International Energy Agency (Iea)

ATLANTE GEOPOLITICO (2012)

Agenzia internazionale per l’energia

Scheda

Origini, sviluppo e finalità

L’Agenzia internazionale per l’energia (Iea) è un’organizzazione a membership chiusa: solo i paesi membri dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Oecd) possono diventarne parte, sebbene non tutti i paesi Oecd facciano oggi parte dell’Iea.

L’Iea nasce alla fine del 1974 come meccanismo di cooperazione tra i paesi afferenti al blocco occidentale – importatori netti di petrolio – che miravano, attraverso essa, a coordinare le risposte nazionali a possibili crisi energetiche, come quella seguita al termine della cosiddetta Guerra dello Yom Kippur tra Israele e una coalizione di stati arabi. Tra l’ottobre 1973 e il marzo 1974 l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec) decise infatti di decretare un embargo petrolifero che causò una severa riduzione dell’offerta di petrolio sui mercati internazionali, generando una pericolosa spaccatura nel blocco euro-atlantico che spinse molti paesi europei a smarcarsi dagli Stati Uniti e a cercare di negoziare direttamente con gli stati arabi membri dell’Opec. In risposta alla crisi, Washington intervenne pesantemente sul mercato petrolifero internazionale, aumentando la produzione interna e dirigendo parte della produzione verso i paesi europei in difficoltà, secondo le esigenze del momento. Al termine del 1974 fu dunque costituita l’Iea, con il preciso intento di utilizzarla come ‘camera di compensazione’ terza, così da coordinare la risposta occidentale in caso di emergenze e dirigere le riserve energetiche verso i diversi paesi membri in proporzione alle loro necessità.

Ancora oggi, tra i compiti dell’Iea vi è quello di coordinare gli sforzi per assicurare ai suoi membri una certa stabilità dei prezzi e continuità negli approvvigionamenti energetici. Tuttavia, nel tempo l’Agenzia ha subito un’evoluzione che l’ha condotta a espandere le proprie competenze, pur contenendo al massimo i suoi costi di gestione (solo 26 milioni di dollari all’anno). L’organizzazione è infatti divenuta uno dei punti di riferimento internazionali nella raccolta e nell’elaborazione di dati energetici: è attraverso le sue analisi che giungono le necessarie indicazioni di policy dirette ad assistere i paesi membri nelle difficili scelte in materia di diversificazione degli approvvigionamenti e massimizzazione della propria sicurezza energetica.

Proprio dalla vendita delle sue pubblicazioni e database l’Iea ricava entrate sufficienti a finanziare il 15% della propria gestione ordinaria. Quanto ai paesi che maggiormente contribuiscono al suo bilancio, tra i primi figurano gli Stati Uniti (25% del totale), il Giappone (14,5%), la Germania (9,9%), il Regno Unito (7,8%), la Francia (7,4%) e l’Italia (5,9%).

Di recente l’Iea ha subito critiche da parte di analisti che l’hanno accusata di aver sistematicamente sottostimato il ruolo che le energie rinnovabili stanno assumendo nel presente e potranno avere nel futuro. Per esempio, il livello di capacità di generazione elettrica tramite eolico stimato dall’Iea è stato inferiore in media di sei volte rispetto alla potenza annuale poi effettivamente installata. In risposta a queste problematiche, 148 paesi del mondo nel 2009 hanno firmato il Trattato di Bonn, che ha costituito l’Agenzia internazionale per l’energia rinnovabile, e 70 di questi lo hanno già ratificato.

Struttura istituzionale

L’Iea si compone di un Ufficio esecutivo, con a capo un direttore esecutivo, e di due Direttorati: il Direttorato per la sicurezza e i mercati energetici (Ems) e il Direttorato per il dialogo energetico globale (Ged). L’Ems è il direttorato che si occupa di analisi e ospita al suo interno l’unità d’azione, che entra in gioco nel caso di importanti interruzioni nell’offerta di energia sul mercato petrolifero internazionale e propone strategie di emergenza. Il Ged si occupa invece di promuovere la cooperazione tra membri e non membri dell’Iea, favorendo il dialogo su tutti gli aspetti del settore energetico, siano essi strategici o tecnologici.

Membri

Australia, Austria, Belgio, Canada, Corea (Repubblica), Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Giappone, Lussemburgo, Nuova Zelanda, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Slovacchia, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Svizzera, Turchia, Ungheria.

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