WOLF, Hugo

Enciclopedia Italiana (1937)

WOLF, Hugo


Compositore di musica, nato a Windischgrätz (Stiria) il 13 marzo 1860, morto a Vienna il 22 febbraio 1903. Adolescente, il suo interessamento si volgeva soprattutto alla letteratura e alla musica. Nel 1875, vincendo le resistenze dei genitori, entra al conservatorio di Vienna. In quell'anno stesso ha occasione di avvicinare Riccardo Wagner che a Vienna dirige Tannhäuser e Lohengrin. L'impressione ch'egli riporta da queste opere è sì forte da illuminarlo definitivamente non solo sulla propria vocazione ma - di più - sulla natura stessa della sua musicalità; natura essenzialmente romantica, né molto diversa da quella del Wagner. Tale orientamento lo conduce presto a insofferenza dell'insegnamento scolastico: dopo due anni d'irrequieta frequenza, egli viene in urto col direttore J. Hellmesberger ed è espulso dal conservatorio. Dissesti famigliari lo privano, proprio allora, di ogni aiuto ed egli si mantiene, pressoché miseramente, dando lezioni private di violino e di pianoforte. Non riesce a tenere durevolmente quei rari posti che di tanto in tanto gli si procurano. Comincia però a comporre, tra gli stenti, e nel 1877-78 nascono i primi Lieder, primi annunzî del genio ch'egli profonderà in questo genere di composizione. Segue, nel 1883, il poema sinfonico Penthesilea, ispirato al poema del Kleist. Altre pagine che in quel giro d'anni erano nate furono lasciate dall'autore nell'ombra o distrutte. Entrato così nel movimento musicale, dal 1883 all'87 accetta la rubrica musicale in un frivolo Salonblatt viennese, più che per guadagnare, per sostenere anche con la critica le correnti ideali cui appartiene. In questi quattro anni di attività critica il W. riesce a inimicarsi quasi tutto l'ambiente viennese, allora dominato dai circoli che E. Hanslick guidava all'esclusiva adorazione di J. Brahms. Nell'87, ritornato alla composizione, dopo aver pubblicato i primi 2 volumi di Lieder (nei quali eran compresi anche molti su testo di Mörike e di Goethe, poi celeberrimi), lavora ad altri Lieder e a un inno: Die Christnacht, per soli, coro e orchestra. Continuano, i Lieder, da poeta a poeta: da Eichendorff di nuovo a Goethe (mentre i primi due volumi si vanno già diffondendo nei paesi tedeschi d'Austria, di Baviera, di Württemberg, ecc., con un favore sempre crescente), agli spagnoli, ecc. Nell'89 intanto era andato a Bayreuth, per la terza volta, e in una atmosfera di fiammeggiante passione, ritornato a Vienna, lavora allo Spanisches Liederbuch (su Heyse e Geibel), la raccolta in cui i valori romantici sono spinti all'esasperazione. Passa poi subito a Gottfried Keller e all'Italienisches Liederbuch (di P. Heyse), che non sarà completato se non dopo varî anni. È, infatti, il momento in cui si manifestano i prodromi di quella follia che ucciderà tra qualche anno il suo spirito. Ma intanto, dal '90 in poi, il suo nome è avviato a larga fama. Se Vienna è ancora ostile, la Germania ha invece compreso quale forza di genío sia nel tormentato liederista stiriann. Editori e società concertistiche ne diffondono la musica nel mondo tedesco. Berlino, Stoccarda, Mannheim, ecc., ne acclamano il nome. E, del resto, nel 1890 dalla stessa Vienna gli si chiede una partitura di scena per la Festa a Solweig di H. Ibsen, ch'egli compose con tanta libertà da oltrepassare i limiti del genere musica di scena, avviandosi all'opera. Troppo forte era nel W. l'impulso verso la cosiddetta arte "integrale" perché l'artista non tendesse all'opera lirica. Quando egli può riprendere, dopo lunga parentesi di dolorosa impotenza creativa, la composizione, tra i primi lavori (dal 3 marzo 1895 al 9 luglio) compare infatti Der Corregidor, opera comica tratta dal Sombrero de tres picos di P. de Alarcón (adattamento di R. Mayseder). L'esito non fu cattivo, ma l'opera cadde presto nell'ombra. Nella prima metà del 1897 era già avviata la composizione d'una seconda opera, anch'essa tratta dal teatro di P. de Alarcón: Manuel Venegas. La demenza troncò questo lavoro a mezzo del primo atto, come troncava la composizione dei Michelangelo-Gesänge, giunta appena al 3° sonetto. I valori musicali erano, fino all'ultimo giorno di lavoro, tanto ricchi e profondi quanto forse mai erano stati.

L'arte di H. W., le cui fervide linfe scorrono in ogni genere, dall'opera al quartetto, dal poema sinfonico al conciso Lied, ha dato l'intera misura della sua forza in quest'ultimo: nel Lied per canto e pianoforte, in virtù d'una istintiva preferenza quale già ebbe F. F. Chopin per il pianoforte solo. E con Chopin il W. ha in comune l'estrema raffinatezza di analisi spirituale, concretata in estrema raffinatezza di scrittura, tale da esaurire l'analisi nel giro di brevi, talvolta brevissime, pagine destinate non tanto al concerto quanto all'intima commozione dello stesso interprete. Ma nel tedesco postwagneriano l'espressione tende a suggerire una trascendenza: i limiti della pagina scritta non vogliono essere i limiti ideali cui il discorso potrebbe attingere. Scompare così assai spesso la tendenziale classicità della forma chiusa e sottentra l'ultraromantica "melodia infinita", quale R. Wagner aveva mostrato nel suo Wort-Tondrama. Agogico e nel tempo stesso esponente di ogni attimo è in questo discorso l'elemento armonistico, dal W. spinto a temerità che soltanto per il suo genio poterono rappresentare - anziché un pericolo - un necessario appagamento lirico: per simili temerità il W. poté sviscerare ed esplicare ogni profonda e singolare ragione dei varî moti propostigli dal testo poetico. Sotto questo riguardo (l'esplicazione musicale dei valori poetici) il W. può essere considerato come uno dei sommi artisti del Lied: certo pari, se non superiore, a F. Schubert e a R. Schumann.

Composizioni. - Musiche per teatro: Partiture di scena per La festa a Solweig, Vienna 1891; Der Corregidor (opera comica), Mannheim 1896; Manuel Venegas (incompiuta).

Musiche corali: Sechs geistliche a cappella Chöre, 1881; Christnacht, per soli, coro e orchestra, 1886-1889; Elfenlied, id., 1881-1891; Dem Vaterland, eoro maschile e orchestra, 1850; Der Feuerreiter, coro e orchestra, 1892.

Musica sinfonica: Penthesilea, poema sinfonico, 1883; Iialienische Serenade per piccola orchestra (anche ridotta per quartetto d'archi), 1893-1894.

Musica da camera: Quartetto in re minore, per archi.

Musica per canto e pianoforte: Varie grandi raccolte di Lieder, tra le quali emergono le seguenti: 53 Gedichte von Möricke (1888); 20 Gedichte von Eichendorff (1886-88); 51 Gedichte von Goethe (1888-89); Spanisches Liederbuch (44 canti, 1890); Italienisches Liederbuch (46 canti, 1890-1891-1896). Inedite rimangono molte pagine di ogni genere. Gli scritti di critica sono raccolti in H. Batka e H. Werner, H.W.s musikalische Kritiken, Lipsia 1911.

Bibl.: P. Müller, H. W. Verzeichnis seiner Werke, Lipsia 1908; E. Decsey, H. W., voll. 4, Berlino 1903-06; P. Müller, H. W., ivi 1904; E. Schmitz, H. W., Lipsia 1906; E. Newman, H. W., Londra 1907; M. Morold, H. W., Lipsia 1912; R. Prati, H. W., Torino 1914; R. Rolland, H. W., in Musiciens d'ajourd'hui, Parigi 1908. V. anche: Gesammelte Aufsätze über H. W., voll. 2, Vienna 1898-99.