BONELLI, Gustavo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 11 (1969)

BONELLI, Gustavo

Bernardino Libonati

Nacque a Roma il 3 febbr. 1853 da Gioacchino, consigliere della Corte di appello a Perugia; anche il fratello Aristide fu magistrato e divenne presidente di sezione della Cassazione. Il B. si avviò agli studi di giurisprudenza e nel 1875 si laureò nello Studio perugino con una tesi sul Fondamento storico e giuridico dell'autorizzazione maritale, che venne pubblicata l'anno seguente a Perugia a spese dell'università. Si dedicò a studi di sociologia e filosofia del diritto, collaborando anche alla Rivista di filosofia scientifica del Morselli. Chiamato poi a collaborare alla Corte suprema con note in materia di diritto tributario, amministrativo e commerciale, si vennero puntualizzando sempre più i suoi interessi per il diritto positivo, e in particolare per il tema della personalità giuridica, di cui il primo contributo organico fu il volume La personalità giuridicadei beni in liquidazione giudiziale (Roma 1889), seguito poi da quello su I concetti di comunionee di personalità nella teoria dellesocietà commerciali (Milano 1903).

Dopo la laurea si era trasferito a Roma, dedicandosi alla libera professione forense; entrò in seguito nell'ufficio del contenzioso della Banca d'Italia di cui fu dapprima sottocapo, per ricoprirne in seguito la carica di avvocato generale.

Il B. non operò nell'università, declinò anzi l'invito di Vittorio Scialoja ad entrare nell'insegnamento (così come declinò l'invito di Lodovico Mortara, che voleva chiamarlo nella magistratura). Taluno potrebbe perciò supporre che la sua attenzione fosse rivolta massimamente all'aspetto pratico delle vicende giuridiche che esaminava. Nulla di più inesatto: vero è che l'esperienza acquisita nella sua lunga collaborazione con l'istituto di emissione risultò certamente preziosa per la puntuale conoscenza della materia; ma vero è anche che pochi ebbero come il B. sensibilità per il rigore scientifico della ricerca, e per la necessità di un profondo esame dei problemi di diritto. In ciò anzi risiede probabilmente l'attualità che lo studioso ritrova in tante sue pagine.

Il B. può essere considerato infatti uno dei massimi commercialisti italiani dei primi anni di questo secolo. Basterà ricordare i suoi tre volumi sul fallimento (Del fallimento, in Commentario al Codice di commercio, Milano 1907-1909), che costituiscono la prima sistemazione completa dell'importante materia, e il commentario sulla cambiale e sull'assegno (Della cambiale,dell'assegno,del conto corrente..., ibid., Milano 1911-13), ancora adesso, e malgrado i cambiamenti legislativi, utilissimo strumento di ricerca, vuoi per la chiarezza vuoi per la coerenza con cui i vari problemi in tema di titoli di credito vengono discussi. E si tratta, per vero, di opere che non solo hanno illuminato gli studiosi e i pratici in ordine alla applicazione della legge allora vigente, ma che hanno espresso indicazioni fondamentali in ordine all'approfondimento e alla puntualizzazione di istituti della massima importanza nella vita dei traffici.

Se fu lontano dall'insegnamento universitario, il B. non fu comunque estraneo al dibattito scientifico. Non può non essere ricordata la sua costante e proficua collaborazione alle riviste giuridiche: dapprima nella Rivista di filosofia scientifica, successivamente nella Rivista italiana per le scienze giuridiche, nell'Archivio giuridico, nella Giurisprudenza italiana, nel Foro Italiano e soprattutto, nella Rivista del diritto commerciale, che lo vide - nel 1902 - fra i suoi fondatori. Proprio nella Rivista deldiritto commerciale si ritrovano anzi alcuni fra i più interessanti dei suoi scritti, per es. quello sulla Cambiale in bianco (VII [1909], 1, pp. 257 ss.), nel quale la sottigliezza del ragionamento si accompagna a una non comune semplicità di esposizione, tanto più ammirevole in quanto si tratta di uno degli aspetti più delicati e complicati del diritto cambiario, o il piccolo saggio su Comunione e quota (XXI [1923], 1, pp. 1 ss.), la cui influenza per un certo orientamento della dottrina è facile a vedere negli studi successivi sull'argomento. Così, ancora, il B. partecipò alla elaborazione dei primi progetti di riforma del codice di commercio, quale membro della Commissione per la riforma dei codici (cfr. Commissione reale per la riforma dei codici, Codice di commercio, I, Progetto, Roma 1925; II, Relazione..., ibid. 1927).

Il B. morì a Roma il 9 aprile 1926.

Bibl.: Necrologio, in Rivista di diritto commerciale, XXIV (1926), 1, p. 232; 1 saggi di A. Arcangeli, A. Cicu, F. Ferrara, E. Finzi, F. Messineo, L. Mossa, A. Panella, G. Valeri, A. Rainiondi dedicati al pensiero del B. (con annessa bibl. delle opere), in Il diritto fallim. e dellesocietà commerciali, V (1928), nn. 1-2; Noviss. Digesto Ital., II, p. 500; Enc. Ital., VII, p. 398.

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