HAMMER FILM PRODUCTIONS

Enciclopedia del Cinema (2003)

Hammer Film Productions

Marzia G. Lea Pacella

Casa di produzione inglese, fondata nel 1934. A partire dagli anni Cinquanta sino alla fine degli anni Settanta è stata la casa di produzione indipendente del Regno Unito di maggior rilievo a livello internazionale. Il suo successo si deve sia alla scelta di specializzarsi in due generi cinematografici (l'horror e la fantascienza), di cui venne rinnovata la forza spettacolare, sia al gruppo di artisti (tutte personalità di rilievo) che vi hanno lavorato, dai registi Terence Fisher, Roy Ward Baker, Val Guest, agli attori Peter Cushing e Christopher Lee, allo sceneggiatore e regista Jimmy Sangster.

Creata nel novembre del 1934 come casa di distribuzione (Exclusive Films Ltd.) per iniziativa di William Hinds (un attore che recitava con il nome di Will Hammer) e di Enrique Carreras (proprietario di una catena di sale cinematografiche), a partire dal 1947 iniziò la sua trasformazione societaria e nel febbraio del 1949 assunse la denominazione di Hammer Film Productions Ltd., inizialmente guidata dai due fondatori e dai loro rispettivi figli, Anthony Hinds e James Carreras, divenendo la più importante compagnia di produzione inglese. Già negli anni Trenta la Exclusive aveva occasionalmente prodotto alcuni film (attraverso la sua succursale Hammer Productions Ltd.): commedie (The public life of Henry the ninth, 1935, di Bernard Mainwaring, il primo film prodotto), musical e un thriller, The mystery of the Marie Celeste, noto anche con il titolo Phantom ship, (1935) di Denison Clift, interpretato da Bela Lugosi. Nel decennio successivo, superata l'inattività del periodo bellico, gli sforzi si concentrarono interamente sulla produzione, sia con l'attuazione di una politica di film a basso costo (primo mediometraggio prodotto, River patrol, 1947, di Ben R. Hart), sia puntando su titoli che attirassero il pubblico come per es. quelli ispirati a programmi radiofonici, quale il thriller Room to let (1950) di Godfrey Grayson, che prefigurava le scelte tematiche successive. Fu con l'apertura dei mercati statunitensi e con alcune coproduzioni, con la RKO e poi con la Screen Guild Pictures di Robert L. Lippert, che la H. F. P. poté utilizzare attori statunitensi e produrre film di stampo hollywoodiano. Man bait, noto anche come The last page (1952; Esca per uomini) e Stolen face (1952) furono le prime due opere firmate da Fisher, al quale nel 1953 la H. F. P. assegnò il compito di girare Four sided triangle e Spaceways (Viaggio nell'interspazio), film che inaugurarono il filone della fantascienza. A metà degli anni Cinquanta, a causa della grave crisi che aveva investito il cinema inglese, la H. F. P. ‒ per combattere il diffondersi della televisione e non potendo più ricorrere alle costose star statunitensi ‒ dovette puntare su una nuova formula produttiva basata sulle novità e sugli effetti speciali, che consentì di raggiungere un enorme successo, in particolare con due film: The Quatermass experiment (1955; L'astronave atomica del dottor Quatermass) di Guest e The curse of Frankenstein (1957; La maschera di Frankenstein) di Fisher. Il primo, ispirato a un serial televisivo, ebbe due sequels (X the unknown, 1956, X contro il centro atomico, di Leslie Norman; Quatermass 2, 1957, Quatermass e i vampiri dello spazio, di Guest) che non ottennero gli stessi risultati, mentre invece notevole fu l'affermazione, nel 1967, di Quatermass and the pit (L'astronave degli esseri perduti) di Baker. The curse of Frankenstein, interpretato da Peter Cushing e da Christopher Lee, inaugurò invece il filone horror che prendeva spunto dalla letteratura gotica e dai classici cinematografici statunitensi degli anni Trenta, tanto che la Universal Pictures, detentrice dei diritti, in seguito concesse alla H. F. P. di realizzare alcuni remake dei propri film (Dracula, più noto con il titolo statunitense The horror of Dracula, 1958, Dracula il vampiro; The revenge of Frankenstein, 1958, La vendetta di Frankenstein; The mummy, 1959, La mummia; The brides of Dracula, 1960, Le spose di Dracula; The curse of the werewolf, 1961, L'implacabile condanna; The phantom of the Opera, 1962, Il fantasma dell'Opera, diretti tutti da Fisher; e The old dark house, 1962, Il castello maledetto, di William Castle). In quegli anni la H. F. P. si dedicò anche a film di guerra (The camp on blood island, 1957, L'isola dei disperati, e Yesterday's enemy, 1959, Nemici di ieri, entrambi di Guest), a commedie concepite per il mercato nazionale (Further up the creek, 1958, ancora di Guest) e a serie televisive come The army game.

Negli anni Sessanta la H. F. P. diversificò la produzione affiancando, a quella ormai classica dei film horror, la realizzazione di film d'avventura, specie in costume (The pirates of blood river, 1961, di John Gilling), e di psicothriller (Taste of fear, noto anche con il titolo Scream of fear, 1961, La casa del terrore; The nanny, 1965, Nanny la governante, entrambi di Seth Holt; Paranoiac, 1962, Il rifugio dei dannati, di Freddie Francis). Nell'ambito della fantascienza cominciò a produrre film più complessi e spettacolari (The damned, 1961, Hallucination, di Joseph Losey; Lost continent, 1968, Continente scomparso, di Michael Carreras), molti dei quali di argomento preistorico (She, 1965, La dea della città perduta, di Robert Day; One million years B.C., 1966, Un milione di anni fa, di Don Chaffey; When dinosaurs ruled the earth, 1969, Quando i dinosauri si mordevano la coda, di Guest; Slave girls, noto anche con il titolo Prehistoric women, 1966, di M. Carreras); mentre per il genere horror proseguì con alcune riletture di personaggi-mito (Dracula prince of darkness, 1965, Dracula, principe delle tenebre, di Fisher), inaugurando anche la produzione di opere dedicate ai misteri e agli orrori dei culti vodù (The plague of the zombies, 1966, La lunga notte dell'orrore, di Gilling), e di film black magic (The witches, 1966, di Cyril Frankel; The devil rides out, 1967, di Fisher). M. Carreras, figlio di James e nipote del fondatore (che nel 1962 aveva abbandonato la H. F. P. per fondare una propria casa di produzione, Capricorn Productions), nel 1971 tornò alla guida della H. F. P., che aveva prodotto nel frattempo soprattutto sequels di film dell'orrore, di cui era ormai però saturo il mercato, e opere televisive (On the buses, 1971). Dopo un periodo di declino commerciale e artistico a livello internazionale, negli anni Settanta la H. F. P. tornò così a ottenere il successo di pubblico sfruttando il filone esotico-preistorico (Creatures the world forgot, 1970, La lotta del sesso sei milioni di anni fa, di Chaffey) e comunque riprendendo la produzione di film horror sempre dedicati a Franken-stein e a Dracula (Taste the blood of Dracula, 1969, Una messa per Dracula, di Peter Sasdy; Frankenstein and the monster from hell, 1973, Frankenstein e il mostro dell'inferno, di Fisher; The satanic rites of Dracula, 1973, I satanici riti di Dracula, di Alan Gibson; The scars of Dracula, 1970, Il marchio di Dracula, di Baker; The horror of Frankenstein, 1970, Gli orrori di Frankenstein, di J. Sangster; Frankenstein must be destroyed, 1969, Distruggete Frankenstein, di Fisher), tentando di attualizzare i personaggi (Dracula has risen from the grave, 1968, Le amanti di Dracula, di Francis; Dracula A.D. 1972, 1972, 1972: Dracula colpisce ancora, di Gibson) o addirittura contaminando i generi (per es., con il cinema di azione cinese, The legend of the seven golden vampires, 1974, La leggenda dei sette vampiri d'oro, di Baker, coprodotto con gli Shaw Brothers di Hong Kong). Per rinnovare le tematiche horror furono esplorate nuove situazioni rivolgendosi alla psichiatria (Hands of the ripper, 1971, Gli artigli dello squartatore, di Sasdy; Demons of the mind, 1971, Rose rosse per il demonio, di Peter Sykes), variando le trame mediante l'erotismo (Countess Dracula, 1970, La morte va a braccetto con le vergini, di Sasdy), la violenza sanguinaria (vicina al gore) e il lesbismo (The vampire lovers, 1970, Vampiri amanti, di Baker; Lust for a vampire, 1970, Mircalla, l'amante immortale, di Sangster; Twins of evil, 1971, Le figlie di Dracula, di John Hough), dedicando una maggiore attenzione a personaggi femminili (Blood from the mummy's tomb, 1971, Exorcismus ‒ Cleo, la dea dell'amore, di Holt; Dr. Jekyll and sister Hyde, 1971, Barbara, il mostro di Londra, di Baker). L'ultimo film horror prodotto dalla H. F. P. è stato To the devil a daughter (1976; Una figlia per il diavolo) di Sykes, mentre The lady vanishes (1979; Il mistero della signora scomparsa) di Anthony Page ha segnato la sua fine come casa di produzione cinematografica. Negli anni Ottanta infatti la H. F. P. si è dedicata essenzialmente a serie televisive quali Hammer house of horror (1980) e Hammer house of mystery and suspense (1984).

Bibliografia

The house of horror: the story of Hammer films, ed. A. Eyles, R. Adkinson, N. Fry, London 1973; R. Marrero, Horrors of Hammer, Key West 1984; M. Hearn, The Hammer story, London 1997.

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