İstanbul Città della Turchia (8.831.805 di ab. nel 2007; 11.800.000 ab. considerando l’intera
İ. è stata meta di una cospicua immigrazione, fattore principale del veloce accrescimento demografico (gli abitanti si sono quintuplicati nel corso del 20° sec.) e della conseguente espansione topografica; questa è avvenuta in diverse direzioni, anche sull’opposta sponda del Bosforo, intorno al quartiere commerciale di
Fondata intorno al 660 a.C., con il nome di Bisanzio, ebbe subito grande importanza per la sua posizione all’imboccatura del
Quando Costantino decise di trasferire il governo imperiale in Oriente, Bisanzio ne divenne la sede e, nel 330, fu solennemente inaugurata con il nome di Costantinopoli . Il clero/">clero vi costituì sempre una classe privilegiata, soprattutto per il crescere progressivo dell’autorità del patriarca, che divenne il capo supremo della
Costantinopoli divenne sede della corte e del governo dei sultani turchi soltanto nel 1465 e, da allora, comprese amministrativamente anche Scutari e si arricchì di Beyoǧlu (Pera), il più importante sobborgo per la vita economica e politica nel 19° secolo. Centro di cultura musulmana, nel 18° sec. stabilì attivi rapporti artistico-letterari con l’Occidente. In seguito alla
Il nome di İ., forse derivato dall’espressione greca εἰς τήν πόλιν («verso la Città»), prevalse dopo la conquista turca (1453), ma fu stabilito ufficialmente dalle autorità dopo la proclamazione della repubblica e il trasferimento della capitale.
La cinta muraria della città costantiniana comprendeva 4 delle 7 colline della penisola che si protende tra il Mar di Marmara e il Corno d’oro, sulle quali l’abitato si estese tanto rapidamente da rendere necessaria, già sotto Teodosio II (5° sec.), la costruzione di nuove mura dal lato della terraferma, cui si raccordava la difesa costiera – in gran parte distrutta – formando uno dei più imponenti sistemi di fortificazione del mondo antico. La porta principale era quella Aurea (vi faceva capo la via Egnatia), a 3 fornici, poi compresa e circondata dal castello delle Sette Torri (Yedikule hisari), costruito da
Degli edifici di culto cristiano, S. Irene, costruita sull’acropoli di Bisanzio prima della fondazione di Costantinopoli ma risalente nelle forme attuali (pianta basilicale, copertura a volte e cupola) alla ricostruzione giustinianea, ebbe funzione di cattedrale fino alla fondazione costantiniana di S. Sofia. Consacrata nel 360, distrutta da un incendio nel 404, ricostruita da Teodosio II (gli scavi hanno restituito resti del sontuoso pronao) e ancora distrutta durante la rivolta di Nika, S. Sofia fu nuovamente edificata (532-37) da Giustiniano a opera di Antemio di Tralle e Isidoro da
Le numerose chiese (alcune note solo dalle fonti, come il famoso Apostolèion costantiniano, completamente rifatto da Giustiniano, sul cui luogo si eleva ora la Fātih
Dopo il crollo dell’Impero bizantino gran parte delle chiese furono trasformate in moschee e la città continuò ad abbellirsi di splendidi monumenti, dovuti alla munificenza dei sultani: dalla moschea di Bāyazīd (1497-1505) a quella di Solimano il Magnifico (1550-57), opera dell’architetto Sinān, con una fastosissima decorazione all’interno (nel giardino i mausolei di Solimano e della sultana Rosselana); e ancora le moschee di Şehzade (1548), di Rüstem Pascià (1560), di Sogqllu Mehmed (1571), di Piyale Pascià (1573); del 17° sec. notevoli soprattutto quella del sultano Ahmed I (1609-17), detta Moschea blu, e quella di Yeni Vālide, con bellissime ceramiche. Nel 1467 Maometto II iniziò sulla punta del Corno d’oro la costruzione del Serraglio (Topkapi Saray) che fu la sede del sultano fino al 19° sec.: cinto di mura merlate con alte porte fiancheggiate da torri (15° sec.), comprende numerosi edifici di varie epoche (sala del Trono, del Divano, biblioteca, tesoro ecc.), padiglioni, vasti cortili porticati; particolarmente notevoli l’Harem di Solimano, il chiosco dove si conservano le reliquie del Profeta e il delizioso chiosco di
Dal 18° sec. i rapporti con l’Occidente si manifestarono in una sorta di barocco e neoclassicismo ottomano (Fātih Giāmi‘, ricostruita tra il 1776 e il 1771; Palazzo imperiale Dolmabahce sul Bosforo, 1853). Il primo ponte sul Corno d’oro fu costruito nel 1838, la ferrovia europea raggiunse İ. con la stazione terminale dell’Orient-Express (Sirkeci). Verso la fine del secolo tra gli architetti stranieri che operarono a İ. è da ricordare in particolare R. D’Aronco, autore di numerosi edifici pubblici e residenze private. Nel 20° sec. accanto a tentativi di un’architettura nazionale (Posta centrale di Vadal), l’attività di architetti stranieri come C. Holzmeister o R. Mallet-Stevens, contribuì all’apertura di giovani architetti turchi verso il
Oltre ai complessi monumentali (