. Mariage d'un Tsar au Vatican: Ivan III et Sophie Paléologue, 1891; id., La Russie et le Saint-Siège, I, 1896.

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata