HARZ

Enciclopedia Italiana (1933)

HARZ (A. T., 53-54-55)

Arrigo Lorenzi

Montagna della Germania (v. questa voce) ad oriente della media Leine: consta di un nucleo granitico rivestito quasi ovunque da scisti paleozoici e dallo Zechstein. Fra le montagne della media Germania, è la più settentrionale e una delle più alte. Sul territorio piano che lo circonda, il Harz, a eccezione del lato NE. dove si unisce ai Monti del Mansfeld, si eleva ripido da tutte le parti e poco articolato: tuttavia sono molte le valli che lo solcano e mettono parte alla Leine, parte all'Oker, che sono subaffluenti della Weser, parte ancora alla Bode che va nella Saal di Sassonia. Lungo l'asse della montagna, diretto da SE. verso NO. e misurante circa 100 km., si distinguono due sezioni: l'Alto e il Basso Harz. Il primo è a NO. e occupa circa un terzo dell'intera lunghezza, e raggiunge nel Brocken 1142 m. (si veda questa voce). Essendo il clima piuttosto freddo, l'agricoltura non vi è possibile e dal suolo non si può trarre profitto che con la selvicoltura (acifolie) favorita dalle considerevoli precipitazioni (v. germania) e la praticoltura. Ha grande importanza l'estrazione dei minerali, specialmente al contatto dei graniti col devonico (galena argentifera, calcopirite, minerali di ferro, nichel e antimonio); da ciò principalmente dipende l'esistenza di città montane (la principale Klausthal, a 600 m.).

Il Basso Harz, costituito quasi soltanto di grovacca, è un ripiano uniforme che continua a SE. l'Alto Harz; non arriva a 600 m., è in parte coperto da boschi di latifoglie, in parte coltivato ed ha pure ricche miniere (limonite).

Bibl.: W. Behrmann, Die Oberflachen-Gestaltung der Harzes, in Forschungen zur deutschen Landes- und Volkskunde, XX, II, 1912; Günther e Ambrosius, Der Harz (Monographien zur Erdkunde), 4a ed., 1924.