Iperinflazione

Dizionario di Economia e Finanza (2012)

iperinflazione

Giuseppe Marotta

Fase di inflazione acuta. In periodi di i. l’inflazione (➔ p) raggiunge valori così elevati da indurre, per contrastare la perdita di potere d’acquisto, a sostituire la moneta con valuta estera o addirittura a ricorrere a forme di baratto. Per l’economista P. Cagan si ha i. se la crescita dei prezzi è superiore al 50% mensile, come accaduto in 5 Paesi europei dopo la Prima guerra mondiale, tra cui la Germania, e in due dopo la Seconda. Il principio contabile internazionale IAS 29 (➔ IAS) del 2011 individua fenomeni di i. non tanto con soglie numeriche, quanto con la consuetudine da parte di uno Stato di fissare i prezzi in valuta estera, anziché in moneta locale, quando il livello dei prezzi sia raddoppiato nell’arco di un triennio. Casi di i. si sono verificati negli ultimi decenni del 20° sec., soprattutto in America Latina (Argentina) e in Africa (Zimbabwe).

Cause e conseguenze

Principale causa dell’i. è un aumento persistente della quantità di moneta, eccessivo rispetto alla crescita normale del PIL nominale, così da finanziare i disavanzi pubblici con la tassa, occulta e dunque meno costosa in termini di consenso politico, dell’inflazione. L’aspettativa che il fenomeno possa proseguire in futuro incentiva a sbarazzarsi prima possibile della moneta, incrementandone così la velocità di circolazione (➔), per acquistare beni reali o valuta estera, il che si traduce in una svalutazione del tasso di cambio nominale, con conseguente innalzamento dei prezzi delle importazioni. La spirale che ne deriva, se è accomodata da una persistente crescita della moneta per finanziare il disavanzo pubblico, che aumenta anch’esso a prezzi correnti, finisce per sfociare nell’i., con banconote di valore unitario sempre più elevate per pagamenti in contante in sistemi in cui l’operatività bancaria è collassata.

Più che il ritorno alla pratica del baratto, fenomeni di i. hanno storicamente finito per portare alla sostituzione della moneta domestica con valuta estera, sia come riferimento per definire i prezzi, sia come strumento per realizzare gli scambi o per investimenti finanziari. La diffusione di comportamenti individuali simili è stata in alcuni casi ratificata, introducendo nuovi regimi monetari in cui si è adottata quale moneta quella di un Paese estero, come a Panamá la dollarizzazione (➔), o si è previsto che la banca centrale potesse creare moneta solo in rapporto fisso con le riserve di una valuta estera, come in Argentina il currency board (➔). Un’ulteriore modalità di risoluzione del problema dell’i. è stata l’introduzione di una nuova moneta (come il real in Brasile).

La cultura della stabilità monetaria in Germania

Gli esiti nefasti, sia politici sia per i risparmi finanziari delle famiglie, dei due episodi di i. verificatisi in Germania durante la repubblica di Weimar e dopo la Seconda guerra mondiale, motivano la cultura della stabilità monetaria (➔) perseguita dalla Deutsche Bundesbank (➔) e successivamente trasfusa nel mandato della BCE (➔).