icona
arte
Immagine sacra, rappresentante Cristo, la Vergine, un santo/">santo ecc., su tavola. Attestate fin dal 5° sec., le i. hanno avuto grande diffusione, come oggetto di culto e venerazione, nel mondo bizantino dalla seconda metà del 6° sec. e sono strettamente coinvolte nella questione riguardante la liceità dell’immagine divina, sancita definitivamente, dopo il periodo iconoclastico, dal Concilio di
La produzione di i. ebbe larga diffusione nelle province dell’Impero d’Oriente e soprattutto in
Le i. erano concepite come oggetti isolati o destinate a essere poste nell’iconostasi, struttura divisoria interposta fra la zona presbiteriale delle chiese e quella riservata ai fedeli. Presente nelle basiliche paleocristiane (pergula) e nelle chiese mediobizantine (templon), l’iconostasi è costituita da un colonnato architravato i cui intercolumni sono chiusi, tranne nei varchi di passaggio, da plutei e transenne marmoree e, nella parte superiore, da cortinaggi. Nelle chiese di rito greco, cattolico e ortodosso, l’iconostasi è per lo più costituita da un muro pieno aperto da tre porte: quella di mezzo (
Raffigurazione di tipo simbolico di un comando, di una funzione, di un file, di un programma applicativo o altro, che appare sugli schermi degli elaboratori che utilizzano la rappresentazione a finestre (➔ finestra). Le i. hanno funzione mnemonica e permettono di identificare rapidamente il tipo di oggetto rappresentato, il cui nome è normalmente indicato sotto l’i. stessa. Le i. possono essere facilmente attivate per mezzo del mouse. Esempio di i. è costituito dal disegno schematico di una cartella, median;te la quale possono essere aperte delle finestre ausiliarie, contenenti a loro volta altre i., secondo una struttura logica ad albero.