Informazione

Enciclopedia dei ragazzi (2005)

informazione

Nicola Nosengo

Una 'materia prima' della società contemporanea

L'informazione è una delle più importanti risorse della nostra epoca. Si dice spesso, infatti, che viviamo nella società dell'informazione, e con questo si intende soprattutto mettere in evidenza il fatto che la produzione di informazione, che è qualcosa di immateriale, è diventata per certi versi più importante della produzione di beni e della lavorazione delle materie prime. L'informazione può essere misurata, e in questo senso è oggetto di specifiche teorie matematiche. Ma l'informazione, quella che ci arriva attraverso giornali, radio, televisioni e Internet, è anche una risorsa fondamentale della vita democratica, nonché una fonte di potere

Ogni informazione è una scelta

Il concetto di informazione è molto complesso. In generale, si può dire che esiste informazione ogni volta che si ha passaggio di conoscenza da una persona a un'altra, o semplicemente da un punto a un altro. Fondamentalmente, l'informazione indica sempre una scelta tra diverse possibilità. Si pensi per esempio al testo su questa pagina, che chiaramente trasmette informazioni. Ogni lettera indica uno tra i diversi suoni che possono essere pronunciati, e ogni sequenza di lettere indica una tra le diverse parole di cui è composta la lingua italiana. Insomma, ogni segno scritto proposto indica una scelta all'interno di un repertorio più o meno vasto, e in questo senso è un'informazione. Lo stesso vale per i numeri, le note musicali, i cartelli stradali e così via.

La teoria dell'informazione

Vista in questi termini, l'informazione può anche essere misurata con un approccio matematico. È quanto avviene nella teoria matematica dell'informazione, che è alla base dell'informatica. Lo studio matematico dell'informazione è stato fondato negli anni Quaranta da Claude Shannon, un matematico e ingegnere elettrico statunitense che fu tra i primi a capire che era possibile usare i circuiti elettrici per risolvere i problemi di logica. Nel 1948 Shannon pubblicò un articolo intitolato A mathematical theory of communication ("Una teoria matematica della comunicazione") in cui studiava il problema teorico della trasmissione a distanza di un'informazione con mezzi tecnici. In questo articolo Shannon spiegava che la quantità di informazione contenuta in un messaggio, secondo questo punto di vista, dipende da quanto è improbabile l'evento associato a quel messaggio (comunicazione).

Shannon dimostrò che si poteva quantificare e misurare l'informazione contenuta in un messaggio a partire da una unità di misura elementare, cioè la scelta più semplice possibile, quella tra due alternative, come "sì" o "no". Shannon chiamò questa unità di misura bit, una contrazione delle parole inglesi binary digit ("cifra binaria"). L'importanza fondamentale del lavoro di Shannon per i successivi sviluppi dell'informatica sta nel fatto che i bit possono essere facilmente tradotti nel passaggio (o non passaggio) di corrente all'interno di un circuito elettrico, e in questo modo far funzionare un computer.

Codici e linguaggi

Perché l'informazione possa raggiungere il suo scopo è necessario un sistema di regole che definiscano l'insieme di scelte possibili, segnali che indichino quelle che costituiscono il messaggio, altre regole per combinare tra di loro i messaggi fino a formare messaggi più complessi. Prima di tutto serve un sistema di regole che specifichino come combinare i messaggi elementari, e queste regole si chiamano codici. Un esempio è il codice Morse, usato per le comunicazioni tramite telegrafo, che specifica come combinare punti e linee per rappresentare lettere dell'alfabeto e numeri. Di per sé, però, un codice ci dice solo quali sono le regole valide per combinare i segni e comporre messaggi, ma non ci dice nulla su come interpretare i significati di quei messaggi. Quando un codice viene associato anche a un insieme di concetti, abbiamo un linguaggio: sono linguaggi tutte le lingue naturali ‒ come l'italiano, l'inglese e così via ‒ in cui le parole, che di per sé sono solo suoni, vengono associate a concetti. Ma esistono anche linguaggi non verbali, come per esempio quello dei segni usato dalle persone con difficoltà di udito.

Mezzi per trasmettere notizie

Che succede nel mondo? Con il termine informazione si indica però anche la produzione di messaggi ben più lunghi e complessi di pochi bit. In questo senso l'informazione è il complesso di attività comunicative che ci aggiorna su quanto succede nel mondo, ossia quel settore della produzione culturale composto dai giornali, le radio, le televisioni e Internet. Si parla quindi di mezzi di informazione per designare tutte le tecnologie che portano informazioni al cittadino. La libertà dei mezzi di informazione è uno dei cardini dalla vita democratica, e là dove l'informazione non è libera non c'è democrazia. In questo senso, informazione è quasi un sinonimo di giornalismo, e i professionisti dell'informazione sono appunto i giornalisti.

Giornali. Si può dire che l'informazione moderna nasca con il giornale, perché i libri non avevano la rapidità di produzione e la facilità di diffusione tali da permettere di essere utilizzati per aggiornare i cittadini sugli sviluppi della vita politica di un paese, o sui casi di cronaca. Dalle prime gazzette nate in Europa tra il 16° e il 17° secolo fino alla straordinaria diffusione dei quotidiani a partire dalla fine dell'Ottocento, i giornali sono stati per molto tempo il più importante mezzo di informazione del nostro mondo. Essi hanno consentito il libero scambio di idee su temi politici e sociali, e così facendo hanno favorito la trasformazione della società e delle forme di governo.

Radio. Con l'avvento della radio la rapidità di diffusione delle notizie aumentò in modo straordinario, perché non era più necessario aspettare l'orario di uscita del giornale per essere aggiornati. La radio ha introdotto, per esempio, le cronache in diretta di grandi eventi, come le manifestazioni sportive o politiche.

Televisione. La potenza dei mezzi di informazione aumentò ulteriormente con l'avvento della televisione, negli anni Quaranta (anche se in Italia le trasmissioni televisive sono iniziate solo nel 1954). La televisione ha aggiunto alla rapidità della radio il potere delle immagini, che in molti casi veicolano molta più informazione di quanto non facciano le parole, specialmente di fronte a eventi drammatici come guerre e catastrofi naturali. La televisione ha finito rapidamente per diventare il mezzo di informazione più seguito e importante, quello a cui la maggior parte delle persone si affida per sapere cosa succede nel mondo.

Internet. L'ultimo nato tra i grandi mezzi di informazione è Internet, che ha consentito ai mezzi di informazione tradizionali di espandere la loro attività. Tutti i grandi giornali e le grandi televisioni hanno un sito Internet sul quale pubblicano notizie e aggiornamenti in continuazione e, come si dice, in tempo reale. Pochi minuti dopo un evento noi possiamo già leggerne i primi dettagli su un sito web, e possiamo accedere a un immenso archivio di notizie pubblicate in passato sull'argomento. Con Internet è aumentata a dismisura la quantità di informazioni a cui possiamo accedere e la rapidità con cui lo facciamo. Non soltanto: ognuno di noi ha la possibilità di diventare fonte di informazioni, piuttosto che rimanere semplicemente un ricevente. Infatti sono nati nuovi mezzi di informazione come i blog, sorta di diari-giornali on-line personali, nei quali, grazie a un semplice software di pubblicazione, virtualmente ogni utente piò diventare direttore di un giornale.

Agenzie di stampa. Il primo anello della catena dell'informazione, e per certi versi il più importante, è rappresentato dalle agenzie di stampa, grandi organizzazioni giornalistiche che forniscono notizie ai vari media, spesso già corredate da immagini e filmati. Le agenzie di stampa sono redazioni con una grande rete di corrispondenti nei punti nevralgici, dalle sedi politiche alle questure e gli ospedali, che producono a getto continuo brevi articoli (in gergo si chiamano lanci) su eventi di ogni genere. Questi lanci arrivano sulle scrivanie dei giornalisti dei quotidiani o delle televisioni, i quali selezionano da questa enorme mole di notizie possibili le poche decine che finiranno stampate o che andranno in onda quel giorno.

La censura

In tutti i paesi democratici esistono leggi che al tempo stesso tutelano e limitano l'attività dei mezzi di informazione. Nel nostro paese non è prevista la censura preventiva, cioè in presenza di particolari garanzie (la riconoscibilità dei responsabili dell'organo di informazione, per esempio il direttore e lo stampatore di un giornale) non può essere impedito a nessuno di pubblicare alcuna notizia o commento. Questo è quanto garantito dal principio della libertà di espressione, che sta a fondamento di tutti i sistemi democratici e che è scritto nella nostra Costituzione. La presenza di censura sui mezzi di informazione è una caratteristica degli Stati totalitari ed è sempre un segnale preoccupante per una democrazia. Tuttavia la diffusione di una particolare informazione, specialmente quando si rivela falsa, può costituire un reato, come nel caso di calunnia o di diffamazione quando si danneggia una persona con informazioni non veritiere sul suo conto, o di violazione di segreti di Stato o militari che possono mettere a rischio la sicurezza della collettività. Nei casi più gravi è previsto il sequestro della pubblicazione e la denuncia dei responsabili.

I rischi dell'informazione troppo facile

Oggi la possibilità di accedere a informazioni è aumentata a dismisura rispetto al passato grazie allo sviluppo tecnologico. Non dobbiamo più aspettare che le informazioni ci raggiungano al momento dell'uscita di un giornale e per trovare informazioni su un argomento particolare non siamo più costretti a consultare libri depositati nelle biblioteche o negli archivi. I computer connessi a Internet o i telefoni cellulari consentono di essere aggiornati sull'attualità dovunque ci troviamo, e una veloce ricerca su Internet consente di procurarci virtualmente qualunque tipo di informazione. Tutto ciò presenta anche aspetti negativi, o comunque rischiosi. Per esempio, non tutte le fonti di informazione a cui possiamo accedere sono egualmente affidabili, perché Internet è un contenitore aperto, senza filtri, in cui ognuno può mettere quello che vuole. Un altro rischio insito nello sviluppo delle tecnologie dell'informazione è legato al fatto che ognuno di noi non è più solo un utente di informazioni, ma anche una fonte. Oggi i sistemi tecnici che gestiscono molti servizi ‒ dalle banche alla sanità, dal telefono alle connessioni Internet ‒ producono continuamente informazioni su ognuno di noi che devono anche essere depositate e conservate per un certo periodo di tempo da qualche parte. Questo significa che diversi soggetti potrebbero, senza una adeguata protezione, accedere a esse e violare la nostra privacy. Pensiamo per esempio se venissero diffuse e utilizzate informazioni relative all'ammontare del nostro conto in banca o ai risultati dei nostri esami medici.

Proteggiamo la privacy

Per la salvaguardia della privacy esistono vari tipi di sistemi di protezione dell'informazione. Per quanto riguarda i dati in formato elettronico scambiati sulle reti di telecomunicazione si tratta dei sistemi di crittografia che impediscono a chi non è autorizzato di prendere visione di dati personali come il numero di carta di credito, o di accedere alla nostra posta elettronica. Più in generale, apposite leggi proteggono le informazioni personali, stabilendo che chi, per un qualunque motivo, le detiene nei propri data base non può distribuirle a terzi se non dietro esplicita autorizzazione dell'interessato. Secondo la legge italiana sulla privacy, sono dati sensibili sottoposti a queste restrizioni quei dati personali che riguardano l'origine razziale ed etnica dell'interessato, le convinzioni religiose, filosofiche o di altro genere, le opinioni politiche o l'adesione ad associazioni politiche, sindacali, religiose o filosofiche, lo stato di salute e la vita sessuale.

Le unità di misura dell'informazione

L'unità di misura fondamentale dell'informazione, introdotta da Claude Shannon, è il bit, che indica una cifra binaria (un 1 o uno 0, nel linguaggio dei computer). I suoi multipli più usati sono il kilobit (1.000 bit), il megabit (1 milione di bit) e il gigabit (1 miliardo di bit).

Su queste unità di misura si basano anche quelle usate per indicare la velocità di trasferimento dei dati su una rete, o in un collegamento via satellite i dati dei telefoni cellulari. Si parla quindi di kilobit/secondo e megabit/secondo. Quando si misura la capacità di memoria di un computer, però, si preferisce di solito non usare il bit ma il byte, che è un gruppo di 8 bit: questo perché nei computer 8 bit sono lo spazio occupato da un carattere alfanumerico, ossia un numero o una lettera, e rappresentano quindi la vera unità minima di memoria. Anche in questo caso esistono dei multipli, che sono il kilobyte (indicato come kB, che vale 1.000 byte), il megabyte (1 MB=1.000 kB) e il gigabyte (1 GB=1000 MB).

Quarto e quinto potere

Controllare le grandi fonti di informazione vuol dire, a partire dal 20° secolo, detenere un grande potere che può influenzare gli atteggiamenti politici e i consumi di milioni di persone. Per questo a un certo punto, a metà del Novecento, si iniziò a parlare della stampa come 'quarto potere', facendo riferimento alla classica divisione in tre poteri su cui si basa il sistema democratico (potere legislativo del Parlamento, potere esecutivo del governo, potere giudiziario della magistratura). L'espressione Quarto potere è diventata anche il titolo italiano di uno dei più celebri film della storia del cinema, che in originale si intitola Citizen Kane e che fu diretto da Orson Welles nel 1941. Il film è ispirato alla vita di Randolph Hearst, uno dei primi imprenditori a costruire una grande fortuna con i giornali. Un altro film americano diretto nel 1976 da Sidney Lumet, Quinto potere, è stato dedicato invece al mondo della televisione.

Informazione e vita

Negli ultimi decenni il concetto di informazione è stato applicato anche agli esseri viventi. Ci sono molti aspetti del funzionamento di un organismo che possono essere analizzati come messaggi regolati da codici. Pensiamo per esempio al DNA, per il quale si parla appunto di codice genetico, perché dalla combinazione di quattro semplici 'lettere' di tipo chimico è possibile esprimere una grandissima varietà di proteine. Anche l'informazione genetica, quella per esempio necessaria per quantificare i dati genetici contenuti in un cromosoma, viene misurata con le unità di misura (bit, byte e megabyte) usate dagli informatici.

Un'enciclopedia molto democratica e che si evolve

Il grande limite di Internet, il fatto che non ha filtri e che ognuno può metterci tutto quello che vuole, può anche diventare la sua ricchezza. Un caso emblematico è quello di Wikipedia, una enciclopedia on-line nata nel 2001 e oggi presente in diverse lingue, con oltre due milioni di voci complessivamente nel 2005. Wiki è il nome di un software che permette di gestire una pagina web in modo che tutti gli utenti possano modificarne il contenuto. Questa enciclopedia viene infatti compilata dagli stessi utenti, e ogni voce può essere modificata in qualunque momento dal lettore che trova imprecisioni o che vuole aggiungere dati. Tutte le versioni precedenti della voce vengono sempre conservate, di modo che una modifica sbagliata può sempre essere annullata facilmente. Si potrebbe pensare che il risultato di questo sistema sia il caos: invece, è ritenuta una delle più affidabili fonti di informazione oggi disponibili su Internet. Anziché un mezzo privo di controllo come è spesso Internet, è un mezzo su cui il controllo è talmente distribuito da essere spietato. Modificandosi in continuazione attraverso il contributo della grande comunità di lettori-autori, Wikipedia evolve verso informazioni sempre più accreditate (dalla comunità stessa) e aggiornate.

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