INFLUENZA

Enciclopedia Italiana - II Appendice (1949)

INFLUENZA (XIX, p. 214)

Cesare Frugoni

Studî recenti hanno permesso di inserire questa affezione tra le malattie da virus filtrabili. Due tipi di virus influenzale, distinti con le lettere A e B, sono stati finora identificati. Il virus A è stato isolato da W. Smith, P. P. Laidlaw e C. H. Andrewes nel 1933, il virus B da Th. J. Francis nel 1940.

L'azione patogena del virus influenzale si esplica sulle cellule epiteliali delle vie respiratorie. È sufficiente la instillazione endonasale di minime quantità di virus per provocare la malattia, mentre la somministrazione di notevoli quantità di virus per altre vie ed anche l'introduzione diretta di esso nel sangue non determina la malattia. L'epitelio ciliato della mucosa delle vie respiratorie viene profondamente alterato e in parte distrutto dal virus influenzale. Queste lesioni primitivamente indotte dal virus, possono costituire una condizione predisponente per l'impianto secondario di batterî patogeni, che sono la causa delle numerose complicazioni dell'influenza.

Il quadro clinico della malattia è fondamentalmente lo stesso per i due tipi di virus, perché le differenze che sono state individuate tra la influenza A e la influenza B sono relativamente lievi. Il periodo di incubazione della influenza A è di 24-48 ore, mentre nella influenza B è di 12-24 ore. In questa l'inizio della malattia è più graduale, molto simile a quello del comune raffreddore, il quadro clinico ha un carattere di maggiore benignità, la febbre è di più breve durata. Più frequentemente che nella A compaiono nella influenza B la nausea e il vomito.

In rari casi i virus influenzali esercitano la loro azione patogena oltre che sull'epitelio della mucosa delle vie respiratorie, anche sull'epitelio degli alveoli polmonari, determinando la insorgenza di una polmonite atipica influenzale (v. polmonite, in questa App.), la quale deve essere tenuta distinta sia dal punto di vista clinico sia da quello eziopatogenetico dalle broncopolmoniti batteriche, che costituiscono una possibile complicanza dell'influenza.

La diagnosi clinica di influenza può essere confermata mediante alcune ricerche di laboratorio. Quando la malattia è nella fase iniziale si può procedere all'isolamento del virus mediante la diretta inoculazione della secrezione naso-faringea del malato nel sacco allantoideo di uovo di pollo fecondato in via di sviluppo o per mezzo della instillazione endonasale del medesimo materiale patologico in un animale recettivo, come il furetto. A malattia avanzata si possono ricercare nel siero di sangue dei malati gli anticorpi antinfluenzali specifici per l'uno o per l'altro tipo di virus.

Non ostante l'attuale approfondita conoscenza dei fattori eziologici dell'influenza, non è stato individuato alcun farmaco che eserciti una azione curativa specifica di questa malattia. Notevoli progressi sono stati realizzati nella profilassi antinfluenzale mediante la vaccinazione. Il vaccino costituito da un'opportuna mescolanza di virus A e B inattivati, viene somministrato per via sottocutanea in un'unica dose. La vaccinazione dà immunizzazione attiva, per alcuni mesi, nei quali la resistenza alla infezione da virus influenzale è notevolmente elevata.

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