HARWICH

Enciclopedia Italiana (1933)

HARWICH (A. T., 47-48)

Camillo MANFRONI
Wallace E. Withehouse

Città marittima dell'Inghilterra, nella contea di Essex, situata all'imbocco degli estuarî riuniti dei fiumi Stour e Orwell. Ha 12.700 ab. (1931). Il suo eccellente porto naturale, ben riparato e prossimo ad acque profonde, ha sempre favorito l'attività marinara della città dove fu stabilito da Cromwell, nel sec. XVII, il Royal Naval Yard per la costruzione di navigli per la marina da guerra. L'industria delle costruzioni navali è tuttora importante: vengono costruiti specialmente piccoli battelli per la locale pesca delle aragoste e di altri crostacei. Navi che peschino circa 6 metri possono entrare ad acque basse nel porto, che costituisce la più importante base navale della costa orientale inglese.

Harwich è un notevole centro commerciale fin dal sec. XIII; ora si verifica una considerevole importazione di grano, legname e bestiame, e un'esportaziorie di cemento (fabbricato localmente) e di pesce. Il porto, per altro, è importante soprattutto per il movimento dei passeggeri, che è ingentissimo; servizî regolari uniscono Harwich con il Belgio, l'Olanda e la Danimarca. Un servizio di ferry-boats tra Harwich e Zeebrugge (Belgio), giornaliero in tutt'e due le direzioni, fu inaugurato nel 1924; i 150 km. di distanza vengono percorsi normalmente in 8 ore. A poco più di un chilometro e mezzo a monte di Harwich è stato costruito, per soddisfare le esigenze dei mezzi di trasporto moderni, il Parkeston Quay.

Ormai unito con Harwich è il popolare centro balneare di Dovercourt, che si stende lungo mare aperto.

Battaglia di Harwich o di Lowestoft. - Molti scontri navali ebbero luogo all'altezza del porto di Harwich, specialmente durante le guerre anglo-olandesi. Il combattimento più importante per numero di navi e per durata fu quello che ebbe luogo all'inizio della guerra dichiarata dal re d'Inghilterra Carlo II alle Provincie Unite (marzo 1665), in seguito alla rioccupazione degli stabilimenti olandesi in Africa.

L'Inghilterra aveva affidato al duca di York il comando di una formidabile armata (114 vascelli di linea e molte navi minori), con l'ordine di impedire la riunione delle due squadre d'Olanda e di Zelanda: ed egli si era spinto sino al Texel, donde però per mancanza di viveri dopo una breve crociera fu obbligato a ritirarsi. L'ammiraglio olandese J. Obdam, operata la congiunzione con i vascelli di Zelanda, si recò a sua volta verso le coste d'Inghilterra, e incontrò l'armata nemica di fronte a Harwich (giugno 1665). Il combattimento fu violento: per lungo tempo una sola divisione inglese, quella direttamente comandata dal duca di York, si trovò costretta a sopportare l'attacco delle artiglierie di tutta l'armata olandese; ma dopo qualche ora, in cui i danni degl'Inglesi furono gravissimi, riuscì alla seconda divisione (squadra azzurra) di dividere in due l'armata nemica; quasi nel tempo stesso saltava in aria per lo scoppio delle munirioni il vascello ammiraglio olandese, con la perdita di tutto lo stato maggiore e di quasi tutto l'equipaggio. Questi due avvenimenti segnarono l'inizio della rotta degli Olandesi, nonostante l'eroica condotta di Cor- nelis van Tromp (figlio del vecchio ammiraglio Martino) il quale assunto il comando, cercò d'impedire il disordine e lo sbandamento. Gli Olandesi perdettero 19 vascelli e circa 6000 uomini tra morti, feriti e prigionieri.

Bibl.: W. L. Clowes, The Royal Navy, Londra 1897-1903, III; A. T. Mahan, Influence of Sea-power, ecc., Londra 1890; C. Randaccio, Storia navale universale, II, Roma 1891, p. 88 segg.

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