PONTINE, ISOLE

Enciclopedia Italiana (1935)

PONTINE, ISOLE (A. T., 27-28-29)

Carmelo Colamonico

Gruppo di isole che sorgono nel Mar Tirreno, al largo del Golfo di Gaeta, e a una distanza di 28-45 km. dalla costa della penisola italiana. Di esse l'isola più grande è Ponza, onde è pure molto comune la denominazione di "isole ponziane". Si distinguono in due gruppi minori: uno, a ONO., formato da Ponza e Gavi, Palmarola, Zannone e da numerosissimi scogli vicini; l'altro, a ESE., formato da Ventotene e Santo Stefano; fra l'uno e l'altro gruppo si trova lo Scoglio della Botte. La distanza fra i due gruppi è di 39 km.; Palmarola poi è lontana da Ponza km. 7,3, mentre Zannone ne dista km. 6; fra Ventotene e Santo Stefano corre una distanza di 1600 m. L'area complessiva delle isole è di 10,8 kmq., di cui 7,3 spettano a Ponza con Gavi, 1,3 a Ventotene, e 1 a Palmarola. Le isole Pontine costituiscono, insieme con la base sottomarina su cui si ergono, un'importante massa vulcanica formata da apparati diversi: Ventotene, infatti, e Santo Stefano sono la sommità di un grande cono eruttivo; Ponza rappresenta l'avanzo lunato occidentale di un grande cono vulcanico, in cui sono riconoscibili i resti di due crateri nella cala di Ponza e nella cala d'Inferno; Palmarola rappresenta la parte orientale d'un cono eruttivo secondario; pure residuo d'un vulcano indipendente è lo Scoglio della Botte. Quanto alla costituzione petrografica, il gruppo di Ventotene e Santo Stefano è formato in prevalenza da rocce di tipo basico (andesiti, basalti), mentre le isole dell'altro gruppo sono formate quasi esclusivamente da rocce di tipo acido (rioliti e lipariti, laviche o frammentarie); la parte superiore del M. della Guardia, a Ponza, è formata di andesite augitica. (Per ulteriori notizie su Ponza, v. ponza).

Palmarola (l'antica Palmaria) ha forma allungata, con direzione N.-S.: larga in media 400 m.. misura una lunghezza di km. 2,5 e un circuito costiero di km. 8; il tratto assai frastagliato è l'occidentale: quivi appunto sono numerosi gli scogli. L'altezza massima è raggiunta dal M. Guarniere (m. 262).

Zannone (l'antica Sinonia, detta nel Medioevo anche isola S. Maria) ha forma di pentagono allungato; il circuito costiero misura 5 chilometri; il M. Pellegrino vi raggiunge l'altezza di 184 metri.

Ventotene (l'antica Pandataria) si presenta allungata da NE. a SO., con uno sviluppo di 2700 m. e una larghezza massima di 800 metri; ha un giro di coste di 8 km., e culmina nel M. dell'Arco a 139 m. s. m.

L'isoletta di Santo Stefano, di forma circolare e con un circuito di 2 km., non si erge a più di 68 m. d'altezza.

Tutto il gruppo insulare ha piovosità moderata: al semaforo di Ponza sono stati registrati in media 617 mm. annui di precipitazioni, in 68 giorni piovosi.

Fino al 2 gennaio 1927 le isole Pontine appartenevano amministrativamente alle due provincie di Caserta e di Napoli; alla prima spettava il gruppo occidentale, che costituisce il comune di Ponza; alla seconda spettava il gruppo orientale, che costituisce il comune di Ventotene; nel 1927 l'uno e l'altro comune rientrarono nei limiti della provincia di Napoli, per passare poi, dal 18 dicembre 1934 alla, provincia di Littoria. La popolazione complessiva, che era di 5399 ab. nel 1871, era salita nel 1931 a 8177 abitanti, di cui 6641 spettano a Ponza e 1536 a Ventotene. Il centro principale, Ponza, sorge sulla maggiore insenatura dell'isola, che ne forma il porto; centri secondarî sono S. Antonio, S. Maria, I Conti, Forna. Palmarola non ha popolazione permanente: una decina di coltivatori ponzesi vi abitano in case-grotte solo dalla primavera all'autunno. Zannone è abitata dal personale di servizio al faro, ed è nell'epoca della migrazione delle quaglie visitata da cacciatori. La popolazione del comune di Ventotene è divisa fra l'isola di questo nome e Santo Stefano: a Ventotene essa si raccoglie presso il piccolo porto; in Santo Stefano sorge un ergastolo, fatto costruire da Ferdinando IV nel 1794-95.

Meno che nell'isola di Zannone, dove si è conservato quasi integralmente il. rivestimento di macchie e di boschi, le isole Pontine hanno subito nell'ultimo secolo l'influenza della coltura agraria largamente diffusa dall'uomo: al primo posto è da collocarsi la vite, che specie in Ponza mette in valore i pendii anche più scoscesi delle colline ed è, perciò, coltivata su gradini terrazzati; altre colture principali sono i legumi; fra gli alberi da frutta più comuni sono i fichi. L'isola più fertile e più intensamente sfruttata nelle suddette colture è Ventotene. Il movimento della navigazione nei tre piccoli porti del gruppo insulare è rappresentato (1930): per Ponza, da 570 navi, con 4647 tonn. di merce sbarcata, e con 7197 viaggiatori in arrivo e 7285 in partenza; per Ventotene, da 346 navi, con 1169 tonn. di merce sbarcata e 113 di merce imbarcata, e con 3272 viaggiatori in arrivo e 2982 in partenza; per Santo Stefano, da 210 navi, con 204 tonn. di merce sbarcata, e con 410 viaggiatori in arrivo e 435 in partenza.

Le isole Pontine sono congiunte per mezzo di linee di navigazione con Napoli e con Gaeta: i servizî sono trisettimanali con Napoli e bisettimanali con Gaeta.

Bibl.: W. Hamilton, Campi Phlegraei, Napoli 1776; D. de Dolomieu, Memoire sur les îles Ponces, ecc., Parigi 1788; G. B. Fortis, Osservazioni litolografiche su l'Isole di ventotene e Ponza, Padova 1794; C. G. Tricoli, Monografia per le isole del gruppo Ponziano, Napoli 1855; P. Mattei, L'arcipelago Ponziano, Napoli 1855; C. Doelter, Il gruppo vulcanico delle Isole Ponza, Roma 1876; J. Roth, Zur Kenntniss d. Ponza Ins., Berlino 1882; G. von Rath, Über einen Besuch der Insel Ponza, Bonn 1886; F. Eigel, Ueber einige Etuptivgesteine der poutinschen Inschen, Vienna 1886; G. Mercalli, Note geologiche e sismiche sulle isole di Ponza, Napoli 1893; id., Le Isole Pontine, Milano 1894; V. Sabatini, Descrizione geologica delle isole Pontine, Roma 1893; id., Sulla geologia dell'isola di Ponza, Roma 1896; id., Relazione sulle escursioni alle Isole Pontine fatte dalla Società geologica italiana, Roma 1898; C. Schneider, Geologie der Ponzainsel, Vienna 1896 e 1897; A. Béguinot, L'Arcipelago Ponziano e la sua flora, Roma 1902; A. Galdieri, Osservazioni sui tereni sedimentari di Zannone, Napoli 1905; O. De Fiore, Stazioni neolitiche delle isole Pontine, ecc., Roma 1920; O. Bieber, Die Ponza Insel in Tyrrhenischen Meer, Berlino 1925.

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