Inarrare

Enciclopedia Dantesca (1970)

inarrare

Luigi Vanossi

Il verbo, nel senso di " impegnare dando arra, cioè caparra " (v. ARRA), ricorre due volte nel Fiore. Per CXLVII 8 le mie promesse gli venian fallate, / ch'altre persone m'avieno inarrata, " mi avevano accaparrata ", " si erano assicurati i miei servigi ", cfr. Roman de la Rose 12778 ss. " Trop leur faisaie de durtez / Quant leur faillaie de couvent, / E ce m'avenait trop souvent, / Car j' avaie autre compaignie ".

Anche in LV 3 E se la donna prende tu' presente, / buon incomincio avra' di far mercato; / ma se d'un bascio l'avessi inarrato, / saresti poi certan del rimanente, l'oggetto dell'azione verbale sarà la donna (piuttosto che il mercato del verso precedente); cioè " se l'avessi impegnata con un bacio ", " se ne avessi avuto il pegno di un bacio ", considerato, a norma della tradizione ovidiana, come garanzia del possesso amoroso (cfr. le parole di Bel Acueil in Roman de la Rose 3405-08 " E sachiez bien cui l'en otroie / Le baisier, il a de la proie / Le miauz e le plus avenant, / Si a erres dou remenant "). La mancata concordanza tra participio passato e complemento oggetto è documentata anche altrove nel Fiore (cfr. CCXV 2-4 Franchezza si s'è de l'oste partita, / e Amor si l'ha ben incaricato / che li dica a la madre ogne su' stato).

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