Bizantino, Impero

Enciclopedia dei ragazzi (2005)

bizantino, Impero

Tommaso Gnoli

Una civiltà al crocevia tra l'Europa e l'Asia

Impero bizantino è la denominazione della parte orientale dell'Impero Romano dopo la sua divisione in due grandi sezioni, avvenuta all'inizio del 5° secolo d.C. L'Impero bizantino è sopravvissuto alla parte occidentale per circa un millennio. L'aggettivo bizantino significa di Bisanzio, dal nome dell'antica città greca posta sulla sponda europea dello Stretto dei Dardanelli, nell'attuale Turchia. La denominazione Impero bizantino, però, è moderna: gli abitanti di quell'impero, infatti, non pensavano di essere nient'altro che cittadini dell'Impero Romano.

Il periodo più antico

Nei primi anni della sua storia l'Impero bizantino ebbe la sua massima estensione. Quando Costantino fondò Costantinopoli, in Oriente erano sotto il dominio romano tutta la regione dei Balcani, tutta l'Africa settentrionale, compreso l'Egitto, e tutto il Vicino Oriente, dal Mediterraneo fino ai monti del Caucaso, al fiume Tigri e al deserto dell'Arabia. L'elenco degli Stati moderni che sorgono oggi in quei territori è impressionante: Croazia, Slovenia, Albania, Grecia, Macedonia, Serbia, Ungheria, Bulgaria, Romania, Turchia, Russia (in piccola parte), Armenia, Siria, Libano, Israele, Giordania, Iraq, Arabia Saudita (in parte), Egitto, Libia.

Ben presto, però, le crescenti difficoltà nel contenere le spinte delle popolazioni germaniche lungo i confini settentrionali portarono alla necessità di creare insediamenti di popolazioni barbariche nei Balcani, impiegate nell'esercito imperiale in cambio di denaro. Dopo la disastrosa battaglia di Adrianopoli e la morte sul campo dell'imperatore Valente (378), il suo successore Teodosio I stipulò il primo di questi patti con i Goti di Atalarico. In Oriente l'Impero bizantino si trovò a combattere per tutto questo periodo contro l'altro grande impero dell'antichità: quello dei Persiani, ma questi scontri quasi continui non ebbero esiti troppo gravi.

Il declino dell'Impero in Occidente e la 'riconquista' in Oriente

La situazione dell'Impero Romano in Occidente, frattanto, precipitava: nel 476 il barbaro Odoacre deponeva l'ultimo imperatore romano, Romolo Augustolo. Vari regni barbarici avevano posto fine al dominio di Roma su tutta l'Europa occidentale, così come sull'Africa settentrionale. Ciò spinse il più grande tra gli imperatori bizantini di questo primo periodo, Giustiniano (527-565), ad attuare una 'riconquista' dei territori occidentali che erano andati perduti. La storia delle splendide imprese di Giustiniano e dei suoi generali, Belisario e Narsete, è raccontata da uno dei più importanti storici bizantini, Procopio. Vennero riunite a Costantinopoli buona parte dell'Africa settentrionale, parte della Spagna e tutta l'Italia. La parte più durevole delle conquiste di Giustiniano fu proprio l'Italia. A Ravenna venne infatti insediato un esarca (vicere); costui governò un territorio che ebbe dimensioni variabili per due secoli, dal 552 al 751. Poiché l'esarca governava in nome dell'imperatore 'romano' di Costantinopoli, il territorio attorno a Ravenna si chiamò Romània, "terra dei Romani", contrapposto alla Longobàrdia, "terra dei Longobardi". Da questi due termini derivano direttamente i nomi di Romagna e Lombardia.

Il periodo di mezzo

Questo periodo si apre con un fatto traumatico: durante il regno dell'imperatore Eraclio (610-641) gli Arabi conquistarono tutto il Vicino Oriente (636), l'Egitto, l'Africa settentrionale e in pochi anni arrivarono in Spagna. All'Impero bizantino in Asia rimase solo la regione dell'Asia Minore, detta anche Anatolia, cioè l'attuale Turchia. Sempre in quegli anni aumentò la pressione lungo il confine settentrionale del Danubio per l'ingresso di nuove popolazioni barbariche, gli Slavi, che si insediarono in maniera massiccia nei Balcani.

Nel 7° e 8° secolo sembrò più volte che l'Impero bizantino dovesse cessare di esistere: la stessa capitale Costantinopoli venne assediata più volte dagli Arabi, dagli Slavi, dai Turchi, ma seppe sempre resistere grazie alle sue imponenti fortificazioni e ad alcuni accorgimenti, come il 'fuoco greco', una miscela a base di nafta con la quale si incendiavano i vascelli degli assedianti dall'alto delle mura.

Dopo la fine della dinastia dei discendenti di Eraclio, il peggio sembrò passato. Si aprì allora un periodo di forti conflitti interni, quando salirono sul trono alcuni imperatori che seguirono una condotta religiosa che non prevedeva il culto delle immagini sacre (icone). La dottrina iconoclasta, cioè contraria alle icone, risentiva fortemente della sensibilità islamica, anch'essa contraria al culto delle immagini sacre, ma alla fine venne sconfitta. Il periodo iconoclasta iniziò nel 726, con l'editto dell'imperatore Leone III che proibiva il culto delle immagini, e terminò definitivamente nell'843. Seguì quindi l'età d'oro dell'impero, quella degli imperatori Macedoni (867-1056), dei Ducas (1059-1078), dei Comneni (1081-1185) e degli Angeli (1185-1204). Sotto di loro l'Impero riconquistò molti territori che erano andati precedentemente perduti sia in Occidente, nei Balcani, sia in Oriente, in Anatolia.

Lo scisma

All'inizio dell'11° secolo si consumò una frattura insanabile tra il mondo cristiano d'Oriente e quello di Occidente, riunito attorno al papato di Roma. Nel 1054 il capo della Chiesa di Roma (papa Leone IX) e il capo della Chiesa di Costantinopoli (il patriarca Michele Cerulario) diedero vita al cosiddetto scisma (divisione) d'Oriente che dura tutt'oggi: alla Chiesa di Roma (o cattolica) si contrappose da allora una Chiesa ortodossa (cioè "della retta dottrina"), che ha nel patriarca di Costantinopoli la sua massima autorità. Questo scisma portò come conseguenza il fatto che, nel periodo delle crociate, i cattolici europei che intrapresero guerre di religione per liberare la Terra Santa (la Palestina) dagli infedeli (gli Arabi) non si sentirono più legati ai Bizantini dalla stessa fede religiosa. Pertanto, durante la Quarta crociata, nel 1204, i Crociati conquistarono Costantinopoli e la saccheggiarono, fondando l'impero latino d'Oriente.

La decadenza

L'ultimo periodo della storia dell'Impero bizantino è dominato da una sola dinastia, quella dei Paleologhi. Imperatori raffinati, curarono spesso le arti e, soprattutto, la letteratura, ma non riuscirono a evitare la progressiva perdita di potere del loro Stato. Con loro l'Impero bizantino diventò sempre più una potenza regionale, costretta a combattere duramente o a venire a patti con altre realtà del mondo mediterraneo ed europeo, spesso molto più potenti, sia militarmente sia economicamente. La salvezza dell'impero sembrava affidata ormai solamente alle solide mura della capitale e agli interessi delle potenze straniere, soprattutto Venezia, che vedevano nella grande città orientale una base molto importante per i loro commerci con l'Oriente. Neanche le imponenti mura di Costantinopoli, però, poterono resistere ai colpi dell'artiglieria turca. Ci volle la grande novità tecnologica del cannone, allora usato per la prima volta su grande scala in battaglia, per vincere definitivamente la resistenza delle grandi mura di Costantinopoli, il 29 maggio 1453.

La civiltà bizantina

Nell'Impero bizantino la figura centrale era l'imperatore che incarnava la legge divina. Teodosio II e Giustiniano promulgarono due fondamentali raccolte di leggi, il Codice teodosiano e il Codice giustiniano che diedero un ordine alla giurisprudenza romana e sono ancora oggi alla base del nostro ordinamento giuridico. Sul piano artistico l'arte bizantina è caratterizzata da immagini sacre, soprattutto di santi e imperatori raffigurati frontalmente, in una posa detta 'ieratica' (sacrale), su sfondo oro. Tali rappresentazioni si possono ammirare, oltre che nelle innumerevoli opere pittoriche, per lo più su materiale ligneo (icone), conservate nei principali musei del mondo, nei grandi mosaici delle chiese bizantine, costruite in Italia durante l'Esarcato. Particolarmente importanti a Ravenna le basiliche di San Vitale, di Sant'Apollinare Nuovo e di Sant'Apollinare in Classe e a Roma la basilica di Santa Maria Maggiore.

Bisanzio, Costantinopoli, Istanbul

Bisanzio, per la sua posizione favorevole, venne scelta dal primo imperatore romano cristiano, Costantino (306-337), come seconda capitale dell'Impero dopo Roma. Per fare questo Costantino procedette nel 330 alla consacrazione della 'Nuova Roma' che da lui prese il nome di Costantinopoli. Costantinopoli fu quindi la grande capitale dell'Impero bizantino fino alla definitiva scomparsa di questo nel 1453, quando la città venne conquistata dal turco Maometto II, imperatore degli Ottomani. Da allora, e fino a oggi, la città è nota con il nome di Istanbul.

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