HARBIN

Enciclopedia Italiana (1933)

HARBIN (A. T., 97-98)

Carlo BATTISTI
Guido Valensin

Città della Manciuria sulla riva destra del fiume Sungari, situata a 45° 50′ N. e 126° 40′ a 152 m. s. m.; alla stessa latitudine di Milano. È una città creata dai Russi, nel nodo ferroviario formato dalla Transiberiana e dalle ferrovie cinesi orientali (1903). Lo sviluppo della città, iniziato nel 1898, arrestato durante la guerra russo-giapponese, divenne subito dopo rapidissimo. Nel 1915 aveva 100 mila abitanti, di cui oltre una metà Cinesi, e giungeva a 253 mila ab. nel 1929, secondo le statistiche delle dogane cinesi. Una parte notevole della città, costruita dai Russi, conserva l'aspetto di una città russa; il quartiere cinese è pure ben costruito e interamente moderno. L'importanza commerciale di Harbin dipende dal fatto che è situata al centro della ricca e fertile regione settentrionale della Manciuria. Oltre che dalle ferrovie, i prodotti agricoli sono trasportati da battelli a vapore sul fiume Sungari. Le esportazioni ammontarono a 78 milioni di tael delle dogane nel 1928 e furono soltanto di 40 milioni nel 1929; le importazioni discesero da 26 milioni nel 1928 a 13 milioni nel 1929.

Un nucleo di professori universitarî esuli dalla Russia fondò qui per la diffusione della cultura occidentale due istituti superiori: una facoltà di legge frequentata da circa 400 studenti e un politecnico dove studiano circa 500 Russi e 150 cinesi.