Elettronica, industria

Dizionario di Economia e Finanza (2012)

elettronica, industria

Patrizio Bianchi

Attività per la progettazione e realizzazione di tecniche e apparati per l’elaborazione e trasmissione di segnali contenenti informazione, che hanno fondamentali applicazioni nei campi delle telecomunicazioni, dell’automazione e dell’informatica.

Dalla radio al chip

Dopo gli studi di G. Marconi sui circuiti radio, nel 1904 J.A. Fleming inventò il primo dispositivo e. a due terminali, il diodo a vuoto, ovvero la prima valvola termoionica. Seguì, immediatamente, il primo componente e. a 3 elettrodi di L. De Forest, il triodo a vuoto. Questa innovazione fu estremamente rilevante, poiché permise di amplificare un segnale. Gli usi militari, durante le due guerre mondiali, portarono a uno sviluppo rapido dello strumento. Il salto tecnologico avvenne nel 1939, quando R. Ohl scoprì il transistor, ottenendo gli stessi effetti di una valvola termoionica, ma a costi straordinariamente inferiori e, soprattutto, con una capacità di progettazione e regolazione assolutamente sconosciuti in passato. La seconda innovazione sostanziale fu la possibilità, dimostrata nel 1958 da J. Saint Clair Kilby (premio Nobel per la fisica nel 2000), di costruire circuiti integrati in cui riunire diversi transistor e componenti elementari, in modo da generare complesse funzioni, tanto che si è giunti  a integrare su una stessa base, di silicio o di arseniuro di gallio, centinaia di milioni di componenti. La produzione di circuiti e. miniaturizzati, i cosiddetti chip, segue del resto la legge di Moore, per la quale i costi crescono in funzione lineare, mentre le prestazioni in termini esponenziali, quindi con economie di scala enormi (➔ scala, economie di).

Evoluzione del settore elettronico

Da tali sviluppi sono derivati diversi ambiti produttivi, che hanno incorporato e sostenuto la crescita del settore elettronico. Oltre agli sviluppi militari, che hanno trainato il settore, dall’inizio del Novecento si è affermata un’e. di consumo, cioè strumenti e. per l’uso individuale e familiare. Nel 1920 aprì negli Stati Uniti la prima emittente radio commerciale, che avviò una rapida diffusione della radio per usi domestici, prontamente impostasi in tutti i Paesi più sviluppati. Il successo della televisione, dopo i primi esperimenti degli anni 1920, e le prime prove di trasmissione degli anni 1930, si realizzò progressivamente dagli anni 1950, fino ad affermarsi come elemento centrale della società dell’informazione. Contestualmente si consolidò un’industria e. produttrice di beni di investimento, soprattutto nell’ambito delle trasmissioni, del calcolo, e della elaborazione delle informazioni. Le prime macchine meccaniche da calcolo risalgono ai tempi di B. Pascal e  G.W. Leibniz e si svilupparono nel 20° sec., associando diversi tipi di macchine. Durante la Seconda guerra mondiale, in Germania, K. Zuse inventò il primo computer programmabile, basato, tuttavia, ancora su tecnologie elettromeccaniche. Contemporaneamente, J.V. Atannasoff e C. Berry all’Università di Iowa produssero il primo elaboratore utilizzatore di tecnologie elettroniche.

Dal primo calcolatore alla competizione informatica

L’esercito degli Stati Uniti avviò, nel 1944, un programma di grandi dimensioni per lo sviluppo di calcolatori e. a valvole, macchine enormi e lentissime, che vennero solo nel 1956 sostituiti sistematicamente da transistor, prodotti in quell’anno in grandi volumi dalla Texas Instruments. Nel 1957 fu sviluppata all’Università di Pisa la prima macchina, che divenne poi la base per la produzione della Olivetti (➔ Olivetti, azienda). Tra la fine della guerra e la metà degli anni 1950, entrarono sul mercato nuove imprese, operanti in prossimità delle grandi università americane, e fornitori dell’esercito: Hewlett-Packard (➔), Olsen-Anderson DEC, Texas Instruments, mentre grandi operatori nell’ambito meccanografico, come IBM (➔) e Xerox, si spostarono verso il settore dell’elettronica. La nuova discontinuità di mercato avvenne con l’introduzione del personal computer, dove, ancora una volta, operatori appena affermatisi come l’Apple (➔) e consolidati leader come l’IBM si fronteggiavano nel nuovo contesto, reso possibile dallo sviluppo dei microprocessori (la Intel di G. Moore cominciò a produrre dal 1968, ➔ Intel). Le produzioni strettamente e., informatiche e di mezzi di comunicazione divennero tanto strettamente correlate da definire il nuovo comparto di Information and Communication Technologies (➔ ICT), in cui imprese di produzione di strumenti, sia hardware sia software (Apple, Microsoft, ➔, Motorola, ➔, ecc.), e gestori di servizi (Google, Amazon, Facebook ecc.), si contendono il mercato in una competizione globale, in cui la produzione di componentistica e. assume, sempre più, la forma di produzione di massa.

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