ISMĀ‛ĪL I scià di Persia

Enciclopedia Italiana (1933)

ISMĀ‛ĪL I scià di Persia

Francesco Gabrieli

Fondatore della dinastia persiana dei Ṣafawidi. Nacque nell'892 èg. (1487 d. C.) ad Ardabīl (Azerbaigian persiano), dove da più di un secolo i suoi avi, una famiglia di dervisci risalente a uno sheikh Ṣafī ad-dīn (donde il nome di Ṣafawidi), avevano acquistato grande autorità religiosa e politica. Approfittando dell'anarchia seguita in Persia alla morte di Uzun Ḥasan, Ismā‛īl, appoggiato da elementi turchi della sua provincia di origine, i cosiddetti Qizil-bāsh (teste rosse), riuscì a estendere il suo dominio su buona parte della Persia. Nel 908 èg. (1502 d. C.) assunse il titolo di scià. Il suo regno passò tra aspre guerre sia a Oriente, dove conquistò il Khorāsān, ricostituendo così la Persia in stato nazionale, quale non era più stato dalla caduta dei Sassanidi, sia a Occidente contro i Turchi Osmanli, dai quali fu però gravemente sconfitto nella battaglia campale di Cialdirān (920 èg., 1514 d. C.). La lotta contro la rivale potenza turca fu lo scopo principale della sua vita, per cui tentò anche di allacciare relazioni e stringere alleanze in Europa col papa e con l'imperatore.

I. morì nel 940 èg. (1524 d. C.) ad Ardabīl; la sua capitale fu però Tabrīz. A lui si deve la ricostituzione dell'unità nazionale in Persia e la diffusione come religione dominante dell'eresia sciita.

Bibl.: P. Horn, in Grundriss d. iran. Philologie, Strasburgo 1896-1904, II, pp. 579-582; E. G. Browne, A history of Persian Literature in modern Times, Cambridge 1924, pp. 49-81.