IRI

Dizionario di Storia (2010)

IRI


Sigla dell’Istituto per la ricostruzione industriale, costituito con r.d.l. 23 genn. 1933, n. 5, eretto in ente finanziario di diritto pubblico con r.d.l. 24 giugno 1937, n. 905, e trasformato in società per azioni con d.l. 11 luglio 1992, n. 333. Creato nel quadro del risanamento e della riorganizzazione del sistema finanziario e bancario italiano, duramente provato dalla crisi mondiale del 1929, l’istituto intervenne concretamente nell’economia del Paese rilevando dalle tre grandi banche di credito ordinario, Banca commerciale italiana, Credito italiano, Banco di Roma, e dalle loro finanziarie le partecipazioni azionarie da esse detenute nei settori delle più disparate attività manifatturiere e di servizio. L’IRI ha proceduto quindi alla ristrutturazione tecnica ed economica delle aziende, raggruppandole in settori omogenei e affidandone il controllo, la programmazione e il relativo finanziamento a società capogruppo. Coinvolto nella ricostruzione industriale postbellica, l’IRI ha in seguito intrapreso interventi volti allo sviluppo economico nelle regioni meridionali, al potenziamento della rete autostradale, del trasporto in genere e delle telecomunicazioni, al sostegno dell’occupazione. Dopo la crisi energetica degli anni Settanta, l’istituto si è orientato verso il risanamento dell’intero gruppo, con la cessione anche di partecipazioni azionarie, la ristrutturazione delle attività industriali, la stipula di accordi con gruppi nazionali e internazionali e l’ingresso sul mercato mobiliare di alcune imprese del gruppo, ottenendo importanti miglioramenti di gestione nel corso degli anni Ottanta. Con la trasformazione in S.p.A. l’istituto – la cui struttura organizzativa era articolata in varie società capogruppo, quali la STET (telecomunicazioni), la Finmeccanica (alta tecnologia), la Finmare (trasporto marittimo), la Fincantieri (industria navale), l’Alitalia (linee aeree), la RAI (servizio radiotelevisivo) – ha avviato un programma di privatizzazione mirato alla dismissione di numerose aziende e a un progressivo snellimento. Nell’ambito di tale programma sono state portate a termine dall’istituto le privatizzazioni della Banca commerciale italiana, del Credito italiano (1993-94) e di aziende del settore alimentare (SME). Inoltre, sono stati realizzati: l’aggregazione dell’intero settore dell’industria militare nazionale in Finmeccanica; l’unificazione in un unico gestore (Telecom Italia) delle attività di telecomunicazioni facenti capo alla STET; l’avvio del processo di liquidazione del settore dell’ingegneria civile; la ristrutturazione del settore impiantistico, che ha portato alla creazione di Fintecna (1993). Nella seconda metà degli anni Novanta sono state privatizzate altre società controllate dall’istituto tra cui: nel settore della ristorazione autostradale la Autogrill (1996); nel settore siderurgico la AST (1994), la ILVA laminati piani (1995) e la Dalmine (1996); nelle telecomunicazioni la Telecom Italia (1997); nel settore impiantistico le società Condotte e Italstrade (1997). Nel 1997 l’IRI ha dismesso la sua partecipazione nella Banca di Roma. Nel campo della navigazione marittima sono state vendute nel 1998 la Italia di navigazione e la Lloyd triestino e nel 2000 una quota della Tirrenia di navigazione. Nel settore dell’automazione industriale è stata privatizzata nel 1998 la Elsag Baily process automation. Nel 1999 sono state vendute le quote di partecipazione di proprietà dell’IRI detenute in Aeroporti di Roma e Autostrade e nel 2000 quelle detenute in Finmeccanica. Nello stesso anno l’istituto ha ceduto la COFIRI, ha trasferito al ministero del Tesoro la partecipazione in Alitalia, ed è stato posto in liquidazione. Nel 2002 l’IRI è stato incorporato in FINTECNA, di fatto cessando di esistere.

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