Ignàzio di Loyola, santo

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Fondatore della Compagnia di Gesù (castello di Loyola presso Azpeitia 1491 - Roma 1556); ultimo figlio di Beltrán Yáñez de Oñaz y Loyola, ebbe il nome di Íñigo che cambiò (1537-42) in Ignazio. Cadetto di una nobile famiglia ove era tradizionale il mestiere delle armi, abbracciò anch'egli la carriera militare: prima paggio di Juan Velázquez, contador mayor di Ferdinando e Isabella, poi (1518) mesnadero in una compagnia di don Antonio Manrique, infine gentiluomo del duca di Nájera. Nel 1521 difese valorosamente la cittadella di Pamplona contro i Francesi riportando gravi ferite. Durante la lunga convalescenza prese a leggere, in mancanza dei richiesti e non trovati romanzi di cavalleria, la Vita di Cristo di Ludolfo di Sassonia e la Leggenda Aurea di Iacopo da Varazze: si compì allora in lui la conversione che lo mutava in ardente cavaliere di Cristo, e lo determinava a pellegrinare in Terra Santa per farvi penitenza e convertire gli infedeli. Ma volle prima ritirarsi in solitudine sulla montagna di Montserrat e in una grotta presso Manresa: qui, per quasi un anno (1522), attese alla meditazione, componendo le parti più significative dei suoi Esercizî spirituali. Nel febbraio 1523 da Manresa si recò a Roma, ottenne da Adriano VI la licenza del passaggio a Gerusalemme, e là approdò il 4 settembre dello stesso anno. Ma dopo 20 giorni di vita eremitica presso i Luoghi Santi fu costretto a riprendere il mare; durante il viaggio comprese che senza lettere è inutile vagheggiare conquiste di anime. Intraprese così la lunga via degli studî: a 33 anni era a Barcellona (1524-26) a frequentare una scuola di grammatica; passò poi ad Alcalá, Salamanca (1526-27), e Parigi, ove conseguì (1534) il grado di magister artium e raccolse i primi proseliti tra gli studenti. Qui con sei compagni fece voto di castità, di povertà e di pellegrinaggio a Gerusalemme; fece voto, contemporaneamente, qualora il viaggio non fosse possibile, di presentarsi al papa con i compagni perché li adoperasse come e dove volesse (voto di Montmartre, 15 agosto 1534). A Venezia, dove giunse in principio del 1536, fu ordinato sacerdote il 24 giugno 1537 e nell'ottobre con P. Fabro e G. Lainez si recò in Roma dal pontefice. Nel 1538, impedita per la guerra allora in corso tra Venezia e i Turchi la via di Gerusalemme, offertosi con nove suoi compagni al papa, andò con essi deliberando di formare una vera e propria congregazione religiosa; nacque così la Compagnia di Gesù (1539), approvata da Paolo III prima a voce a Tivoli, il 3 settembre 1539, poi un anno dopo (27 sett. 1540) con la bolla Regimini militantis Ecclesiae. Il 22 aprile 1541, I. fu unanimemente eletto preposito generale del nuovo istituto. D'ora in poi la vita di Loyola non è che la storia dell'ordine da lui fondato. Iniziò la sua instancabile attività apostolica a Roma in S. Maria della Scala presso palazzo Venezia e personalmente formò i suoi figli spirituali per inviarli poi in Europa e in terre di missione. Nel 1548 ottenne l'approvazione pontificia degli Esercizî spirituali; con la nuova approvazione della Compagnia fatta da Giulio III (1550) cominciò un nuovo e più fiorente periodo: nel 1551 I. fondò il Collegio Romano, poi (1552) il Germanico, quindi sviluppò l'organizzazione pedagogica dell'ordine tanto da farne un ordine insegnante, mentre rielaborava e completava le Costituzioni della Compagnia, efficace strumento, nello spirito della Controriforma, per la difesa e l'espansione del cattolicesimo in Europa e nel mondo. Spirito potente di organizzatore, egli è anche uno dei maggiori mistici del cattolicesimo, come testimoniano le sue esperienze descritte nel Diario espiritual, mentre gli Esercizî cercano d'offrire, utilizzando tutti i mezzi dell'umana natura, la via alle anime credenti per il raggiungimento del soprannaturale. Beatificato da Paolo V nel 1609, fu santificato da Gregorio XV il 12 marzo 1622; festa, 31 luglio.

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