idraulica Scienza che si occupa dei problemi relativi all’equilibrio e al moto dell’acqua e, in generale, dei liquidi; può considerarsi anche come la parte della fluidodinamica che si occupa dei fluidi incompressibili, i quali, con buona approssimazione, sono appunto l’acqua e gli altri liquidi ordinari.
Si usa tradizionalmente dividere l’i. in due parti principali: l’idrostatica, che considera liquidi in quiete, e l’idrodinamica, che considera invece liquidi in moto; in particolare, l’idrostatica studia i problemi connessi all’equilibrio dei liquidi, al galleggiamento dei corpi ecc., mentre l’idrodinamica studia i problemi del moto di correnti in pressione a pelo libero, i problemi di efflusso (➔ foronomia; liquido). L’i. si può anche suddividere in i. teorica, costituente un’importante parte della
2. Cenni storici
I problemi oggetto dell’i. fin da epoche remotissime sono stati affrontati dall’uomo, che li ha risolti per lungo tempo empiricamente, pur realizzando opere di grande mole, alcune delle quali tuttora efficienti. Così, notizie di costruzioni e di macchine idrauliche si hanno già per i popoli dell’Egitto e della bassa Caldea, che dell’i. classica sono stati i precursori. I Greci costruirono non solo canali e serbatoi ma veri e propri acquedotti e anche vari e complessi tipi di macchine idrauliche (ruota idraulica, pompa, sifone, fontana intermittente); anche degli Etruschi si conoscono numerose opere idrauliche, quali, per es., i canali di scolo del Po.
I Romani furono abili idraulici, conobbero mezzi tecnici molto progrediti sia per la captazione di acque superficiali e sotterranee sia per il loro trasporto e accumulazione; numerosissimi e famosi sono i resti di acquedotti, cisterne, pozzi, canali, cunicoli di drenaggio, dighe di sbarramento, gallerie per emissari. Tra le opere che meglio rivelano la tecnica idraulica dei Romani si citano: la celebre
Dal punto di vista teorico, i più importanti studi dell’antichità furono quelli di Archimede. Nel 16° sec. le leggi dell’idrostatica furono precisate dal fiammingo Simon Stevin, seguito da
Gli studi teorici di idrodinamica incominciano con l’opera di Eulero, che espose le tre equazioni del moto e l’equazione di continuità (1775), e sulla via segnata da lui e da L. Lagrange ha proceduto tutta una schiera di scienziati: