TSUI, Hark

Enciclopedia del Cinema (2004)

Tsui, Hark (propr. Tsui Man-kong, pinyin Xu Ke)

Alberto Pezzotta

Regista e produttore cinematografico cinese, nato a Canton il 2 gennaio 1951. Ha diretto e prodotto alcuni dei titoli più significativi della cinematografia di Hong Kong degli anni Ottanta e Novanta, in equilibrio tra generi tradizionali e innovazione, cinema d'autore ed esigenze commerciali, creando uno stile inconfondibile e spettacolare dove la perfezione delle coreografie si unisce a un montaggio serrato e a movimenti di macchina vertiginosi; un cinema esuberante che celebra l'azione e sa affascinare, ma dietro al quale si coglie l'intento di affrontare in modo non banale i punti nodali dell'identità e della cultura cinese.

Cresciuto in Vietnam, nel 1966 si trasferì a Hong Kong. Già da ragazzo realizzò i suoi primi film in 8 mm; dal 1975 al 1977 studiò cinema nelle università di Dallas e Austin, lavorando al tempo stesso nell'emittente televisiva di Chinatown a New York, dove si occupava anche di teatro e giornalismo. Tornato a Hong Kong, ottenne grande successo con il serial televisivo di arti marziali Jin jian luomanshi (1978, ingl. The golden dagger romance).Nel cinema ha esordito con Die bian (1979, ingl. The butterfly murders), una delle prime opere della New wave hongkonghese (v. Hong Kong). In questo film, come nel successivo Diyu wu men (1980, ingl. We're going to eat you), ha riscritto il genere delle arti marziali in chiave colta, con umorismo nero e allusioni satiriche. Con Di yi leixing weixian (1980, ingl. Dangerous encounter ‒ First kind) ha invece affrontato la realtà contemporanea, portando in scena le imprese scellerate di tre studenti di buona famiglia che mettono una bomba in un cinema. Il film, acre e violento, è stato censurato per le allusioni agli attentati anticolonialisti del 1967. La stagione sperimentalista è stata però di breve durata: nel 1983 T. ha diretto un film di genere fantastico, Xin Shushan jianxia (1983, ingl. Zu: warriors from the Magic mountain), dove ha cercato di far risorgere i wuxia pian (film marziali di cavalieri erranti) amati durante l'infanzia. Ma, dal momento che aveva in parte affidato gli effetti speciali a tecnici statunitensi, alcuni critici hanno parlato di un tradimento della New wave. Il film non ha avuto il successo sperato, ma ha costituito il punto di partenza della nuova poetica del regista: ricreare il cinema del passato con occhio smaliziato e tecnica prodigiosa. Obiettivo che T. ha centrato in Shanghai zhi ye (1984, ingl. Shang-hai blues) che, ambientato nel 1947, fonde commedia degli equivoci, melodramma e musical, e in Daomadan (1986, ingl. Peking Opera blues), che si svolge nel 1913, dove ha presentato una sarabanda di complotti, travestimenti e duelli mortali, leggibile come una riflessione disincantata sulla storia cinese.

Nel 1984 T. ha fondato con la moglie Nansun Shi (pinyin Shi Nanshang) la casa di produzione Dianying gongzuoshi (ingl. Film Workshop), assai attiva sul mercato locale. Etichettato dai critici americani come lo 'Spielberg d'Oriente', ha ottenuto in veste di produttore grandi successi: Yingxiong bense (1986; A better tomorrow) ha segnato l'inizio della fortuna di John Woo e del genere gangsteristico; Qian nü you hun (1987; Storia di fantasmi cinesi) di Ching Siu-Tung (pinyin Cheng Xiaodong) ha creato fantasmagorie insuperate; Xiao ao jiang hu (1990, ingl. Swordsman), programmato per essere diretto da King Hu (pinyin Hu Jinquan) ma terminatosuccessivamente da Ching Siu-Tung, ha dato nuovo lustro al wuxia pian.Come regista, in Huang Feihong (1991, ingl. Once upon a time in China) T. ha ripreso un personaggio mitico della cultura cantonese, il maestro d'arti marziali e filosofo Wong Fei-Hung (pinyin Huang Feihong; v. Kung fu), facendone un simbolo della Cina alla fine dell'Ottocento, in bilico tra tradizione e mondo occidentale. Il film ha lanciato l'attore Jet Li (pinyin Li Lianjie) e ha avuto cinque sequels. Ancora negli anni Novanta T. ha diretto Liang Zhu (1994, ingl. Butterfly lovers), nuova e fortunata versione di una celebre e tragica storia d'amore e di equivoci, in cui uno studente si innamora di una ragazza travestita da uomo. Dopo l'insuccesso di Dao (1995, ingl. The blade), un wuxia pian che torna allo sperimentalismo e al nichilismo della New wave, la carriera di T. ha costituito l'evidente riflesso, nell'epoca del ritorno dell'ex colonia inglese alla Repubblica popolare cinese (1° luglio 1997), della crisi propria del cinema di Hong Kong, da un lato alla faticosa ricerca di una dimensione internazionale, dall'altro incapace di ritrovare le proprie radici. I film diretti dal regista alla fine degli anni Novanta con capitali statunitensi (Double team, 1997, Double team ‒ Gioco di squadra e Shunliu niliu, 2000, ingl. Time and tide) sono infatti apparsi poco originali e di mediocre fattura.

Bibliografia

O. Assayas, Ch. Tesson, S. Toubiana, Le système Tsui Hark. Tradition + effets spéciaux, in Made in Hong Hong, "Cahiers du cinéma", 1984, 362-63, pp. 112-19; Dossier Tsui Hark, in "HK ‒ Orient extrême cinéma", 1997, 2; G.A. Nazzaro, La persona da cui nasce il film, in "Panoramiche/Panoramiques", 2000, 28, pp. 47-49.

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