HAINAUT

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1996)

HAINAUT

S. Lupinacci

(fiammingo Henegouwen)

Regione storica dell'Europa settentrionale, comprendente sia l'omonima provincia belga sia la parte orientale del dip. francese del Nord, il cui nome lat. pagus Haginaus o Hainoensis (dal fiume Haine) compare nel sec. 8° e sostituisce, a partire dal 9°, quello di pagus Fan(o)martensis (da Famars, centro fortificato di epoca tardoromana, nei pressi di Valenciennes), antica circoscrizione della città di Nerviens, essa stessa divenuta diocesi di Cambrai.Dal sec. 10° lo H. divenne una contea: a Mons si stabilirono i conti della famiglia dei Régnier, di ascendenza carolingia. Régnier III (958-959) e suo figlio Régnier IV (974) videro però i propri beni confiscati dai re germanici e affidati ad amministratori fedeli a questi ultimi. Dopo il fallimento di una spedizione contro Mons (976), Régnier IV, rientrato nei favori dei sovrani, riacquistò il possesso delle sue terre, a eccezione della città di Valenciennes, che venne restituita solo nel 1047 a suo nipote Herman (m. nel 1050). Il secondo matrimonio di Richilde, vedova di quest'ultimo, con il figlio del conte di Fiandra, il futuro Baldovino VI (Baldovino I in H.), fece passare la regione alla famiglia dei Baldovino (1051-1280). Dopo un'effimera unione con la Fiandra (1067-1071), Richilde infeudò la contea al vescovo di Liegi per garantirsi dagli attacchi di suo cognato Roberto il Frisone, già signore della Fiandra (1071); questo atto giuridico, concluso in due tempi con il concorso del duca della Bassa Lotaringia Goffredo il Gobbo e rimasto valido fino agli inizi del sec. 15°, non doveva comunque procurare al prelato di Liegi alcun incremento della propria autorità politica.Il sec. 11° e gli inizi del successivo videro lo H., all'epoca dotato di una curia e di alte cariche a carattere ereditario, accrescere la sua estensione territoriale: contea di Chièvres (parte della marca o marchesato di Ename; 1047), possedimenti capitolari del monastero di Sainte-Waudru di Mons, regione dell'Entre-Sambre-et-Meuse (con i centri di Beaumont e Chimay), una parte consistente del pagus di Ostrevant (territorio francese, a O della Schelda, tra Valenciennes e Douai). Baldovino IV (1120-1171) rafforzò la propria autorità edificando fortificazioni, esercitando un'azione costrittiva nei confronti dei nobili e creando i primi funzionari comitali. Sulla sua scia, il figlio Baldovino V (1171-1195), all'inizio del cui regno venne organizzata la cancelleria comitale, sviluppò una grande attività politica ottenendo a proprio profitto l'erezione della contea di Namur in marchesato (1190) e acquisendo anche la contea di Fiandra a seguito del matrimonio con Margherita d'Alsazia, sorella del conte Filippo, alla morte di quest'ultimo (1191). Baldovino VI (1195-1205) emanò nel 1200 due editti che costituirono le prime basi scritte del diritto feudale e penale dello Hainaut. A partire dalla Pasqua del 1202 egli partecipò alla quarta crociata e venne incoronato imperatore di Costantinopoli nel 1204. Le sue figlie gli successero al governo della Fiandra e dello H.: prima Giovanna (1205-1244), da sola o insieme ai suoi successivi mariti Fernando del Portogallo (1212-1214; 1227-1233) e Tommaso di Savoia (1237-1244), senza discendenza; quindi Margherita (1244-1280), i cui due matrimoni fecero precipitare le contee in un periodo di conflitti ai quali si sforzarono di porre fine due sentenze arbitrali del re di Francia Luigi IX: una nel 1246, il c.d. editto di Péronne, e l'altra nel 1256; con esse si attribuivano lo H. a Giovanni d'Avesnes, figlio di primo letto di Margherita, e la Fiandra a Guglielmo di Dampierre, figlio di secondo letto della stessa. Essendo Giovanni morto poco tempo dopo (1257), fu suo figlio Giovanni II (1280-1304) a succedere alla nonna e a dare inizio così a una terza dinastia, gli Avesnes. Nel 1299 la morte del conte d'Olanda e di Zelanda, Giovanni II, cugino di secondo grado di Giovanni II d'Avesnes, permise l'unione sotto un unico signore di questi due territori e dello Hainaut.Se Giovanni II lottò contro i Dampierre di Fiandra, godendo del favore dell'imperatore e, a partire dal 1297, dell'appoggio del re di Francia, suo figlio Guglielmo I (1304-1337), benché ancora alleato della Francia prima di esserlo anche del proprio genero, il re d'Inghilterra, condusse un'attenta attività diplomatica che lo avvicinò alla Fiandra e accrebbe la potenza olandese e dello H. nei Paesi Bassi. La morte senza discendenza di Guglielmo II (1337-1345) determinò il passaggio della contea alla sorella Margherita, consorte dell'imperatore Luigi IV, e quindi alla sua discendenza nella famiglia dei Wittelsbach-Baviera.Il secondo terzo del sec. 14° vide fiorire le assemblee dei rappresentanti dei tre ordini tradizionali dello H., in seguito denominati Stati. Assumendo nel 1358 la reggenza dei domini di suo fratello Guglielmo III (1356-1389), divenuto pazzo, Oberto di Baviera, conte dal 1389 al 1404, si sforzò di intrattenere buone relazioni con i principi vicini, in particolare attraverso una politica di neutralità di fronte alla guerra franco-inglese dei Cento anni e, in politica interna, con la repressione delle aspirazioni dei grandi feudatari, quali per es. il signore di Enghien, che venne giustiziato. Già associato al governo da suo padre, Guglielmo IV (1404-1417) - cognato del duca di Borgogna e conte di Fiandra Giovanni senza Paura - lasciò la sua eredità all'unica figlia Giacomina (1417-1433). A partire dal 1420 quest'ultima entrò in conflitto con il suo secondo marito e cugino Giovanni IV, duca di Brabante e di Limburgo, a tal punto che una guerra civile lacerò i territori del principato, in particolare lo H. (1424-1425). Ispiratore del trattato di pace sottoscritto a Douai (1° giugno 1425), il duca di Borgogna e conte di Fiandra Filippo il Buono, anch'egli cugino della contessa, preparò l'allontanamento di quest'ultima, con un'operazione realizzata in più tempi: suo riconoscimento da parte degli Stati dello H. in qualità di mambour, governatore ed erede (22-23 giugno 1427); analogo riconoscimento da parte di Giacomina (trattato di Delft, 3 luglio 1428); cessione da parte di quest'ultima delle sue contee al duca (trattato dell'Aia, 12 aprile 1433). Ormai integrato nell'unione dei principati dei Paesi Bassi sotto un'unica persona, lo H. finì per dividere il loro comune destino sotto i duchi di Borgogna, assistiti e rappresentati nella contea da un gran balivo e da un consiglio, prima di passare per via ereditaria, nel 1482, alla famiglia degli Asburgo.Con una superficie di km2 5.300 ca. lo H. in epoca medievale conobbe un'economia essenzialmente agricola. Il dissodamento condotto nel sec. 12° su iniziativa dei conti e delle comunità monastiche e la pratica della rotazione triennale nella coltivazione dei terreni, nel sec. 13°, caratterizzarono le regioni cerealicole dei grandi campi aperti, in particolare verso il Nord e il Sudovest. Nel Sudest, al di là della Sambra, dominavano il bocage (campi recinti da siepi e filari di alberi) e, nell'Entre-Sambre-et-Meuse, la foresta. Infine, nella zona centrale della contea si mescolavano campi, prati e boschi. Si può pensare che lo sviluppo agricolo del sec. 12° sia in rapporto con i successi politici di Baldovino V; le risorse comitali ne beneficiarono, come testimoniano gli acquisti e le costruzioni finanziate sia da quest'ultimo sia da suo padre Baldovino IV. La prosperità delle campagne raggiunse il suo apogeo nel sec. 13°, ma i conti cominciarono allora a indebitarsi, malgrado la crescente pratica della concessione in affitto di beni rustici.Dopo la grande espansione demografica dei secc. 11°-13°, quando, poco prima del 1300, alcune campagne sembravano relativamente sovrappopolate, gli effetti della peste nera del 1349 si fecero sentire nel centro e nel meridione dello H. in termini di mortalità ed esodo dalle campagne; tuttavia le difficoltà nella produzione cerealicola che segnarono la crisi del sec. 14° vennero compensate dall'intensificazione e dai profitti di altre attività: coltura del lino e produzione tessile nel Nord; estrazione del carbone nella valle della Haine; allevamento e commercio del vino nel Sud; siderurgia nelle regioni vicine alla Sambra. Anche se gli scambi rimasero sempre di livello relativamente limitato, essi permisero allo H. rurale, in particolare per quel che riguarda i prodotti della terra, di integrarsi nelle correnti economiche della fine del Medioevo (con Francia, Fiandre, Brabante, Olanda). Nonostante le guerre e le epidemie ancora presenti, il sec. 15° sembra d'altro canto ben caratterizzato da una ripresa rispetto al secolo precedente.Lo H. non conobbe un grande movimento di urbanizzazione, anche se, alla fine del Medioevo, le ventidue bonnes villes della contea, spesso ancora semirurali, raccoglievano ca. un terzo della popolazione. Un solo centro urbano, di tradizione antica e legato alla produzione e al commercio tessile, era in grado di rivaleggiare con le città fiamminghe: Valenciennes, dotata fin dal 1114 di uno statuto importante e innovativo detto 'pace'. Anche un buon numero di altre bonnes villes disponeva di una produzione tessile, con una diffusione in qualche caso assai vasta (Enghien, Maubeuge, Chimay, Avesnes, Binche; in seguito Mons, Ath, Lessines, Chièvres). Sotto il dominio dei conti della casa d'Avesnes, desiderosi di far progredire l'industrializzazione della loro contea, una nuova produzione tessile orientata verso il consumo corrente si sviluppò in particolare a Maubeuge e a Valenciennes. Alla fine del sec. 15° fu introdotta con successo nello H. la tessitura leggera, destinata alla produzione di stoffe di lana mista a seta, originaria di Arras. La già citata produzione regionale di tela costituì anche nel sec. 15° un settore fiorente (Ath, Enghien, Soignies, Mons, Valenciennes).

Bibl.:

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Letteratura critica. - C. Duvivier, Recherches sur le Hainaut ancien (Pagus Hainoensis) du VIIe au XIIe siècle, Bruxelles 1865; id., La querelle des d'Avesnes et des Dampierre jusqu'à la mort de Jean d'Avesnes (1257), 2 voll., Bruxelles-Paris 1894; L. Vanderkindere, La formation territoriale des principautés belges au Moyen Age, 2 voll., Bruxelles 19022 (1898); L. Verriest, Le régime seigneurial dans le comté de Hainaut du XIe siècle à la Révolution, Louvain 1917; E. Delcambre, Les relations de la France avec le Hainaut depuis l'avènement de Jean II d'Avesnes, comte de Hainaut, jusqu'à la conclusion de l'alliance franco-hennuyère (1280-1297), Saint-Etienne 1930; J. Dhondt, Note critique sur les comtes de Hainaut au dixième siècle, Annales du Cercle archéologique de Mons 59, 1945, pp. 123-144; T. Luykx, Johanna van Constantinopel, gravin van Vlaanderen en Henegouwen. Haar leven (1199/1200-1244). Haar regeering (1205-1244) vooral in Vlaanderen [Giovanna di Costantinopoli, contessa delle Fiandre e di Hainaut. Vita (1199/1200-1244). Reggenza (1205-1244) in particolare nelle Fiandre], Bruxelles 1946; F. Quicke, Les Pays-Bas à la veille de la période bourguignonne (1356-1384), Bruxelles 1947; G. Koch-de Meyer, Gravin Richildis in Henegouwen en Vlaanderen [Richilde contessa di H. e delle Fiandre], Antwerpen 1951; M.A. Arnould, Les dénombrements de foyers dans le comté de Hainaut. XIVe-XVIe siècle, Bruxelles 1956; H. Sproemberg, Beiträge zur belgisch-niederländischen Geschichte, Berlin 1959, pp. 111-223; J. Falmagne, Baudouin V, comte de Hainaut, 1150-1195, Montréal 1966; M. Bruwier, Le passé économique du Hainaut, in Le Hainaut français et belge, Bruxelles 1969, pp. 71-79; Histoire des Pays-Bas français. Flandre, Artois, Hainaut, Boulonnais, Cambrésis, a cura di L. Trénard, Toulouse 1972; W. Mohr, Geschichte des Herzogtums Lothringen, I, Geschichte des Herzogtums Gross-Lothringen, 900-1048, Saarbrücken 1974; II, Niederlothringen bis zu seinem Aufgehen im Herzogtum Brabant, 11. -13. Jahrhundert, Saarbrücken 1976; G. Sivéry, Structures agraires et vie rurale dans le Hainaut à la fin du Moyen Age, 2 voll., Villeneuve d'Asca 1977-1980; Algemene Geschiedenis der Nederlanden [Storia generale dei Paesi Bassi], II-IV, Haarlem 1980-1982; J.M. Cauchies, La législation princière pour le comté de Hainaut. Ducs de Bourgogne et premiers Habsbourg (1427-1506), Bruxelles 1982; Recueil d'études d'histoire hainuyère offertes à Maurice A. Arnould, a cura di J.M. Cauchies, J.M. Duvosquel, 2 voll., Bruxelles 1983; Bibliographie de l'histoire du Hainaut (1951-1980), a cura di J.M. Cauchies, J.M. Duvosquel, 2 voll., Bruxelles 1984; J.M. Cauchies, Les chartes-lois dans le comté de Hainaut (XIIe-XIVe siècles): essai de bilan, in La charte de Beaumont et les franchises municipales entre Loire et Rhin, Bruxelles 1988, pp. 185-205; M.A. Arnould, L'industrie drapière dans le comté de Hainaut au Moyen Age, in Villes et campagnes au Moyen Age. Mélanges Georges Despy, Bruxelles 1991, pp. 51-69; J.M. Cauchies, D'un Hainaut l'autre...: origines et cadres historiques communs des Hainaut belge et français, in Des principautés aux régions dans l'espace européen (in corso di stampa).J.-M. Cauchies

Il cristianesimo fece la sua comparsa nello H. alla fine del sec. 3° e si diffuse ben presto in tutta la regione. Non si sono tuttavia conservate testimonianze architettoniche o scultoree del periodo in cui il territorio fece parte del regno franco; rimangono invece numerose opere di oreficeria, estremamente raffinate, in gran parte lavorate a cloisonné, rinvenute in tombe merovinge di tutta la regione: particolarmente ricche sono la necropoli di Trivières, che ha restituito innumerevoli oggetti, quella di Ciply, composta da più di duecento sepolture, e quelle di Haine-Saint-Paul e Harmignies. Tra la fine del sec. 6° e la prima metà del 7° il cristianesimo ebbe nuovo impulso e furono istituiti numerosi monasteri: per es. la città di Soignies sorse nel 640 intorno a un insediamento religioso e nel 650 a Mons fu fondato il monastero di Sainte-Waudru. Sottoposta a varie influenze, l'architettura dello H. rimase tuttavia a lungo senza caratteristiche proprie. In epoca carolingia venne eretto il primo edificio di una certa rilevanza, la chiesa di Saint-Ursmer a Lobbes, dotata di un avancorpo occidentale costituito da una massiccia torre fiancheggiata da due torri di minore imponenza.A partire dal sec. 11° nello H. furono edificate numerose chiese comunemente comprese nel c.d. groupe scaldien, diffuso in tutto il bacino della Schelda. L'edificio generalmente considerato come il prototipo di questo gruppo è la collegiata di Saint-Vincent a Soignies, la cui prima fase edilizia, pur molto controversa, sembra riconducibile all'inizio del sec. 11° (Courtens, 1969, p. 52; La Wallonie, 1977-1981, I, p. 363). La chiesa si pone come un'opera fortemente innovativa: pur essendo profondamente segnata da influenze mosane nella pianta - a tre navate con transetto e coro a terminazione rettilinea - e nella torre di facciata, presenta tuttavia due novità assolute per l'architettura romanica in Belgio, quali i contrafforti dei muri d'ambito e soprattutto la torre d'incrocio, che divenne in seguito il tratto distintivo dell'architettura religiosa della regione della Schelda.Nel sec. 12° sorsero nello H. molte piccole chiese a navata unica, come la cappella del castello dei conti di H. a Mons (Saint-Calixte), risalente all'11° ma ricostruita quasi completamente nel 12° secolo. A Chièvres si trovano due tra le più tipiche costruzioni di questo genere. La prima, la cappella detta Ladrerie o Maladrerie ('lebbrosario') per la sua funzione di assistenza ai malati, risale alla metà del sec. 12° e si compone di un'aula rettangolare con abside ad angoli smussati; l'unica entrata, che si apre sul fianco sinistro della costruzione, è abbellita da un archivolto a tutto sesto dalle linee piuttosto sobrie. La seconda, la cappella di Saint-Jean, venne fondata, come pure la precedente, da Eva di Chièvres alla metà del sec. 12°; in questo caso la pianta, sempre a navata unica, è movimentata da un arco trasverso a pieno centro che divide la chiesa in due zone; l'abside, a terminazione rettilinea, risale a un periodo di poco successivo all'erezione della navata.In tutta la regione sono diffuse numerose vestigia di architettura militare, come la torre di Burbant ad Ath, del sec. 12°, unico resto del castello fatto costruire da Baldovino IV di H., e i donjons, piuttosto rimaneggiati, di Sars-la-Bruyère e di Herchies.L'esempio più interessante di pittura medievale nello H. è andato perduto durante la prima guerra mondiale: si trattava della decorazione della già ricordata cappella del castello dei conti di H. a Mons. Scoperte nel 1870 e datate al sec. 12°, queste pitture, che rivestivano l'abside della cappella, rappresentavano la Visione di Ezechiele e l'Incontro del profeta Elia con la vedova di Zarepta. Stilisticamente, i confronti più stringenti sono con le pitture murali della regione della Schelda ancora conservate - per es. nella cattedrale di Tournai -, mentre l'iconografia deriva probabilmente dalle opere di oreficeria mosana diffuse nello H. nel 12° e 13° secolo.La scultura del Medioevo nello H. fu profondamente influenzata dalla produzione artistica della vicina Tournai, dove dal sec. 12° si sviluppò infatti una scuola di scultura che, utilizzando il calcare grigio-nero locale che si prestava in modo eccellente a questo impiego, produceva quasi su scala industriale capitelli, monumenti sepolcrali e fonti battesimali esportati in tutta Europa. Nello H. la maggior parte delle opere di scultura poste in opera tra i secc. 12° e 15° proveniva da Tournai ed è quindi molto difficile poter parlare di una scuola autonoma in questa regione. Nella cappella di Saint-Calixte a Mons, le statue giacenti di Guglielmo di Grave e di Giovanna di Berlo, datate agli anni 1330-1340, testimoniano la predilezione degli scultori, sicuramente provenienti da Tournai, per il trattamento linearistico delle superfici, uno stile che si ritrova anche nella Madonna del Latte (1350-1360) della collegiata di Saint-Vincent a Soignies, opera di artisti di uguale provenienza.

Bibl.:

Fonti. - Monuments pour servir à l'histoire des provinces de Namur, de Hainaut et de Luxembourg, a cura di F. De Reiffenberg, 6 voll., Bruxelles 1844-1854.

Letteratura critica. - C.C.A. Dehaisnes, Histoire de l'art dans la Flandre, l'Artois et le Hainaut avant le XVe siècle, Lille 1886; Belgische Kunstdenkmäler, München 1923; R. Maere, L. Delférière, La Collégiale Saint-Vincent à Soignies, RBAHA 8, 1938, pp. 5-48; S. Brigode, Les églises gothiques de Belgique, Bruxelles 1944; id., Les églises romanes de Belgique, Bruxelles 1944; R. Lemaire, De karolingische Sint Ursmarus kerk te Lobbes (Henegouwen) [La chiesa carolingia di S. Ursmarus a Lobbes (H.)], Mededelingen van de Koninklijke Vlaamse Academie voor Wetenschappen, Letteren en Schone Kunsten van België 11, 1949, 2, pp. 4-22; Histoire générale des églises de France, Belgique, Luxembourg, Suisse, Paris 1966; G. Faider-Feytmans, La bijouterie mérovingienne dans le bassin de la Haine, RBAHA 37, 1968, pp. 33-36; A. Courtens, Belgique romane, Bruxelles 1969; Dictionnaire des églises de France, V, Nord et Est. Belgique, Luxembourg, Suisse, Paris 1971; G. Faider-Feytmans, La nécropole de Trivières et l'occupation mérovingienne dans le bassin de la Haine (Belgique), Bulletin de la Classe des beaux-arts. Académie royale de Belgique 53, 1971, pp. 55-56; Répertoire photographique du mobilier des sanctuaires de Belgique. Province de Hainaut, 17 voll., Bruxelles 1973-1984; Le patrimoine monumental de la Belgique. Province de Hainaut, 3 voll., Liège 1975-1983; La Wallonie. Le pays et les hommes. Lettres-art-culture, a cura di R. Lejeune, J. Stiennon, F. Vanelderen, 4 voll., Bruxelles 1977-1981; A. Salamagne, Le château médiéval de Condé sur Escaut et quelques remarques sur l'architecture militaire des années 1200 en Hainaut, Valentiana, 1989, 4, pp. 63-75.S. Lupinacci

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