Isteresi chimica

Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2008)

isteresi chimica

Simone Gelosa

Per un sistema fisico l’isteresi è la sua capacità di rispondere in modo ritardato alle sollecitazioni a esso applicate, seguendo un cammino che dipende dallo stato precedente. Il termine è stato introdotto per la prima volta dall’ingegnere e fisico scozzese James Alfred Ewing, che ha riscontrato il fenomeno nello studio dei materiali magnetici. L’isteresi è stata sfruttata per la produzione di materiali particolari, come per es. le calamite, che conservano grazie a essa la magnetizzazione. Nei calcolatori il fenomeno dell’isteresi permette il salvataggio dei dati nelle memorie ferroelettriche, consentendo il funzionamento di molti circuiti elettrici. L’isteresi è un esempio tipico di fenomeno non lineare e nei casi precedenti dipende dall’immagazzinamento di una parte dell’energia che viene fornita a un sistema. Il concetto di isteresi è stato applicato a diversi campi della fisica, per descrivere il comportamento dei materiali magnetici e dell’elasticità, e successivamente anche alla chimica, alla biologia e perfino all’economia. Interessanti esempi di isteresi si riscontrano in sistemi chimici reagenti in cui siano presenti diverse reazioni accoppiate con espressioni delle velocità di reazione non lineari. Se le reazioni vengono condotte in reattori che operano con flusso continuo dei reagenti, si riscontra sperimentalmente, e si dimostra teoricamente, che esistono diversi stati stazionari compatibili con valori diversi delle concentrazioni delle specie coinvolte nelle trasformazioni in gioco. → Sistemi chimico-fisici: autorganizzazione

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Ferroelettriche