Ischia

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Isola della Campania (46,3 km2 con 60.335 ab. nel 2008; massima lunghezza da E a O, 10 km; massima larghezza da N a S, 7 km; sviluppo costiero 34 km). È la maggiore delle Isole Partenopee e chiude a O il Golfo di Napoli. Compresa nella regione vulcanica flegrea, ha conosciuto numerose eruzioni a partire dal Pleistocene superiore. L’attività vulcanica iniziale, essenzialmente subaerea, è stata caratterizzata da eruzioni esplosive che hanno dato luogo prevalentemente a depositi piroclastici, alternati con lave trachitiche. Questi materiali costituiscono la formazione del ‘tufo verde dell’Epomeo’, il quale ha anche spessori di 1000 m. Successivamente a questa fase, uno sprofondamento vulcano-tettonico ha portato sott’acqua l’intera regione, che è stata nuovamente risollevata, formando così l’horst che costituisce la struttura dell’isola. Il Monte Epomeo rappresenta la parte più elevata (788 m). In tempi protostorici e storici, le eruzioni sono state numerose: l’eruzione di Arso, del 1301, produsse una colata di lava trachitica che, sgorgata dal fianco NE di Fiaiano, raggiunse il mare. L’isola fu soggetta a notevoli terremoti. Il clima è mite. Il suolo, fertile, consente diverse colture: vite, olivi, agrumi, cereali, ortaggi e frutta. Una notevole risorsa è nella pesca. L’isola è una frequentata località di soggiorno e di cura (stazioni termali, fanghi ecc.). Regolari servizi di navigazione la collegano a Napoli e Pozzuoli. Dal 1957, è rifornita d’acqua dal continente per mezzo di un acquedotto sottomarino.

Il centro principale è Ischia (comune della prov. di Napoli; 8,05 km2 con 18.511 ab. nel 2008), sulla costa nord-orientale. Altri comuni e centri importanti sono Casamicciola Terme, Lacco Ameno, Forio, Barano d’I. e Serrara Fontana.

La storia d’I. comincia con la fondazione di Πιϑηκοῦσσαι (lat. Pithecussae) per opera di Calcidesi ed Eretriesi (770 a.C. circa). In questo periodo iniziale l’isola fu assai prospera grazie ai commerci, all’industria metallurgica e a quella figulina, ma il sorgere della potenza cumana agli inizi del 7° sec. le impedì di conseguire importanza politica e nel corso del 6° sec. I. si avviò a un rapido declino. Dopo la battaglia di Cuma (474 a.C.), divenne possesso di Gerone di Siracusa; verso la fine del 5° sec. fu conquistata da Napoli che la tenne fino all’82 a.C., quando cadde in possesso dei Romani. A partire da quest’epoca è ricordata con il nome romano di Aenaria.

Sulla collina del Castiglione è stato rinvenuto un insediamento appenninico (1400 a.C.) con fasi successive. Della città greca (8°-1° sec. a.C.), che era sul promontorio di Monte di Vico, è stata scavata la necropoli, con fibule e soprattutto ceramica (tra cui la coppa di Nestore con una delle più antiche iscrizioni greche); le importazioni orientali (ceramiche fenicie, scarabei e altri oggetti di tipo egizio) documentano relazioni commerciali, estese anche verso Occidente. L’attività metallurgica è attestata dal rinvenimento di officine per la lavorazione del ferro e del bronzo. Sulle pendici del monte restano tracce di mura con blocchi squadrati. Nel lato orientale dell’isola sorgeva un santuario dedicato ad Apollo e alle Ninfe, da cui provengono rilievi votivi. Gli scavi di Punta Chiarito hanno portato alla luce resti di un’abitazione (8° sec. a.C.) con relativa suppellettile.

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